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Le scatole delle meraviglie
Il fascino delle raccolte per attivare esperienze e conoscenze da vivere e condividere

Nei nidi e nei servizi educativi si possono spesso trovare, ben esposti in scaffali a giorno, insiemi di oggetti di vario genere e provenienza, suddivisi e conservati in contenitori trasparenti:
• alcuni di origine naturale, come pigne, semi, sassi, conchiglie…;
• altri artificiali e di recupero, come bottoni, tappini…
Queste famiglie di oggetti sono una presenza che merita una riflessione sui significati e sul potenziale educativo: non vanno infatti considerate come semplici assemblaggi, ma possono essere definite “raccolte”.
L’ARTE DI RACCOGLIERE
L’arte del raccogliere, come ci ricorda, Stefano Sturloni, atelierista delle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia, è passione e ossessione propria dei naturalisti “sempre intenti ad annotare avvistamenti, elencare specie, allineare reperti, mettere insieme mappe e collezioni. Un po’ come i bambini, che in quanto a spirito naturalistico non sono secondi a nessuno”.
I bambini amano raccogliere un po’ tutto quello che trovano per terra e si riempiono le tasche di tanti piccoli oggetti. Non sempre però gli adulti sono disponibili ad accogliere le loro scoperte, solitamente li riprendono, vietando loro di raccogliere cose sporche da terra.
Nel contesto del nido, possiamo valorizzare questo gusto per l’esplorazione e la scoperta, osservando con interesse i reperti che ci portano, ascoltando le parole e i racconti che accompagnano i loro ritrovamenti e dedicando piccoli, ma preziosi spazi alle loro raccolte.
I bambini dedicano pazienza e attenzione a queste raccolte di oggetti e materiali realizzando accostamenti e raggruppamenti, fatti o in base a caratteristiche fisiche che suscitano esplorazioni sensoriali e ricerche su forma, colore, dimensione, altre volte seguendo criteri affettivi o esigenze di gioco.
L’idea è di dedicare un piccolo spazio di approfondimento per costruire negli adulti maggiore consapevolezza e attenzione sui significati e sul potenziale educativo delle raccolte realizzate con i bambini, contribuendo così alla progettazione di esperienze e contesti in grado di sostenere, espandere e valorizzare le curiosità, le passioni e gli apprendimenti dei bambini.
Osservare e riconoscere i materiali naturali raccolti.
RACCOLTE NATURALI
Le raccolte di materiali provenienti dalla natura sono fra le più frequenti. In questo caso, è il contesto che determina la tipologia: il giardino del nido, il prato, il bosco, la campagna offrono la possibilità di incontrare elementi naturali differenti.
Queste raccolte acquistano valore come spunto di conversazione per ricordare la loro provenienza, osservare e analizzare con attenzione le caratteristiche di ogni singolo elemento (forma, colore, dimensione, texture, peso…), anche con l’aiuto di strumenti e attrezzature (lenti d’ingrandimento, tavolo luminoso, web camera) e, in seguito, per rintracciarli in libri e testi specialistici di botanica e zoologia ricercando ulteriori informazioni.
Lasciate a disposizione dei bambini, favoriscono i liberi accostamenti e le composizioni estetiche, ma anche le suddivisioni e i raggruppamenti in base alle caratteristiche fisiche e sensoriali dei diversi elementi.
RACCOLTE SPECIALI
Un altro tipo di raccolta, che si può realizzare insieme ai bambini, riguarda gli oggetti che narrano e accompagnano la storia del gruppo.
In questo caso, si tratta di valorizzare i piccoli e disparati oggetti che hanno segnato in modo significativo momenti e passaggi importanti e condivisi:
• un oggetto raccolto in un’uscita particolare;
• un oggetto insolito portato al nido che ha destato curiosità e interesse;
• un oggetto che ricorda un avvenimento importante nella vita del nido.
Queste raccolte, riunite in un contenitore aperto e lasciato a disposizione dei bambini, favoriscono il ricordo di scoperte e momenti di crescita e nutrono il sentimento di appartenenza del gruppo.
Creare scatole delle meraviglie, per conservare
e ricordare.
1. Prepariamo l’uscita con alcuni semplici strumenti per agevolare l’osservazione e la raccolta
• Per gli educatori: zainetto con una dotazione base di lenti ingrandimento, coperta o telo su cui sostare con i bambini, scatoline acchiappa-insetti, piccolo libro-guida per imparare a leggere e riconoscere gli elementi e gli animaletti incontrati.
• Per tutti i bambini: t-shirt o grembiulini con tasche-marsupio per contenere gli oggetti e lasciare libere le mani, cestini o borsine.
2. Rientrati al nido
• Selezioniamo e disponiamo con cura e in maniera ordinata su un piano libero (tavolo o grande foglio di carta da pacco) gli elementi raccolti insieme. Spesso i bambini dispongono i loro oggetti tutti vicini, un po’ ammucchiati, come a farsi compagnia… scopriamo insieme come ogni oggetto, se posizionato con cura nello spazio, guadagna valore e visibilità.
• Dedichiamo un tempo all’osservazione attenta di ciascun elemento e avviamo una conversazione\ricognizione su chi li ha raccolti, da dove provengono, come si chiamano… ogni oggetto ha la sua storia.
• Documentiamo, annotando queste informazioni sul taccuino degli esploratori del gruppo e accompagniamole con alcuni scatti delle scoperte.
• Approfondiamo la ricerca su libri specifici con fotografie e illustrazioni naturalistiche.
• Allestiamo uno spazio accogliente per le collezioni (uno scaffale, una mensola, delle scatoline o dei barattoli) che nel tempo si arricchiranno di nuovi elementi portati dai bambini o trovati insieme nelle prossime uscite.
• “Torniamo a trovarle” regolarmente con i bambini e facciamone oggetto di nuove osservazioni, narrazioni e composizioni…
REALIZZARE UNO SPAZIO DEDICATO
Bruno Munari, artista e designer che ha dedicato molto del suo lavoro ai bambini, sognava dei musei fatti dai bambini per gli adulti. Prendendo ispirazione dalle sue visioni si potrebbero allestire delle piccole mostre negli spazi del nido: micro-esposizioni tematiche delle cose preferite dai bambini nei diversi periodi del loro percorso di crescita.
Come suggerisce Beba Restelli (2019), collaboratrice di Munari, possiamo cercare a casa e al nido, uno spazio da dedicare all’arte della raccolta: può bastare un angolo dell’ingresso, uno scaffale, un ripiano, una mensola o anche una semplice valigia per una mostra itinerante.
Il gioco del raccogliere, se sostenuto e valorizzato, può generare il piacere del collezionare e, nel tempo, la voglia di visitare altre collezioni nei musei, o comunque, di comprendere e dare senso agli oggetti.
Fare questo con i bambini, fin dal nido, significa aiutarli a riconoscere, insieme a noi, il valore degli “oggetti trovati” e, al tempo stesso, imparare a scegliere, conservando solo alcune cose e lasciandone andare altre…
Crescendo i bambini li guardano e riguardano, li mettono in mostra improvvisando curatissime “esposizioni estemporanee da camera”, per poi riporli in scatole speciali e cassetti segreti.
Non è forse questo un precursore di un “gesto del museo”? Così lo definisce Franca Zuccoli (2011), fin da piccoli in qualche modo “ci comportiamo come dei curatori museali osservando, scegliendo, conservando, selezionando, scambiando, mostrando ad altri”.
Si ringraziano per le foto il nido dell’Università di Trento e il nido Cocolar di Udine, gestito da CodessFVG.
Guerra, M. (2019). Le più piccole cose. Milano: Franco- Angeli.
Restelli, B. (2019). Giocare con la natura. A lezione da Bruno Munari. Milano: FrancoAngeli.
Kanstad, J. (2013). Kubbe fa un museo. Milano: Electa Kids.
Zuccoli, F. (2011). Dalle tasche dei bambini…. Reggio Emilia: Edizioni Junior.