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Primi giorni di scuola: l’occasione per sentirsi un po’ a casa

Alcune idee e sollecitazioni per fare dei primi giorni un momento importante durante il quale esprimere le emozioni, praticare il riconoscimento e dare valore alla scuola. 

di Redazione GiuntiScuola11 settembre 20158 minuti di lettura
Primi giorni di scuola: l’occasione per sentirsi un po’ a casa | Giunti Scuola

L’importanza del rito

La scuola ricomincia e, come ogni anno, i primi giorni sono carichi di emozioni e di attese: la gioia di ritrovarsi da parte di chi è già inserito si mescola al timore dell’inizio per chi varca la soglia per la prima volta, l’ostentata sicurezza di chi si sente già grande s’intreccia con lo spaesamento dei più piccoli.

Il primo giorno di scuola/i primi giorni di scuola sono tappe indimenticabili in tutte le biografie bambine e sono al centro dei sogni, dei racconti, dei ricordi belli e brutti. Tappe importanti che inaugurano sempre un pezzo di cammino nuovo e inedito, anche se la partenza vera e propria è avvenuta tempo fa. Tappe che chiedono di essere celebrate e ritualizzate con attenzione e con cura perché, come dice il saggio, ogni viaggio comincia sempre da un primo passo. E il primo passo spesso dà il senso al percorso , costituisce una sorta di imprinting importante e definisce il colore e la qualità del tempo che verrà dopo. Il rito serve proprio a sottolineare l’importanza di ciò che accade, a rendere prezioso il tempo, a celebrare i passaggi.

È importante dunque ritualizzare questo momento con un segno, un gesto, un dono offerto dai più grandi ai più piccoli, dai grandi ai bambini, dalla scuola ai suoi alunni . Un rito che abbia il colore dell’accoglienza e che esprima il senso della comunità che si va a costruire o a rinsaldare.
I primi giorni di scuola sono anche il tempo prezioso per annodare e riannodare i legami fra i bambini, per far sentire ognuno, da subito o di nuovo, a casa, al suo posto. Per far passare messaggi di riconoscimento e di curiosità reciproca nei confronti del volto, del nome e della storia di ciascuno.

Di seguito alcune sollecitazioni per sollecitare l’espressione delle emozioni in gioco nei primi giorni, per inaugurare un cammino di apprendimento e di vita insieme e per riconoscere nel nome e nell’alfabeto la storia di ogni bambino.
E anche per ribadire “viva la scuola”.

I desideri dentro lo zaino

Per sollecitare l’espressione dei vissuti e delle attese, vi proponiamo una poesia sui primi giorni di scuola di Roberto Piumini : Zaino, ascolta! Racconta le emozioni e le aspettative dei bambini e svela che cosa essi vorrebbero trovare dentro lo zaino insieme ai “due quintali pieni” di libri e quaderni. Possiamo proporla per raccogliere il racconto degli alunni in un dialogo immaginario con il loro zaino.

Zaino, ascolta!

Zaino che pesi più dell’anno scorso
ti porto volentieri, però ascolta,
ti voglio fare un piccolo discorso:
io vorrei che, quest’anno, ogni volta
che ti apro, oltre ai libri e ai pennarelli,
uscisse in classe un tempo di allegria,
una fontana di momenti belli,
la scuola come un gioco in compagnia.
Zaino che pesi due quintali pieni,
io ho per te una piccola richiesta:
vorrei che un po’ di quello che contieni
servisse a fare, in classe, un po’ di festa,
a stare insieme, insieme con meno fatica,
a imparare con tranquillità:
la scuola come un’esperienza amica,
dove si gioca alla libertà.

Ogni tua lingua vale

Nei giorni della ripartenza, possiamo lanciare un messaggio di valorizzazione della diversità linguistica e inaugurare un percorso di riconoscimento delle lingue parlate e conosciute dai bambini della classe . Percorso che avremo poi modo di sviluppare poi durante l’anno attraverso attenzioni e proposte mirate, sulla base dell’età e della classe. Possiamo chiederci: come si scrive il nome dei bambini “stranieri” inseriti in classe nella loro grafia originaria? Come si scrive Xiao Long con i caratteri cinesi? E il nome di Mohamed e Karim, come si scrive in arabo ( e da destra a sinistra)? E anche Tatiana, che viene dalla Russia ci può insegnare a scrivere il suo nome in alfabeto cirillico. Osservare i loro nomi e provare anche noi a scrivere in cinese o in arabo (un esempio di attività realizzata nella foto qui sotto, che viene dalla scuola dell'infanzia "Barbisan" di Treviso).

Ci sono in classe o nella scuola dei bambini neoarrivati? Possiamo preparare per loro dei cartelloni con gli oggetti della scuola (oppure con i giochi, gli oggetti che troviamo in mensa, i vestiti…) e con il loro nome in italiano e nella loro lingua materna. Si tratta di un modo per accoglierli con più attenzione e per farli sentire un po’ a casa ; è un altro modo per valorizzare lingue e alfabeti diversi. Il sito www.multiculturalkidblogs propone dei cartelloni stampabili con le immagini e le parole degli oggetti della scuola in varie lingue.

Vado a scuola . Quattro storie di bambini agli angoli del mondo

L’apertura del nuovo anno scolastico è anche l’occasione per rilanciare il valore della scuola. Lo possiamo fare proponendo a tutti i bambini un film sull’avventura e sulla fatica dell’imparare. Si tratta di Vado a scuola , realizzato da Pascal Plisson, un film-documentario che racconta la storia di quattro bambini che davvero conquistano il loro diritto all’istruzione. Jackson vive nella savana del Kenia; Zahira in un villaggio sull’Atlante marocchino, Carlito abita nell’altopiano della Patagaonia; Samuele in un villaggio del Sud dell’India. E tutti vanno a scuola affrontando peripezie , lunghe distanze, pericoli, piccoli e grandi incidenti di percorso. Ognuno ha un sogno di emancipazione, ha la volontà di farcela e il desiderio di costruire la propria vita a partire da quel viaggio cruciale dentro la conoscenza.
Un bel film e un bel modo per celebrare la scuola e il desiderio di imparare dei bambini del mondo . Nonostante tutto.

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