Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

L’emergenza Covid non dà tregua alla scuola ed anzi si inaspriscono le misure per contrastare i rischi di contagio. È stata rilevata infatti una particolare capacità di contagio fra i giovani della cosiddetta variante inglese del virus e questo sta provocando una preoccupante risalita dei contagi, come è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta il 2 marzo dai ministri Speranza e Gelmini e da Brusaferro (presidente dell’Istituto Superiore di Sanità) e Locatelli (presidente del Consiglio Superiore di Sanità). A tal proposito è stato registrato un aumento del numero di casi contagiati sia nella fascia 6-10 anni che 10-19 anni, anche se non associati a sintomi gravi. È vero – come è stato ribadito nel corso della conferenza stampa – che l’ambiente scolastico è ben normato e in grado di mettere in atto misure adeguate di distanziamento, ma ovviamente non vi è solo la scuola e gli altri momenti di aggregazione degli alunni e degli studenti incidono sul numero di contagi coinvolgendo inevitabilmente anche le istituzioni scolastiche.Il nuovo DPCM, firmato il 2 marzo, in vigore dal 6 marzo e produrrà effetti fino al 6 aprile. Per quanto riguarda la scuola, recependo quanto era stato proposto dal Comitato Tecnico Scientifico nazionale, viene stabilita l’automatica chiusura delle scuole di ogni ordine e grado collocate in zona rossa con il conseguente ricorso alla didattica a distanza. Si provvede inoltre alla chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado a livello locale (comunale, provinciale o regionale) quando l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 ogni 100.000 abitanti a prescindere dal colore della zona interessata o in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. In sostanza il nuovo DPCM stabilisce regole più stringenti e definite per la chiusura totale delle scuole e il conseguente ricorso alla didattica a distanza. Nelle zone poste in zona rossa sono sospese le attività educative anche nei servizi per l’infanzia (asili nido).La didattica in presenza viene comunque garantita per le scuole dell’infanzia e primarie che si trovano in zona arancione o gialla, a differenza degli istituti superiori poste nelle medesime zone, che possono praticare la didattica in presenza per il 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca.Rimane confermato che, in caso di chiusura totale delle scuole, resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali di ogni ordine e grado, come peraltro previsto dal DM 89/2020 e dall’OM 134/2020.&nbsp;Va da sé che in caso di chiusura delle scuole le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado si svolgono con modalità a distanza.

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