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Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Come fa quella persona a essere così serena? Perché si arrabbia? Non si sente in imbarazzo? Non è sempre facile capire le emozioni altrui né cogliere perché in quella situazione quella persona si senta così. Noi al suo posto avremmo magari avuto reazioni differenti e ci riesce difficile cogliere che cosa davvero provi. Si tratterebbe di empatizzare: centrare le proprie emozioni e cogliere quelle altrui, spesso diverse dalle proprie. Empatizzare favorisce il benessere, la socializzazione e la motivazione. Comprendere come l’altra persona si sente le consente di sentirsi accettata e integrata e di esprimere se stessa. È quindi importante capire su quali fattori agire per favorire le capacità empatiche. Fra questi vedremo la personale regolazione emotiva.

Come fa quella persona a essere così serena? Perché si arrabbia? Non si sente in imbarazzo?
 
 Non è sempre facile capire le emozioni altrui né cogliere perché in quella situazione quella persona si senta così. Noi al suo posto avremmo magari avuto reazioni differenti e ci riesce difficile cogliere che cosa davvero provi. Si tratterebbe di empatizzare: centrare le proprie emozioni e cogliere quelle altrui, spesso diverse dalle proprie.
 
 Empatizzare favorisce il benessere, la socializzazione e la motivazione. Comprendere come l’altra persona si sente le consente di sentirsi accettata e integrata e di esprimere se stessa. È quindi importante cap

Come fa quella persona a essere così serena? Perché si arrabbia? Non si sente in imbarazzo?Non è sempre facile capire le emozioni altrui né cogliere perché in quella situazione quella persona si senta così. Noi al suo posto avremmo magari avuto reazioni differenti e ci riesce difficile cogliere che cosa davvero provi. Si tratterebbe di empatizzare: centrare le proprie emozioni e cogliere quelle altrui, spesso diverse dalle proprie.Empatizzare favorisce il benessere, la socializzazione e la motivazione. Comprendere come l’altra persona si sente le consente di sentirsi accettata e integrata e di esprimere se stessa. È quindi importante capire su quali fattori agire per favorire le capacità empatiche. Fra questi vedremo la personale regolazione emotiva.

La regolazione emotiva favorisce dunque sia il proprio benessere sia l’empatia, e quindi lo star bene con gli altri (Benita, Levkovitz, Roth, 2017). Ci si può quindi chiedere come svilupparla. A un primo livello è possibile rafforzare un ambiente supportivo dell’autodeterminazione che invita a un’esplorazione dei propri stati emotivi e alla scelta, manifestando attenzione al punto di vista dell’altro, le sue emozioni, nel rispetto dei tempi individuali. Nel concreto sarebbero da evitare espressioni controllanti e coercitive del tipo «Non ti arrabbiare!» oppure «Non ti vergogni?» e preferire «Come ti senti? C’è qualcosa che puoi fare per stare meglio?». A un secondo livello è possibile favorire l’adozione di strategie autodirette che portano a chiedersi come ci si sente, a dare un nome alle proprie emozioni e poi a sviluppare modalità consapevoli di trasformazione del proprio vissuto emotivo attraverso i tre passaggi definiti da Gross (1998):<ol><li style="text-align: justify;">prestare attenzione ad aspetti gestibili della situazione (o che ci fanno stare meglio); </li><li style="text-align: justify;">modificare la situazione (facendo qualcosa ove possibile); </li><li style="text-align: justify;">cambiare l’interpretazione, ovvero il modo in cui la situazione è vissuta, l’insieme di significati, ciò che rappresenta per sé. </li></ol>Queste tre linee possono essere intraprese in successione e innescare circoli ricorsivi. In particolare, ci si può focalizzare su almeno un aspetto gestibile della situazione, affrontarla, reinterpretarla. Supponiamo il caso di uno studente che scoprisse di avere preso un brutto voto. Potrebbe reagire con rabbia, tristezza, disappunto, delusione o altro, a seconda dei propri obiettivi, delle aspettative, del contesto. Per poter regolare questa emozione portandola auspicabilmente a una più propositiva (per esempio il senso di sfida che favorisce il desiderio di recuperare) sarebbe importante che – preferibilmente in un ambiente supportivo che accompagna e non giudica come ci si sente – si focalizzasse su “che cosa ha sbagliato” e su “come recuperare”, per poi attivamente riorganizzare il proprio tempo, pianificare uno studio più mirato e ovviamente una successiva verifica. Ciò lo porterebbe a stare meglio e conseguentemente a essere più empatico con gli altri (e con sé), traducendosi in livelli più adattivi di motivazione caratterizzati dal percepire accettazione, competenza e volizione.

Come sviluppare la regolazione emotiva

La regolazione emotiva favorisce il proprio benessere e l’empatia, quindi lo star bene con gli altri

Diversamente da quanto si potrebbe immaginare, non è principalmente lo sforzarsi di capire come l’altro si sente o il riconoscere i sentimenti altrui a favorire e mantenere l’empatia, ma la capacità di “stare presso di sé” dal punto di vista emotivo, ovvero di riuscire a regolare efficacemente il proprio vissuto emotivo. Nel fare ciò, secondo Roth et al. (2014) si passerebbe attraverso tre stadi, tratteggiati nella Figura 1. Evidentemente la condizione migliore è quella in cui si riesce a regolare e cioè riconoscere, modulare, modificare le proprie emozioni non in maniera confusa, né coercitiva, ma autodeterminata, cioè scegliendo e riuscendo a direzionare il proprio vissuto emotivo in modo da favorire la soddisfazione degli imprescindibili bisogni di relazione, competenza e autonomia (Ryan, Deci, 2000).

<ul><li style="text-align: justify;">Benita M., Levkovitz T., Roth G. (2017), «Integrative emotion regulation predicts adolescents’ prosocial behavior through the mediation of empathy», Learning and Instruction, 50, 14-20. </li><li style="text-align: justify;">Gross J.J. (1998), «The emerging field of emotion regulation: An integrative review», Review of General Psychology, 2, 271-299. </li><li style="text-align: justify;">Roth G., Benita M., Amrani C., Shachar B.-H., Asoulin H., Moed A., Kanat-Maymon Y. (2014), «Integration of negative emotional experience versus suppression: Addressing the question of adaptive functioning», Emotion, 14, 908-919. </li><li style="text-align: justify;">Ryan R.M., Deci E.L. (2000), «Self-determination theory and the facilitation of intrinsic motivation, social development, and well-being», American Psychologist, 55, 68-78. </li></ul>

La consapevolezza delle proprie emozioni favorisce l’empatia

Mi capisco, ti capisco

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