Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Quando si esaminano documenti internazionali si rimane sempre colpiti dall&rsquo;importanza che viene attribuita all&rsquo;educazione e cura della prima infanzia (ECEC, Early Childhood Education and Care) in quanto ritenuta fondamentale per l&#39;apprendimento, lo sviluppo e il benessere dei bambini, nonch&eacute; per la possibilit&agrave; dei loro genitori di dedicarsi ad un lavoro.

&Egrave; quanto emerge anche dall&rsquo;annuale Rapporto OCSE <a href="https://www.oecd-ilibrary.org/education/education-at-a-glance-2023_e13bef63-en;jsessionid=BcRJF4IZFL1XxSo9sVq8vkfXt9NifeIt9lnBuzhZ.ip-10-240-5-106" target="_blank">Education at a Glance 2023</a>. Insomma, da queste indagini emerge in modo inconfutabile un dato ormai consolidato da tempo: frequentare l&rsquo;asilo nido e la scuola dell&rsquo;infanzia svolge un importante ruolo nello sviluppo cognitivo ed emotivo, nell&rsquo;apprendimento e nel benessere dei bambini. Infatti, i bambini che partecipano a un apprendimento organizzato di qualit&agrave; in tenera et&agrave; hanno maggiori probabilit&agrave; di ottenere risultati scolastici migliori nei gradi scolastici successivi. E questo vale ancor pi&ugrave; per quei bambini che provengono da contesti socio-economici svantaggiati, nei quali si hanno meno opportunit&agrave; di sviluppare le capacit&agrave; cognitive, sociali ed emotive. I progressi compiuti dai bambini in giovane et&agrave; possono avere un impatto duraturo sul loro rendimento scolastico e sul loro benessere.

Non solo: una frequenza sostenibile e accessibile di servizi prescolari rende pi&ugrave; facile per i genitori trovare lavoro e contribuire alla prosperit&agrave; e alla crescita economica, soprattutto per quanto concerne il lavoro delle donne. Anche in questo caso viene confermato un dato gi&agrave; messo in evidenza in precedenti ricerche: lo sviluppo e la diffusione di servizi educativi e scolastici per la fascia 0-6 incrementa le possibilit&agrave; di occupazione delle donne.

Un problema aperto riguarda la definizione di qualit&agrave; di tali servizi, spesso considerata in termini di struttura dei servizi e dei processi in atto all&#39;interno dei contesti educativi. Le caratteristiche strutturali riguardano l&#39;infrastruttura e l&#39;organizzazione dei servizi, come le dimensioni dei gruppi, le modalit&agrave; di finanziamento, le tipologie di personale e la formazione dello stesso. La qualit&agrave; del processo riguarda le interazioni quotidiane che si verificano tra i bambini e il loro ambiente come parte del loro programma educativo, comprese le relazioni con i pari, il personale, le famiglie, le comunit&agrave; e l&#39;ambiente fisico. La combinazione di questi aspetti determina la qualit&agrave; del servizio.

Per quanto riguarda l&rsquo;Italia, va detto che mentre la situazione della scuola dell&rsquo;infanzia appare in linea con gli altri Paesi OCSE, e anzi per molti versi anche pi&ugrave; avanzata (percentuali di frequenze, orientamenti educativi, formazione iniziale del personale docente ecc.), pi&ugrave; problematica appare la situazione degli asili nido, che accolgono ancora pochi bambini rispetto ai possibili fruitori (24 su 100, al posto dei 40 su 100 secondo gli obiettivi fissati dalla UE). E d&rsquo;altro canto il costo della frequenza incide ancora pesantemente sui bilanci familiari. C&rsquo;&egrave; ancora una profonda discrasia tra quanto predicato dai documenti ufficiali, con la sottolineatura dell&rsquo;importanza attribuita ai servizi prescolari, e le concrete possibilit&agrave; di esercizio della frequenza di tali servizi.

Lo zero-sei nel panorama internazionale: cosa dice il rapporto Ocse