Alfabetieri del mondo: seconda puntata

Che lingua usiamo?  Due attività per la classe

Il potere delle chiacchiere

Ogni lingua vale!

Ripensiamo l'accoglienza

Nei giorni scorsi, il Cestim-Centro Studi Immigrazione di Verona ha proposto alle scuole del territorio un’iniziativa per valorizzare la lingua madre e il plurilinguismo, ma anche per lanciare un messaggio positivo di rispetto, cura, collaborazione in un momento difficile per la nostra comunità di cittadine e cittadini.&nbsp;L’iniziativa #PAROLECHEUNISCONO ha invitato bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle scuole a scrivere su una mascherina anti-contagio (vera o costruita) una espressione “che unisce”, nella loro lingua madre (dialetti, italiano, lingue del mondo), a fotografarla e mandarne le foto al Cestim che le avrebbe pubblicate sulla sua pagina facebook.Mascherine parlanti&nbsp;La piccola idea proposta alle scuole ha avuto un grande successo. È stata vissuta come una bella opportunità per mostrare il proprio lavoro e vedere quello degli altri, in una dimensione di allegro scambio, in un momento in cui sono limitate e circoscritte, se non vietate, le occasioni di incontrarsi e condividere. Hanno partecipato 40 laboratori di italiano L2 e doposcuola, organizzati dal Cestim e&nbsp;50 plessi scolastici con 150 classi dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado. Abbiamo raccolto in una grande mostra virtuale <a data-cke-saved-href="https://www.facebook.com/Cestim-Verona-240285546412524/?ref=page_internal" target="_blank" href="https://www.facebook.com/Cestim-Verona-240285546412524/?ref=page_internal">sulla pagina facebook del Cestim</a>, grazie all’impegno e alla creatività dei bambini e dei ragazzi, &nbsp;le loro parole gentili e affettuose di saluto, augurio, amicizia, amore, accoglienza su centinaia di coloratissime mascherine anti-contagio in tante lingue.In molte classi la proposta ha dato lo spunto per percorsi articolati di ricerche e riflessioni interculturali, dalla elaborazione della propria biografia linguistica, al coinvolgimento delle famiglie per la raccolta di parole, alla costruzione della scatola delle parole in lingua madre, alla lettura di albi e alla visione di video sul tema.&nbsp;Un modo gentile per rendere visibile la diversità linguistica&nbsp;Per i bambini e i ragazzi delle famiglie non italofone è stata l’occasione di vedere oggetto di curiosità e interesse da parte dei compagni la loro lingua madre, di poterla parlare, scrivere e mostrare con orgoglio attorniandone le parole sulle mascherine con colori e decorazioni piene di affetto e tenerezza. Per le famiglie provenienti da altre regioni italiane, è stata una bella possibilità di sentirsi partecipi di un progetto scolastico, di essere chiamati a scuola per raccontare storie e filastrocche, cantare canzoni e insegnare agli studenti parole ed espressioni nei loro idiomi e dialetti. Per molti insegnanti, lavorare su tematiche interculturali a partire dalle lingue ha avuto come conseguenza positiva la presa di coscienza della ricchezza educativa e didattica del plurilinguismo e dei suoi vantaggi cognitivi in classe.&nbsp;Trasferire le parole sulle mascherine ha suscitato negli studenti anche lo scambio di emozioni sulla situazione difficile che stiamo vivendo. Le mascherine infatti esprimono il desiderio di serenità e gioco, di pace e natura, di amicizia e di amore, di vicinanza, aiuto e protezione, ma anche il bisogno di normalità attraverso la rappresentazione di azioni della quotidianità e parole del “lessico famigliare”. La bellezza dei colori e della fantasia creativa delle mascherine racconta che i bambini e i ragazzi a scuola sembrano sentirsi bene, nonostante limiti, distanziamenti, preoccupazioni, perché percepiscono la scuola come luogo in cui possono esprimersi, comunicare e trovare chi li ascolta.Un video che racconta emozioni e desideri&nbsp;Il video realizzato che raccoglie parte delle centinaia di mascherine realizzate &nbsp;vuole dare l’idea della colorata valanga di bellezza ed emozioni in tante lingue che in un momento molto difficile di restrizioni, impedimenti, insicurezze, ha espresso quanto sia vivo in studenti e insegnanti il desiderio di reagire e fare cose belle insieme dentro la loro scuola, che può e deve essere laboratorio di futuro e di inclusione.

Parole che uniscono

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