Voglio andare a scuola!

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"A che gioco giocavi"? Interviste in famiglia per sperimentare una didattica della vicinanza

Ripensiamo l'accoglienza

Il tempo dell&rsquo;accoglienza e dell&rsquo;integrazione

In questi anni, la scuola multiculturale ha attraversato grosso modo tre fasi, che corrispondono ad altrettanti momenti registrati nei flussi migratori e rintracciabili anche nelle caratteristiche dei &ldquo;nuovi&rdquo; alunni e nelle parole-chiave dei riferimenti normativi. Nella fase iniziale, che possiamo definire dell&rsquo;accoglienza, l&rsquo;attenzione principale venne data al momento dell&rsquo;arrivo, alle mosse di avvio e di inaugurazione del&nbsp; percorso scolastico e della conoscenza reciproca. Allora gli alunni stranieri erano in numero contenuto, provenivano dall&rsquo;estero ed erano considerati soprattutto emigrati da&hellip;., appartenenti ad altri contesti e culture. A met&agrave; degli anni 2000, il flusso di arrivo di allievi non italiani e non italofoni divenne pi&ugrave; vivace e diffuso e l&rsquo;attenzione maggiore venne posta ai &ldquo;problemi&rdquo; sollecitati&nbsp; dall&rsquo;eterogeneit&agrave;: i bisogni, le carenze, la necessit&agrave; di riempire dei vuoti in termini di apprendimento e di conoscenze. In questa fase, la centralit&agrave; viene assegnata&nbsp; alla lingua, all&rsquo;italiano come L2, considerato sia come lingua di comunicazione, che come lingua veicolare per l&rsquo;apprendimento dei contenuti disciplinari. E&rsquo; il tempo&nbsp; dell&rsquo;integrazione, durante il quale si affinano le competenze professionali di una parte dei docenti, si moltiplicano gli interventi e i dispositivi mirati e specifici: laboratori linguistici, forme e figure di mediazione, materiali didattici facilitati e semplificati.

Inclusione e con-cittadinanza 

Oggi la situazione &egrave; di nuovo cambiata. Il flusso degli allievi neoarrivati &egrave; decisamente ridotto, mentre i minori stranieri nati in Italia hanno superato&nbsp; percentualmente i nati all&rsquo;estero. Abbiamo a che fare quindi con &ldquo;nuovi o futuri italiani&rdquo;, che pongono ancora&nbsp; delle domande e situazioni specifiche (l&rsquo;apprendimento della lingua dello studio, esiti scolastici pi&ugrave; spesso negativi e percorsi di studio rallentati,&nbsp; modalit&agrave; di orientamento scolastico e professionale penalizzanti), ma che crescono qui fin da piccoli, cittadini insieme ad altri cittadini. Stranieri inconsapevoli o italiani in attesa. Lo sguardo didattico specifico, volto a organizzare dispositivi, laboratori e&nbsp; materiali dedicati, proprio di interventi a carattere compensatorio, deve quindi ampliarsi per diventare inclusivo, in grado di tenere insieme le classi-mondo, le piccole comunit&agrave; di uguali e diversi che rispecchiano la comunit&agrave; pi&ugrave; grande e plurale che gi&agrave; &egrave;, o che sar&agrave;.

Uno sguardo alle vulnerabilit&agrave; e ai talenti&nbsp; &nbsp; &nbsp;

Sempre di pi&ugrave; nella scuola abbiamo oggi a che fare con&nbsp; istanze e domande d&rsquo;inclusione e di cittadinanza e solo in parte con richieste e bisogni d&rsquo;accoglienza e di integrazione. Domande che&nbsp; sono pi&ugrave; silenziose, ma non per questo meno urgenti. Esse&nbsp; hanno a che fare&nbsp; con i temi dell&rsquo;uguaglianza delle opportunit&agrave;, delle aspettative della scuola nei confronti della famiglia, della solitudine nel tempo extrascolastico di una parte dei minori, delle relazioni nelle classi e fuori dalla scuola. Riguardano inoltre sempre di pi&ugrave;&nbsp; l&rsquo;orientamento alle scelte per il futuro e i rischi gi&agrave; evidenti di una&nbsp; canalizzazione formativa verso il basso dei ragazzi non italiani.&nbsp; E hanno a che fare anche&nbsp; con le difficolt&agrave; economiche, con la crisi che toglie diritti e spazi educativi&nbsp; anche ai pi&ugrave; piccoli e che rende pi&ugrave; fragili e frammentari i loro percorsi educativi. Le domande rischiano tuttavia - soprattutto oggi in una situazione generale di crisi e di contrazione delle risorse -&nbsp; di&nbsp; non diventare&nbsp; &ldquo;massa critica&rdquo; e&nbsp; di non fare rumore. Nei confronti di coloro che sono nati&nbsp; qui e che fanno il loro ingresso nella scuola &ldquo;alla pari&rdquo;, le attese sono pi&ugrave; alte,&nbsp; ma questo rischia talvolta di lasciare nell&rsquo;ombra le vulnerabilit&agrave; non subito evidenti, legate alle condizioni di vita precarie, alla provvisoriet&agrave;&nbsp; delle&nbsp; risorse famigliari, alla mancanza di&nbsp; beni linguistici e culturali &nbsp; nel tempo extrascolastico.&nbsp; In una parola, alle condizioni di&nbsp; partenza&nbsp; del viaggio educativo che non&nbsp; sono alla pari.&nbsp; &nbsp; E di lasciare nell&rsquo;ombra anche saperi e saper fare che trovano espressione, ad esempio, nella conoscenza di altre lingue e in altri linguaggi: talenti e competenze che andrebbero&nbsp; invece riconosciuti e scambiati. &nbsp; &nbsp;

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Cambiare la narrazione 

Al tempo stesso, questa fase pi&ugrave; matura chiede di indirizzare l&rsquo;attenzione alla comunit&agrave; nel suo insieme e non pi&ugrave; solo di attivare uno sguardo specifico a chi viene da lontano. Qual &egrave; il polso emotivo della piccola comunit&agrave;-classe? Quali relazioni, vicinanze o distanze si consumano e si tessono giorno dopo giorno fra adulti e minori che abitano la scuola? Quali atti e parole di discriminazione, spesso silenziosi, chiedono di essere visti, prevenuti&nbsp; e riparati? &nbsp; E quali talenti, saperi, forme di bi o plurilinguismo chiedono di essere conosciuti e riconosciuti? Si tratta quindi oggi di procedere lungo due direzioni:&nbsp; da un lato,&nbsp; diffondere e portare&nbsp; a sistema le azioni specifiche e di qualit&agrave; per&nbsp; l&rsquo;integrazione, continuando&nbsp; la strada della sperimentazione e dell&rsquo;innovazione dei materiali e dei dispositivi. Dall&rsquo;altro lato,&nbsp; tuttavia,&nbsp; &egrave; necessario allargare lo sguardo in un&rsquo;ottica di inclusione e con-cittadinanza dei futuri cittadini, attenta alle relazioni, allo scambio reciproco, alle forme positive e feconde del contatto fra uguali e diversi.

Il documento &ldquo;Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l&rsquo;integrazione dei alunne e alunni provenienti da contesti migratori&rdquo; (Ministero dell&rsquo;Istruzione 2022), elaborato dall&rsquo;Osservatorio nazionale per l&rsquo;integrazione degli alunni stranieri e l&rsquo;intercultura, adotta uno sguardo pi&ugrave; ampio, individuando i soggetti privilegiati delle azioni e le attenzioni da praticare.&nbsp; Propone alcune priorit&agrave;&nbsp; per una scuola inclusiva interculturale e fra queste:

1. Ribadire e garantire&nbsp; il diritto all&rsquo;inserimento scolastico immediato degli alunni neoarrivati.

2. Facilitare e promuovere la frequenza della scuola dell&rsquo;infanzia e dei servizi educativi 0-6 anni da parte delle bambine e dei bambini provenienti da contesti migratori.

3. Contrastare e prevenire il ritardo scolastico.

4. Accompagnare i passaggi di scuola e contrastare la dispersione e l&rsquo;abbandono scolastico.&nbsp; &nbsp;

5. Organizzare un orientamento efficace alla prosecuzione degli studi e investire sul protagonismo degli studenti.

6. Sostenere l&rsquo;apprendimento dell&rsquo;italiano L2, lingua di scolarit&agrave;.

7. Riconoscere e valorizzare il plurilinguismo e la diversit&agrave; linguistica presente nelle classi.

8. Prevenire la segregazione scolastica.

9. Coinvolgere le famiglie nel progetto educativo per i loro figli.

10. Promuovere l&rsquo;educazione interculturale e la formazione dei docenti.

La scuola inclusiva punta in alto 

La scuola pu&ograve; proporre la valorizzazione dell&rsquo;incontro tra le differenze e della specificit&agrave; di ciascuno nella misura in cui non abbassa le aspettative e i traguardi. &nbsp; Un progetto didattico che,&nbsp; per includere,&nbsp; rende la propria proposta povera di stimoli e poco sfidante, mette in atto una cattiva inclusione. Al contrario, il processo inclusivo punta a portare ciascuno al migliore sviluppo e apprendimento possibile e cerca di rendere attivo ogni alunno. Per fare questo, i principi e i riferimenti vanno tradotti in azioni e forme organizzative. Oggi la prospettiva pedagogica della scuola inclusiva pu&ograve; contare su nuovi orientamenti e linee guida; pu&ograve; replicare&nbsp; pratiche e strumenti gi&agrave; sperimentati, anche se molto resta da fare soprattutto per quanto riguarda l&rsquo;articolazione dei curricoli, l&rsquo;attenzione educativa ai pi&ugrave; piccoli, la valorizzazione di lingue, saperi e competenze, la disponibilit&agrave; di risorse e dispositivi mirati. Ma ci&ograve; che abbiamo imparato in questi anni dalla sperimentazione di percorsi di integrazione di inclusione efficaci pu&ograve; contribuire a ripensare la scuola per tutti e per ciascuno, perch&eacute;, come scrive il Ministro nella presentazione del documento: &ldquo;Sono state le sfide pi&ugrave; difficili&nbsp; a far progredire l&rsquo;innovazione e la nostra cultura pedagogica&rdquo;.

Scarica il <a href="https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Orientamenti+Interculturali.pdf/be99b531-74d3-8035-21af-39aaf1c285f5?version=1.0&amp;t=1647608565245" target="_blank">documento degli Orientamenti</a>

Insegnare &egrave;, e sar&agrave; sempre di pi&ugrave;, mestiere interculturale. L&rsquo;eterogeneit&agrave; - delle lingue, delle provenienze e contesti, dei riferimenti culturali e religiosi - caratterizza infatti in maniera evidente e strutturale il paesaggio educativo e scolastico attuale.&nbsp; La scuola multiculturale di oggi &egrave; in parte diversa da quella di ieri, quanto a caratteristiche della pluralit&agrave; che la abita, a bisogni di apprendimento degli alunni, a competenza professionale dei docenti. E proprio per rispondere a nuove domande, arriva il nuovo e atteso documento dell&rsquo;Osservatorio nazionale per l&rsquo;integrazione di alunne e alunni provenienti da contesti migratori, che qui presentiamo e che riprende il tema dell&rsquo;inclusione nella pluralit&agrave; guardando al presente e al futuro.&nbsp; &nbsp; &nbsp;

Orientamenti interculturali: idee e proposte per l’integrazione

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