Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Il neoministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, nell’assumere questo importante incarico politico di una cosa non dovrà preoccuparsi più di tanto: quella di fare una diagnosi dei problemi che attanagliano la scuola.Bianchi infatti ha&nbsp;coordinato il Comitato di esperti istituito all’epoca dalla ministra Azzolina per elaborare proposte per la ripartenza della scuola in tempo di coronavirus e ha consegnato nel luglio 2020 un corposo dossier (Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro), pubblicato sul sito istituzionale del Ministero solo qualche giorno fa: conosce molto bene quali sono le questioni aperte (peraltro riportate anche nel suo testo Nello specchio della scuola, edito nel 2020).Il problema semmai è verificare cosa riuscirà a portare a termine considerato l’orizzonte temporale (due anni) entro cui potrà operare questo Governo. Avremo modo di approfondire man mano le varie proposte; intanto vogliamo puntare l’attenzione sugli interventi che ci sembrano più urgenti, sottolineando che sarebbe già una grande rivoluzione se il ministro riuscisse a creare le condizioni per garantire il normale svolgimento delle lezioni in tutte le scuole.Questo auspicio può apparire alquanto banale (in fondo l’ordinaria amministrazione è il minimo che si possa pretendere), ma non in una situazione così complessa e compromessa come quella italiana.Prendiamo la situazione dei docenti e degli alunni: in un qualsiasi sistema scolastico, di qualsiasi latitudine, l’autorità responsabile di solito si preoccupa che tutti (docenti e allievi) siano presenti a scuola fin dall’inizio delle lezioni, facendo una programmazione adeguata del fabbisogno (quanti docenti servono per far funzionare la scuola?) e predisponendo una serie di misure perché sia contenuto il più possibile il fenomeno della dispersione scolastica. Già questi due elementi saranno una bella sfida per il neoministro:<ul><li>fare in modo che con l’avvio dell’anno scolastico tutti i docenti siano in cattedra ;</li><li>ridurre per quanto possibile uno dei tassi di dispersione degli alunni più alti in UE, anche incrementando lo sviluppo del tempo pieno nella scuola primaria (soprattutto nel Meridione) e ampliando le esperienze di didattica attiva collegate al territorio (come l’iniziativa dei “Maestri di strada”, citata dallo stesso Bianchi prima di diventare ministro).</li></ul>Il tutto deve avvenire ovviamente in sicurezza e dunque elaborando un piano vaccinale specifico per tutto il personale della scuola e gli studenti e mettendo mano alla situazione molto compromessa dell’edilizia scolastica, riammodernando gli edifici anche sul piano delle infrastrutture telematiche.È una bella sfida quella che attende il neo-ministro, ma gli consigliamo di presidiare anche un altro piccolo aspetto, di forte impatto comunicativo: evitare ogni forma di molestia burocratica nei confronti delle istituzioni scolastiche, deburocratizzare il più possibile la didattica, smetterla con i continui monitoraggi, ridurre all’essenziale la produzione di circolari, direttive e quant’altro. Insomma, che non sia il Ministero uno dei problemi della scuola.In apertura: il giuramento del ministro Patrizio Bianchi, 13 febbraio 2021. Foto&nbsp;www.miur.gov.it

Le sfide del nuovo ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi