Articoli
Oltre Halloween: i bambini e la morte
Se i nostri nonni erano imbarazzati a spiegare come si nasce, oggi facciamo fatica a parlare ai bambini delle “cose della morte”.
La morte, oggi, è divenuta qualcosa che
suscita imbarazzo
e pudore, o viceversa degenera in una sorta di
pornografia
. È divenuta evento invivibile, impensabile, non rappresentabile se non nell’eccesso.
È del tutto naturale che verso i bambini ci si atteggi in un modo conseguente ai vissuti e alle rappresentazioni sociali generali: ricevo spesso
richieste di aiuto da parte di genitori o insegnanti
, tutti in cerca di indicazioni su come affrontare con i bambini
la morte di un loro caro
. Sembrano incerti tra alternative diverse ma tutte all’insegna di un imbarazzo che ricorda un poco quello dei genitori di un tempo, se dovevano spiegare come nascono i bambini: inerpicarsi in complicate spiegazioni biomediche, annullare il corpo collocando i defunti su qualche stella in cielo, o addirittura nascondere ai bambini il decesso del parente.
Anche qui un curioso ribaltamento: siamo passati dall’imbarazzo sul come nascono i bambini all’ imbarazzo su come si muore . I bambini di oggi vengono probabilmente istruiti assai più precocemente sul primo argomento e lasciati completamente all’oscuro del secondo, come se si trattasse appunto di una forma di pornografia.
Scriveva il poeta Clemente Di Leo:
«Educate i bimbi alla morte.
È irreale l'unica cosa vera
ma lì scoppiano i colori della vita...».
È un appello accorato che mi sento di rilanciare, nella dolente consapevolezza che per parlare ai bambini della morte occorre saperne parlare prima di tutto a sé stessi . Per molti adulti invece essa rappresenta spesso una perdita drammatica che colpisce gli indifesi e li lascia svuotati e privi di riferimenti talvolta per anni. Di fronte alla morte tanti adulti di oggi diventano afasici , e in quella condizione come potrebbero parlarne ai bambini? Se i nostri nonni erano imbarazzati a parlare delle cosiddette “cose della vita” ai più giovani, oggi i loro figli faticano immensamente a parlare ai propri bambini delle “cose della morte”. Mi auguro che queste righe possono promuovere una maggiore consapevolezza di questa carenza culturale che sta avanzando tra noi e alla quale potremmo iniziare a porre rimedio.