&ldquo;&Egrave; vero che c&#39;&egrave; un asteroide che porta il tuo nome?&rdquo;

&ldquo;Eh s&igrave;, l&#39;hanno intitolato a me cos&igrave; io sar&ograve; per sempre in cielo...&rdquo;

A cento anni dalla nascita, vogliamo ricordare Margherita Hack con le sue parole. In un&#39;intervista a Federico Taddia, l&#39;astrofisica risponde alle domande solo apparentemente buffe e strane, che svelano la sua passione per l&#39;astronomia, il desiderio di divulgarla a tutti, bambine e bambini compresi, e il suo inconfondibile carattere ironico.

&ldquo;Lo spazio &egrave; pieno o vuoto? Come si fa a vedere un buco nero se &egrave; nero? Perch&eacute; Galileo ti sta cos&igrave; simpatico? Ami di pi&ugrave; i gatti o le stelle? Su quale pianeta vorresti andare?&rdquo;

Le risposte di Margherita Hack a queste e altre domande di Federico Taddia sono nel libro Perch&eacute; le stelle non ci cadono in testa, che Editoriale Scienza ha ripubblicato in questi giorni proprio per il centenario.

<h2>L&#39;intervista per La Vita Scolastica </h2>

Nel 2007 &egrave; uscita su La Vita Scolastica un&#39;intervista a Margherita Hack, sull&#39;insegnamento dell&#39;astronomia a bambine e bambini. Ecco le sue parole.

Le Facolt&agrave; di Scienze della Formazione possono dare una mano all&rsquo;Astronomia per essere studiata anche nella scuola primaria?

Cominciamo col dire che non esiste una materia, l&rsquo;Astronomia, che si insegna a parte. In realt&agrave;&nbsp;esistono nozioni di fisica che i bambini devono conoscere per capire dove si trova la Terra nello spazio, cosa &egrave; la luce del Sole e cos&igrave; via&nbsp;. Infatti, si parla di Astrofisica per indicare lo stretto legame tra la fisica e lo studio degli astri. &Egrave; un bene che i docenti della primaria ora siano laureati e che possano avere un valido bagaglio scientifico&hellip;

Ma non &egrave; facile, alla primaria, creare negli alunni un bagaglio scientifico con la carenza di laboratori...

Il discorso della necessit&agrave; del laboratorio scientifico &quot;altrimenti non si fa scienza&quot; &egrave; una scusa che non regge. Il laboratorio scientifico della scuola primaria si pu&ograve; fare anche in classe con le cose di tutti i giorni. Io non ho molta pratica con l&rsquo;insegnamento dei bambini, ma&nbsp;rimango stupita quando vedo quello che riescono a fare i docenti &ldquo;ispirati&rdquo;&nbsp;, come quelli che ho di recente incontrato in un paesino vicino Pordenone.

Due maestri avevano recuperato delle bottiglie e, riempiendole a diversa altezza con acqua, ne avevano prodotto&nbsp;strumenti a percussione&nbsp;con cui fare musica&hellip; E ancora, avevano realizzato con i bambini un plastico usando la carta di giornale recuperata. Hanno costruito con la cartapesta le case e hanno messo delle piccole lampade, fatte accendere dalla&nbsp;dinamo di una bicicletta&nbsp;che una bambina pedalava... In questo caso, i possibili collegamenti tra fisica e astronomia si possono fare a proposito della luce, parlando del filamento della lampada che si ri&nbsp;scalda e ricordando che anche la luce del Sole ha origine in una delle tante forme in cui si trova l&rsquo;energia (elettrica, chimica, nucleare ecc.).

Tutto secondo una programmazione fatta a monte dal docente senza elucubrazioni teoriche, ma puntando per i bambini alla&nbsp;sperimentazione minima ed efficace&nbsp;.

Perch&eacute; parla di docenti &ldquo;ispirati&rdquo;?

Perch&eacute; non basta avere una laurea per insegnare scienza o altra materia. Come ho gi&agrave; detto, le Scienze della Formazione danno il bagaglio culturale; poi un docente insegna bene se gli piace la materia e vuol farla capire!

&nbsp;Qui viene fuori il docente che &egrave; anche una nota divulgatrice&hellip;

In un certo modo&nbsp;la divulgazione &egrave; un avvicinarsi progressivo ai concetti&nbsp;, anche complessi, utilizzando dei paragoni che siano familiari al pubblico.

Nel caso della scuola primaria, il maestro che vuole spingersi nello spazio pu&ograve; partire proprio dalla Terra dove tante citt&agrave; formano una nazione; la nazione fa parte di un continente e i cinque continenti formano la Terra. Ebbene, ai bambini si pu&ograve; dire che il Sole, una stella, forma con i pianeti una&nbsp;nazione/ sistema solare&nbsp;; tante nazioni/stelle formano un continente/galassia e tanti miliardi di galassie formano l&rsquo;universo&hellip;

Cos&igrave; come si studia la Geografia e la propria posizione sulla Terra, il bambino deve cominciare a pensare al suo posto nello spazio&hellip; Il confronto uomo/universo pu&ograve; cominciare per i bambini con una semplice meridiana. Un pezzo di legno che ogni mezzogiorno segna la sua ombra che varia con le stagioni.

Questo &egrave; stato uno dei primi modi in cui l&rsquo;uomo in passato studi&ograve; il cielo. Oggi si pu&ograve; partire ancora da una meridiana e, grazie alle nuove tecnologie formative/informative, i bambini possono fare molto di pi&ugrave;: tutto dipende da&nbsp;quei docenti preparati e &ldquo;ispirati&rdquo;&nbsp;di cui le ho gi&agrave; detto.

Margherita Hack e le stelle: a cento anni dalla nascita