Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Il Ministero dell’Istruzione ha ufficialmente lanciato il <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/piano-scuola-estate-510-milioni-per-recuperare-socialita-e-rafforzare-gli-apprendimenti" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/piano-scuola-estate-510-milioni-per-recuperare-socialita-e-rafforzare-gli-apprendimenti">Piano scuola estate 2021</a> (Un ponte per il nuovo inizio,&nbsp;con nota 643 del 27/04/2021 ), mettendo a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado 510 milioni di euro per arricchire ed ampliare l’offerta formativa attraverso attività da svolgersi durante il periodo estivo. L’obiettivo è quello di attenuare, se non contrastare, le privazioni sociali e culturali che la pandemia ha messo in evidenza accentuando ancor più le povertà educative esistenti. Lo slogan che sintetizza questo progetto è quello famoso di un tempo, “non lasciare indietro nessuno” (No one left behind).&nbsp;Le perplessità di dirigenti e docenti&nbsp;Ma come stanno reagendo le scuole, e in particolare quelle primarie, a questa proposta? Il quadro ovviamente è molto variegato. Da interlocuzioni avute con un certo numero di dirigenti e docenti sono emerse molte diverse posizioni che qui sintetizzo senza alcuna pretesa di esaustività.1. È stato&nbsp;un anno molto difficile e faticosoLa perplessità che più spesso viene avanzata riguarda il periodo in cui si colloca questa proposta: le scuole sono reduci da una fase molto faticosa di gestione dell’impresa educativa a causa della pandemia e hanno dovuto affrontare una serie di problemi sul piano organizzativo e didattico per garantire un servizio scolastico adeguato. La sollecitazione ad affrontare problemi affatto nuovi, come quelli proposti dal progetto ministeriale, non sembra suscitare molti entusiasmi in quelle realtà in cui si avverte una certa stanchezza elaborativa, per le ragioni espresse prima.2. Non si possono “improvvisare” collaborazioni&nbsp;Va poi detto che la gestione del piano richiede necessariamente una interlocuzione con le agenzie e le risorse del territorio, soprattutto per quanto concerne la seconda fase (luglio-agosto) dedicata al recupero della socialità secondo la modalità denominata Campus (ossia Computing, Arte, Musica, vita Pubblica, Sport). Poiché la vocazione di queste attività è quella di svolgersi in spazi aperti delle scuole e del territorio (teatri, cinema, musei, biblioteche, parchi e centri sportivi), con il coinvolgimento del terzo settore, di educatori ed esperti esterni, la loro effettiva possibilità realizzativa è strettamente legata alla presenza sul territorio di queste risorse e opportunità e alla consuetudine della scuola a dialogare con soggetti esterni: certi rapporti collaborativi non si improvvisano da un giorno all’altro.3. Non è un doposcuola, non è un centro estivoVi è inoltre un ulteriore aspetto che va rimarcato e che, sebbene debba essere letto sotto il segno dell’innovazione, pone comunque problemi inediti per molte scuole. Leggendo con attenzione la proposta ministeriale si comprende che lo spirito che la anima non è quello della riedizione dei vecchi “doposcuola” all’interno dei quali si realizzano attività di recupero scolastico e di svolgimento dei tradizionali “compiti per le vacanze”. E d’altro canto il Piano scuola non deve essere nemmeno confuso con i consolidati centri ricreativi estivi che enti pubblici e privati di solito organizzano durante il periodo estivo anche per offrire ai genitori lavoratori forme di assistenza ai propri figli.La proposta ministeriale si configura a tutti gli effetti come un tentativo di continuare i processi di apprendimento e di socializzazione dei bambini facendo ricorso a modalità di mediazione educativa e didattica non connotate in senso strettamente scolasticistico. Insomma è un modo diverso di apprendere e di stabilire relazioni, dilatando i confini della scuola e creando connessioni e collaborazioni con soggetti esterni. Questa prospettiva appare molto interessante, ma in questa fase non tutti i docenti sono disponibili, o in grado, di affrontarla, anche per il mutamento di paradigma che comporta sul piano professionale.

Piano scuola estate, che cosa succederà nelle primarie?