Voglio andare a scuola!

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Ripensiamo l'accoglienza

Sull&rsquo;onda del successo italiano alle olimpiadi di Tokio questa estate Giovanni Malag&ograve; ha proposto di arrivare al pi&ugrave; presto a uno Ius soli sportivo. Poich&eacute; la proposta &egrave; venuta dal presidente di un Coni vincente, la questione &egrave; rimbalzata per qualche giorno sui media e si &egrave; ricominciato a parlare di Ius soli.

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Cittadinanza percorso a ostacoli

L&rsquo;idea che la concessione della cittadinanza possa riguardare solo chi salti molto in alto o corra pi&ugrave; veloce degli altri &egrave; cos&igrave; ingiusta da apparire indecente e intollerabile, ma il fatto che chi organizzi lo sport nel nostro paese ricordi a tutti che il &ldquo;percorso a ostacoli&rdquo; necessario per diventare cittadini italiani a 18 anni &ldquo;oggi &egrave; infernale e somigli a un girone dantesco&rdquo; &egrave; importante, cos&igrave; come l&rsquo;avere affermato che &ldquo;lo sport e le Olimpiadi hanno dimostrato che ormai l&rsquo;Italia &egrave; multietnica e super integrata&rdquo;.

Che sia multietnica non c&rsquo;&egrave; dubbio, ma superintegrata non lo &egrave; davvero, visto che la dispersione scolastica tra gli studenti senza cittadinanza &egrave; ancora doppia rispetto a quella dei loro compagni e anche il trattamento di chi non &egrave; considerato pienamente cittadino in troppi luoghi di lavoro assume forme di intollerabile sfruttamento, a partire dalle campagne.

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Per educare in coerenza con la Costituzione

Ora la questione dello Ius soli e dello Ius culturae &egrave; tema che non pu&ograve; non stare a cuore a noi che educhiamo cercando di essere coerenti con il dettato della Costituzione.&nbsp; Si tratta infatti di rispondere alla domanda: chi sono gli italiani? Sono tutte e tutti coloro che abitano e lavorano o studiano nel nostro paese o solo coloro che posseggono un documento che certifichi la loro cittadinanza?

Le 40 medaglie conquistate dai nostri atleti rendono chiara a tutti una evidenza: un paese multietnico ha maggiore ricchezza e maggiori potenzialit&agrave;. Non solo nello sport, ma in ogni campo: dall&rsquo;artigianato all&rsquo;arte, al lavoro, alla musica, alle tante nuove imprese aperte da immigrati di prima e seconda generazione. Ben venga dunque la riapertura della discussione e di una necessaria mobilitazione che porti ad affermare con forza la necessit&agrave; di approvare al pi&ugrave; presto, in questa legislatura, una legge sullo Ius soli e Ius culturae, che dia piena cittadinanza al milione di bambini e ragazzi nati qui o arrivati qui da piccoli.

A comprendere l&rsquo;urgenza della questione ha contribuito tra l&rsquo;altro questa estate anche la vicenda di Ikram Nazih, incarcerata al suo arrivo in Marocco e condannata a tre anni e mezzo per blasfemia, per avere condiviso due anni fa su facebook un post che ironizzava su una Sura del Corano. Se l&rsquo;Italia &egrave; riuscita a ottenere la sua liberazione &egrave; perch&eacute; Ikram, a differenza di Patrik Zaki, ha doppia nazionalit&agrave; e, oltre a essere cittadina marocchina, &egrave; anche cittadina italiana.

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Un mondo &quot;tuttattacato&quot;

 
Nel settembre del 2018 oltre cento associazioni diedero vita al Tavolo Saltamuri spinte dalla necessit&agrave; di battersi contro ogni discriminazione nella scuola e nella societ&agrave;. La frase che fu scelta per il primo striscione di quella nuova rete fu: &quot;I diritti o sono universali, o si chiamano privilegi&rdquo;.&nbsp;

In questo ritorno a scuola segnato da tante incertezze e dalla triste constatazione che le stagioni della pandemia abbiano drammaticamente accresciuto distanze sociali e discriminazioni, penso che ripartire dall&rsquo;universalit&agrave; dei diritti sia un buon modo di educare ed educarci a pensare al nostro pianeta tutto intero e &ldquo;tuttattaccato&rdquo;, come intu&igrave; la bambina che coni&ograve; questa nuova parola.&nbsp;

Dobbiamo imparare a considerare il nostro mondo tuttattacato non solo nello scambio di merci e armi o per le drammatiche conseguenze del surriscaldamento globale, ma per un&rsquo;idea di umanit&agrave; da costruire nelle nostre classi giorno per giorno, che ci porti a sentire, comprendere e considerare ogni differenza umana, intelligenza e fragilit&agrave; come una ricchezza da salvaguardare e proteggere ovunque con la medesima convinzione. La libert&agrave; di espressione, vita e movimento di ogni essere umano, infatti, non pu&ograve; non riguardarci ed &egrave; nella scuola che dobbiamo comprenderne il perch&eacute;.

L’urgenza dello Ius soli

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