Come valutare? 

Sarà l’anno della (auto)valutazione?

Arrivano i nostri (valutatori)

Le pratiche valutative quotidiane non sono minimamente toccate dall&rsquo;Ordinanza

In queste settimane ho incontrato alcune scuole che stanno ragionando sulle ricadute concrete del nuovo sistema. Da questo scambio di opinioni e di ipotesi di lavoro ho estratto alcune domande e risposte che spero possano aiutare i dirigenti scolastici e i docenti impegnati nella concreta applicazione delle nuove norme evitando i due tipici rischi che si corrono in questi casi: quello di applicare la norma in modo rigido e acritico, da una parte; e, dall&rsquo;altra, quello di camuffare, solo formalmente, quello che si &egrave; sempre fatto per farlo sembrare coerente con i cambiamenti intervenuti. Nel corso del botta e risposta chiamer&ograve; l&rsquo;Ordinanza Ministeriale n. 3/2025 semplicemente &ldquo;Ordinanza&rdquo;.

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Quali sono le cose che obbligatoriamente devono cambiare?

Ci&ograve; che deve cambiare &egrave; l&rsquo;espressione finale con cui si comunicano gli esiti di ogni alunno alla sua famiglia e all&rsquo;alunno stesso. Questo deve avvenire adottando la scala a sei livelli che ormai tutti conosciamo: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente, non sufficiente. Questi sei &ldquo;giudizi sintetici&rdquo; devono riferirsi complessivamente a ognuna delle discipline di insegnamento.

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Non c&rsquo;&egrave; nient&rsquo;altro di obbligatorio da fare?

No. E questo &egrave; un punto importante da considerare. L&rsquo;Ordinanza dispone unicamente la modifica della scala di valutazione sintetica: dai quattro livelli precedenti (avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione), che per&ograve; dovevano essere accompagnati da &ldquo;giudizi descrittivi&rdquo;, agli attuali sei, senza ulteriori specificazioni.

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E allora l&rsquo;allegato A con la descrizione dei giudizi sintetici che valore ha?

L&rsquo;allegato A &egrave; una sorta di &ldquo;legenda&rdquo; che fornisce una prima spiegazione dei giudizi sintetici ma non implica alcun adempimento da parte delle scuole. &Egrave; una prima risposta alla domanda: &ldquo;Che cosa significa &lsquo;ottimo&rsquo;? Che cosa significa &lsquo;sufficiente&rsquo;?&rdquo; ecc. Ma, come si vede leggendo le descrizioni, non si tratta di una risposta personalizzata per ciascun alunno.

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Cosa possono fare le scuole per integrare i nuovi giudizi sintetici e dare continuit&agrave; alle metodologie valutative e agli strumenti di comunicazione fin qui utilizzati?

Se entriamo nel campo delle cose che le scuole possono fare, pur senza obblighi, allora siamo di fronte a un panorama molto ampio. Anzitutto occorre ricordare che le pratiche valutative quotidiane non sono minimamente toccate dall&rsquo;Ordinanza. Se una scuola utilizzava strategie di valutazione particolari (simboli, tabelloni murali, griglie, premi ecc.) potr&agrave; continuare a farlo senza problemi. Ma anche a proposito del documento di valutazione l&rsquo;adozione dei nuovi giudizi non impedisce di arricchire la comunicazione come infatti appare nell&rsquo;esempio 2 riportato nella nota di trasmissione dell&rsquo;Ordinanza (Nota MIM 2867). In quell&rsquo;esempio viene aggiunta una &ldquo;quarta colonna&rdquo;, non obbligatoria, nella quale sono riportati gli obiettivi di apprendimento pi&ugrave; pertinenti. In questo modo i genitori si rendono conto delle effettive competenze cui si riferisce il giudizio. 
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E la descrizione del livello globale che fine fa?

Ovviamente resta e si pu&ograve; utilizzare per dare informazioni pi&ugrave; specifiche sul processo di apprendimento di ogni bambino.

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A proposito di integrazioni dei giudizi sintetici: &egrave; da ritenersi obbligatoria la declinazione dei giudizi (e delle relative descrizioni presenti nell&rsquo;allegato A) per ciascuna disciplina e anno di corso?

Direi proprio di no. &Egrave; questa una delle integrazioni possibili, sicuramente sensate e utili, ma non obbligatorie. D&rsquo;altra parte, l&rsquo;Ordinanza prospetta questa possibilit&agrave; in forza dell&rsquo;autonomia didattica. Se questa declinazione fosse obbligatoria si otterrebbe il paradosso di forzare la scuola a dettagliare pi&ugrave; di quanto non ritenga utile fare la scuola stessa. E poi ricordiamoci sempre che l&rsquo;intento di questa norma &egrave; quello di semplificare.

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Tornando alle possibili integrazioni, una eventuale &ldquo;quarta colonna&rdquo; con gli obiettivi di apprendimento potrebbe riportare informazioni individualizzate? Tipo: &ldquo;Lucia comprende senza incertezze brevi testi e, in modo pi&ugrave; discontinuo, testi pi&ugrave; complessi&rdquo;?

Teoricamente s&igrave;, ma per questo livello di informazione &egrave; forse pi&ugrave; appropriata l&rsquo;interazione verbale in classe o durante i colloqui con i genitori. In questo modo le indicazioni potranno essere arricchite con esempi e lavori originali dell&rsquo;alunno da esaminare insieme. Ma su questo argomento, che definirei &ldquo;promozione dell&rsquo;autovalutazione e dell&rsquo;automiglioramento&rdquo; si potrebbe fare anche di pi&ugrave;.

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Ad esempio?

Mi ha molto colpito l&rsquo;idea di una scuola di istituire il &ldquo;feedback day&rdquo;. Un giorno nel quale nelle classi si d&agrave; vita a una restituzione, bambino per bambino, dei suoi successi e degli impegni futuri. In quel giorno i bambini si mettono in cerchio e il docente offre a ogni bambino una sintesi, semplificata ma non banalizzata, di come stanno andando le cose a scuola. Potrebbe seguire uno schema del tipo: &ldquo;Andrea, tu fai davvero bene queste cose&hellip; ti stai impegnando su queste altre&hellip; e questo &egrave; il mio consiglio speciale&hellip;&rdquo;. Ma l&rsquo;aspetto pi&ugrave; rilevante &egrave; che a ogni bambino si chiede se si ritrova nella sintesi del docente e cosa altro pensa del suo percorso scolastico. Ecco, in questo caso, se qualcuno obiettasse qualcosa gli si potrebbe dire: &ldquo;ma questo &egrave; coerente con la promozione all&rsquo;autovalutazione presente tra le finalit&agrave; della valutazione indicate dalla legge (D. Lgs. N. 62/2017) che l&rsquo;Ordinanza non ha modificato&rdquo;. Una risposta ineccepibile. 
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