Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Un lavoro di tipo trasversale alle varie materie è utile per cercare di integrare tutte le nozioni relative al tempo, a trasferirle nella vita quotidiana, a utilizzarle con&nbsp; consapevolezza

Durante il quinto e ultimo incontro, date le difficoltà riscontrate nell’attività dell’incontro precedente, relativa all’organizzazione di impegni, si è scelto di riproporre un’attività simile, per rinforzare le capacità apprese. In seguito si è svolto un ripasso di tutti i vari argomenti affrontati nel corso dei cinque incontri, cercando di mettere in luce gli elementi fondamentali da ricordare. Al termine degli incontri gli alunni hanno ricevuto un attestato di merito di “esperto del tempo” per il percorso svolto.

Vi sono alcune categorie, quali i bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), che risultano essere più a rischio rispetto ai bambini a sviluppo tipico (Mioni et al., 2019). Come emerge infatti dal modello a tre vie proposto da Sonuga-Barke, Bitsakou e Thompson (2010), alla base del disturbo vi è proprio un deficit di elaborazione temporale, che costituisce una terza via – indipendente dalle altre – implicata nell’integrazione visuo-motoria delle informazioni temporali. Le altre due categorie di deficit alla base di questo modello sono i deficit di inibizione e i deficit di tipo motivazionale (per esempio avversione per l’attesa). Anche altri autori, per esempio Castellanos e Tannock (2002), riscontrano un deficit centrale di elaborazione temporale nell’ADHD, soprattutto nel produrre delle stime accurate. Queste difficoltà emergono anche nella comprensione di concetti temporali legati alla vita quotidiana (Quartier, Zimmermann, Nashat, 2010), per esempio l’orientamento nel tempo («Che giorno sarà domani?»), oppure le durate degli eventi («Quanto tempo ci vuole per mangiare una fetta di torta?»). Le difficoltà nell’ambito dell’elaborazione temporale sono maggiormente presenti anche nei bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) rispetto ai bambini a sviluppo tipico. In questo caso tale difficoltà è emersa principalmente in compiti di laboratorio (giudizi di ordine temporale, discriminazione e riproduzione di intervalli; per esempio Plourde et al., 2017).

Ai bambini è stato chiesto di compilare un questionario prima e dopo il percorso, nel quale veniva valutata la loro comprensione del tempo nelle seguenti aree: orientamento nel tempo, sequenze temporali, durata oggettiva, durata soggettiva, pianificazione (Questionario per i Bambini sulla Percezione del Tempo; tratto da Porcelli et al., 2018). Dal confronto pre-post emerge che il punteggio totale è aumentato (media pre = 19,5/34; media post = 23/34). Sicuramente, anche il fatto stesso di parlare e riflettere su questi argomenti può aver attivato delle conoscenze già presenti nei bambini. È stato poi proposto, al termine degli incontri, anche un questionario di gradimento, per verificare il parere dei bambini rispetto al progetto. Il riscontro è stato certamente positivo, in quanto tutti riportano di aver apprezzato il lavoro svolto e di aver appreso molte cose nuove. La classe, infatti, è stata molto partecipativa; la maggior parte degli alunni interveniva spontaneamente e riportava anche eventuali dubbi rispetto al compito da svolgere. Tale progetto si è rivelato di grande utilità per i bambini, in quanto questo argomento, seppur trattato in classe nelle diverse materie scolastiche, rimane complesso da inserire nella vita quotidiana, e dunque un lavoro trasversale permette di rafforzare le conoscenze già presenti e di introdurne di nuove. In questo contesto, per motivi organizzativi e di disponibilità della scuola, sono stati proposti solo cinque incontri. Un percorso più lungo e che coinvolga trasversalmente diverse materie risulterebbe sicuramente ancora più efficace.

Nel secondo incontro è stato trattato il tema delle durate delle azioni e del prima-dopo. A seguito di un iniziale brainstorming con gli allievi sulle azioni da loro svolte nella vita di tutti giorni, si è iniziata un’attività più strutturata nella quale venivano estratti dei cartellini da una busta, in ognuno dei quali vi erano raffigurate svariate azioni. Compito degli alunni era quello di identificare se quell’azione veniva normalmente svolta in pochi secondi, pochi minuti o molto tempo. In un secondo gioco a ciascun bambino sono stati consegnati dei cartellini, recanti svariati disegni (Scheda 4). A turno, ciascun alunno doveva raccontare alla classe il disegno presente nel suo cartellino; uno tra gli altri compagni possedeva un cartellino con un disegno raffigurante una situazione avvenuta prima o che avverrà dopo il cartellino interessato. Per esempio, se un bambino possedeva il cartellino con un seme, doveva trovare il bambino che possedesse il cartellino con un fiore. Per concludere l’incontro, si è proposto ai bambini di realizzare un disegno attraverso il quale si è stimolata una riflessione sulla contemporaneità. Si è fatto dividere il foglio in tre parti: in una dovevano disegnare loro stessi nel momento presente; nelle altre due, altri due soggetti (mamma, papà, fratello/sorella e così via), sempre immaginando ciò che questi soggetti stessero svolgendo in quel momento (per esempio, «mentre io sono a scuola, mio fratello è all’asilo, mia mamma è al lavoro»).

Noia e scarsa motivazione

La capacità di comprendere e di gestire il tempo è un’abilità fondamentale che ci permette di organizzare la nostra vita in modo armonico ed equilibrato, e di conseguenza permette un buon adattamento a livello sociale. L’apprendimento del tempo e del suo utilizzo avvengono di solito in modo spontaneo durante la scuola primaria. Tuttavia, alcuni alunni possono incontrare delle difficoltà, con conseguenze negative sul loro sviluppo funzionale. Per questo motivo un lavoro specifico su questi aspetti risulta essere molto importante per rafforzare, con ulteriori strumenti oltre a quelli scolastici, il concetto di tempo (Capodieci, Cester, 2019). Il particolare periodo che stiamo vivendo, legato all’emergenza sanitaria per il Covid-19, ha modificato la percezione e la gestione del tempo di tutti noi, ma una tra le categorie che risente maggiormente di tale cambiamento è certamente quella dei bambini/bambine e ragazzi/ragazze. Per loro, infatti, per un lungo periodo è risultato molto più complesso coltivare relazioni amicali e passioni, quali sport o attività da svolgere nel tempo libero, a causa dell’isolamento.

La capacità di comprendere e di gestire il tempo è un’abilità fondamentale che ci permette di organizzare la nostra vita in modo armonico ed equilibrato, e di conseguenza permette un buon adattamento a livello sociale. L’apprendimento del tempo e del suo utilizzo avvengono di solito in modo spontaneo durante la scuola primaria. Tuttavia, alcuni alunni possono incontrare delle difficoltà, con conseguenze negative sul loro sviluppo funzionale. Per questo motivo un lavoro specifico su questi aspetti risulta essere molto importante per rafforzare, con ulteriori strumenti oltre a quelli scolastici, il concetto di tempo (Capodieci, Cester, 2019).Il particolare periodo che stiamo vivendo, legato all’emergenza sanitaria per il Covid-19, ha modificato la percezione e la gestione del tempo di tutti noi, ma una tra le categorie che risente maggiormente di tale cambiamento è certamente quella dei bambini/bambine e ragazzi/ragazze. Per loro, infatti, per un lungo periodo è risultato molto più complesso coltivare relazioni amicali e passioni, quali sport o attività da svolgere nel tempo libero, a causa dell’isolamento.

Un’esperienza in quarta primaria

Un secondo aspetto emerso riguarda la procrastinazione: avere più tempo a disposizione ha portato alcuni alunni a posticipare l’inizio dello studio e dei compiti, ritrovandosi poi effettivamente a corto di tempo e quindi entrando anche in allarme e in apprensione per non essere riusciti a completare i compiti o studiare il necessario per quella giornata. Non avendo infatti un riferimento legato a quelli che erano gli impegni quotidiani (scuola, sport, tempo libero), è molto complesso orientarsi nel tempo e gestire in autonomia giornate intere, inserendovi i vari compiti da svolgere con le relative scadenze. Per tutti questi motivi, lavorare in modo più approfondito sul tempo, sull’organizzazione della giornata, della settimana, e in generale sulle durate delle azioni che svolgiamo, permette ai bambini di rinforzare e mantenere attive queste conoscenze, per poterle poi sfruttare anche nella vita di tutti i giorni.

Il terzo incontro è stato dedicato a un ripasso sui mesi, sulle stagioni, sull’utilizzo del calendario, sempre in forma di confronto reciproco tra gli alunni. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla stima del tempo per svolgere un’attività. Attraverso dei giochi (per esempio dei cruciverba), i bambini dovevano inizialmente segnare quanto tempo secondo loro ci avrebbero impiegato a svolgere la scheda, inserendo anche l’ora di inizio. Al termine della scheda veniva segnata l’ora di fine, per poter verificare se la loro previsione di durata era stata corretta. Questa attività, di cui viene riportata la scheda come esempio (Scheda 1), è stata molto interessante poiché all’inizio diversi bambini hanno effettuato una stima errata (per esempio 20 minuti per un compito svolto in 3 minuti), ma nelle schede proposte loro successivamente hanno presentato un rapido e notevole miglioramento. Dal momento che sono state sufficienti poche schede per ottenere dei progressi in questa tipologia di attività, è probabile che stimolando i bambini quotidianamente a una riflessione sul tempo impiegato in ciò che stanno svolgendo si otterrà una maggior consapevolezza e un maggior controllo sulle azioni svolte. Per esempio, si potrebbero porre domande quali «Secondo te, oggi, quanto tempo siamo stati al parco?», «Quanto tempo ci abbiamo messo per cenare?». Specialmente le prime volte in cui viene posta loro una domanda di questo genere, potrebbero rispondere in modo vago (per esempio “un po’”, “tanto”); in questi casi si può approfondire chiedendo se si tratta di qualche secondo, qualche minuto, tante ore e così via.

I bambini più a rischio

Non avere un riferimento legato ai normali impegni quotidiani rende molto complesso orientarsi nel tempo e gestire in autonomia giornate intere

Il secondo incontro

Il quinto incontro

Il quarto incontro è stato dedicato all’organizzazione della giornata, per comprendere l’importanza del tempo nella vita quotidiana. Viene riportata la scheda utilizzata nella prima attività dell’incontro (Scheda 2), come esempio significativo, in quanto quasi tutti i bambini hanno incontrato difficoltà in questo compito, soprattutto nell’identificare l’inizio e la fine di un impegno. Nelle schede che venivano loro consegnate vi era riportato un elenco degli impegni ipotetici di un bambino. Erano infatti fornite, in ordine sparso, tutte le diverse attività che il bambino avrebbe dovuto svolgere nel pomeriggio. Per alcune di queste (per esempio fare due esercizi di inglese) veniva specificata alla lavagna, insieme agli alunni, la durata complessiva (nel caso degli esercizi di inglese, per esempio, 20 minuti). Molti bambini hanno inserito correttamente l’orario di inizio di un’attività (per esempio alle 16:30 inizia il corso di nuoto), commettendo poi l’errore di inserire l’impegno successivo prima che finisse quello precedente (per esempio andare a comprare un regalo alle 17:00, ma il corso di nuoto sarebbe durato un’ora, come specificato). La difficoltà maggiormente riscontrata è legata quindi al considerare la durata di un’attività. Certamente si tratta di un compito molto complesso, ed è forse un ragionamento che spesso i bambini non sono abituati a esplicitare e con cui dovrebbero abituarsi a prendere maggiore consapevolezza. Una seconda attività proposta per il quarto incontro (Scheda 3) riguardava l’organizzazione dei compiti di un’ipotetica alunna. Veniva fornita una pagina di diario scolastico e i bambini dovevano ordinare i compiti da svolgere a casa, facendo attenzione al fatto che quelli più complessi e più “urgenti” dovrebbero essere svolti prima, mentre quelli più semplici o da consegnare in un tempo successivo dovrebbero essere svolti per ultimi. In questo caso c’è stata molta variabilità nelle risposte degli alunni, che spesso hanno inserito per ultime le materie più complesse (nella scheda veniva indicato quali sono le materie più complesse per l’alunna in questione).

In un primo incontro sono state svolte principalmente attività di brainstorming sul tempo, nelle quali si chiedeva ai bambini di individuare delle parole in relazione alla parola “tempo”, e di rappresentare tale concetto anche attraverso un disegno. In questo modo i bambini hanno iniziato a esprimere le loro conoscenze, e questo ha permesso di calibrare gli incontri successivi in base alle competenze che sono emerse. Gli allievi hanno iniziato a familiarizzare in modo generico con il concetto di tempo, iniziando a prendere consapevolezza del fatto che esso possiede tantissime sfaccettature. È stato molto utile il confronto tra i bambini stessi, i quali esprimevano nel contesto di gruppo le loro idee e le loro credenze.

Lavorare sul concetto di tempo in classe

<ul><li>Capodieci A., Cester I. (2019), Comprendere e gestire il tempo. Potenziare le competenze degli alunni con BES nella scuola primaria, Erickson, Trento. </li><li>Castellanos F.X., Tannock R. (2002), «Neuroscience of attention-deficit/hyperactivity disorder: the search for endophenotypes», Nature Reviews Neuroscience, 3(8), 617-628. doi:10.1038/nrn896 </li><li>Mioni G., Capodieci A., Biffi V., Porcelli F., Cornoldi C. (2019), «Difficulties of children with symptoms of ADHD in processing temporal information concerning everyday life events», Journal of Experimental Child Psychology, 182, 86-101. </li></ul>doi:10.1016/j.jecp.2019.01.018 <ul><li>Plourde M., Gamache P.L., Laflamme V., Grondin S. (2017), «Using time-processing skills to predict reading abilities in elementary school children», Timing &amp; Time Perception, 5(1), 35-60. https://doi.org/10.1163/22134468-00002079 </li><li>Porcelli F., Biffi V., Capodieci A., Mioni G., Stablum F., Cornoldi C. (2018), «L’uso del Questionario QSTB per rilevare il senso del tempo nei bambini a sviluppo tipico e atipico», DdAI. Disturbi di Attenzione e Iperattività, 14(2), 211-223. </li><li>Quartier V., Zimmermann G., Nashat S. (2010), «Sense of time in children with attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD): A comparative study», Swiss Journal of Psychology, 69(1), 7-14. </li></ul>doi:10.1024/1421-0185/a000002 <ul><li>Sonuga-Barke E., Bitsakou P., Thompson M. (2010), «Beyond the dual pathway model: evidence for the dissociation of timing, inhibitory, and delay-related impairments in attention-deficit/hyperactivity disorder», Journal of the American Academy of Child &amp; Adolescent Psychiatry, 49(4), 345-355. doi:10.1016/j.jaac.2009.12.018 </li></ul>

La procrastinazione

Sulle tematiche relative al senso del tempo è stato svolto un lavoro in una classe quarta primaria. Le attività proposte sono state focalizzate sugli aspetti seguenti:<ul><li style="text-align: justify;">durate delle azioni; </li><li style="text-align: justify;">concetto di prima-dopo;</li><li style="text-align: justify;">utilizzo del calendario;</li><li style="text-align: justify;">stima temporale;</li><li style="text-align: justify;">organizzazione di impegni pomeridiani.</li></ul>Per trattare tali aspetti sono stati svolti cinque incontri da un’ora ciascuno con cadenza settimanale.

Il primo incontro

Alla luce di tutti questi aspetti elencati, risulta fondamentale un lavoro mirato e approfondito sul concetto di tempo, ed è molto utile pensarlo per il contesto classe, nell’ottica di condurre attività di gruppo sul tema, delle quali possano beneficiare tutti i bambini. A livello scolastico, il tempo è un tema che viene preso in considerazione in diverse materie: viene spiegato per esempio in storia, per comprendere il prima e il dopo, le diverse epoche ecc.; in matematica, per svolgere operazioni con ore, minuti e secondi. Vengono poi studiati i mesi, le stagioni, il tempo meteorologico. Nonostante i bambini apprendano queste nozioni, spesso risulta complesso riuscire a integrarle, trasferirle nella vita quotidiana e saperle utilizzare con consapevolezza. Per questo motivo un lavoro di tipo trasversale alle diverse materie può servire per rafforzare le conoscenze già apprese e inserirne di nuove.

Il quarto incontro

Dalla pratica clinica sono emersi due particolari cambiamenti legati al periodo del lockdown. Anzitutto, le giornate sono risultate essere tutte simili tra loro, in quanto non vi è stata la scansione temporale legata ai vari impegni: non c’è stata attività sportiva, non ci sono stati momenti con gli amici e in molti casi anche la scuola è stata vissuta tra le mura di casa. Questo ha portato i ragazzi ad annoiarsi più facilmente, poiché il tempo sembrava trascorrere più lentamente e senza avvenimenti di grande interesse per loro. Anche il fatto di avere pochi stimoli esterni ha portato a una scarsa motivazione, la quale ha avuto poi ricadute negative sulle prestazioni scolastiche ma anche sul benessere stesso del bambino/ragazzo.

Il terzo incontro

Potenziare il senso e la gestione del tempo

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