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	<li>Fedeli, D. (2024). Educare in 12 parole. Come affrontare oggi la complessit&agrave; della relazione genitori-figli. Firenze: Giunti EDU.</li>
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Spesso, quando si parla dei bambini e dei ragazzi di oggi, si tende a sottolineare una serie di problematiche proprie delle nuove generazioni, imputate talvolta in modo troppo semplicistico a un uso eccessivo di dispositivi tecnologici. Il processo educativo appare cos&igrave; segnato da sfide imponenti e del tutto nuove rispetto al passato. Potremmo allora chiederci se realmente le sfide educative attuali sono oggi cos&igrave; diverse e, per rispondere a tale interrogativo, dovremmo partire dai bisogni dei bambini.

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L&rsquo;ambiente: armonico e coordinato

Durante la crescita un bambino o una bambina ha innanzitutto bisogno di vivere in un ambiente armonico, nel quale le regole basilari sono condivise dai vari agenti educativi (in primis, genitori e insegnanti), cos&igrave; come le modalit&agrave; di gestione delle stesse; alla stessa maniera dovrebbero essere condivisi almeno in parte gli obiettivi educativi, ossia dove vogliamo condurre il bambino nella sua evoluzione (a essere autonomo nello svolgimento dei compiti oppure altruista e prosociale verso i compagni ecc.). Un ambiente armonico e coordinato assicura anche che il bambino venga esposto a modelli e messaggi educativi tra loro coerenti, evitando quelle situazioni di conflittualit&agrave; che sono all&rsquo;origine spesso di condotte sregolate da parte dei bambini.

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Le figure di riferimento: modelli da seguire

Strettamente collegato al precedente, c&rsquo;&egrave; anche il bisogno per il bambino di avere delle figure adulte di riferimento dotate di un adeguato autocontrollo emotivo e comportamentale, in grado di modellare i comportamenti richiesti al bambino. A questo proposito, &egrave; importante ricordare che il processo educativo non si realizza attraverso parole da pronunciare o azioni da compiere, quanto piuttosto nella capacit&agrave; di porsi quale modello credibile agli occhi del bambino. Questo ruolo di modellamento &egrave; fondamentale soprattutto in ambito emotivo, laddove il bambino impara a riconoscere, nominare e gestire le proprie esperienze emotive partendo dall&rsquo;osservazione delle figure di riferimento.

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L&rsquo;autoefficacia: come sentirsi capaci

Un terzo, fondamentale e irrinunciabile bisogno di qualsiasi bambino &egrave; quello di sentirsi competente in qualcosa: si tratta dell&rsquo;autoefficacia, che non &egrave; solamente la percezione del proprio livello di competenza rispetto a un compito o a un&rsquo;attivit&agrave; specifica, ma &egrave; un pi&ugrave; basilare bisogno di ciascuna persona, quello di sentirsi capace. E, come spesso accade, se un bambino non si percepisce competente in un&rsquo;attivit&agrave; adeguata (di tipo scolastico, sportivo, ludico, creativo, ecc.), prover&agrave; a ottenere l&rsquo;attenzione adulta attraverso condotte problematiche, sfidanti, anche aggressive o autoaggressive.&nbsp;

Questi bisogni non cambiano nel corso delle generazioni, perch&eacute; sono radicati nello sviluppo dell&rsquo;individuo, qualunque sia il contesto e l&rsquo;epoca in cui si trova a crescere. E non cambiano neanche oggi, a fronte dei cambiamenti sociali e dell&rsquo;ampio utilizzo delle nuove tecnologie. Da un lato, infatti, proprio la pervasivit&agrave; di questi strumenti richiede un mondo adulto in grado di condividere regole e modalit&agrave; di utilizzo dei dispositivi digitali, al fine di evitare un loro abuso da parte del bambino. Dall&rsquo;altro lato, in questo compito di regolamentazione e modulazione, assume un ruolo centrale il modello offerto dall&rsquo;adulto nel suo rapporto con le tecnologie. Nel mezzo, &egrave; poi fondamentale comprendere come questi strumenti rispondano a vari bisogni dei bambini, a partire da quello di sentirsi competenti nell&rsquo;utilizzare lo strumento tecnologico e le relative applicazioni.

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Le parole chiave: coerenza e credibilit&agrave;

Se allora i bisogni fondamentali dei bambini non cambiano nel corso delle generazioni, in modo simile possiamo individuare alcune parole-chiave che possono scandire l&rsquo;azione educativa dell&rsquo;adulto e che possiamo riassumere in un binomio inscindibile: coerenza e credibilit&agrave;.

Abbiamo gi&agrave; sottolineato il fatto che i bambini hanno il bisogno di crescere in un ambiente educativo armonico e questo implica, per gli adulti di riferimento, la condivisione delle regole fondamentali che scandiscono la giornata a casa, a scuola, al parco ecc.: si tratta della cosiddetta &ldquo;coerenza interpersonale&rdquo;, in virt&ugrave; della quale gli adulti di riferimento (genitori e insegnanti) non solo pongono al bambino le medesime regole di comportamento ma evitano anche di invalidarsi vicendevolmente, per esempio contraddicendo l&rsquo;uno le decisioni dell&rsquo;altro in presenza del bambino stesso. La mancanza di coerenza &egrave; imputabile a diversi fattori: la convinzione del singolo adulto di possedere l&rsquo;approccio ideale alla gestione del bambino, oppure la carenza di abilit&agrave; comunicative necessarie per contrattare delle regole, o ancora la mancanza di tempo per confrontarsi e condividere una determinata impostazione educativa. All&rsquo;altro polo, l&rsquo;adulto deve anche risultare credibile agli occhi del bambino e questo implica un secondo tipo di coerenza, quella &ldquo;intrapersonale&rdquo;, consistente nella capacit&agrave; di mantenere un comportamento corrispondente alle regole presentate in precedenza.

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In conclusione

Coerenza e credibilit&agrave; sono dunque due dimensioni che si intersecano, due assi cartesiani rispetto ai quali possiamo valutare in che misura l&rsquo;adulto &egrave; in grado di costruire un ambiente educativo armonioso e coerente rispetto agli altri e rispetto a s&eacute; stesso in momenti diversi. In questo senso, allora, le parole-chiave dell&rsquo;educazione prendono corpo, sostanziandosi in azioni, atteggiamenti, pensieri, modo di essere e di fare nel rapporto educativo: una sorta di vocabolario delle parole educanti.

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L&#39;immagine &egrave; di Federico Mariani tratta da 10+ Il genio sei tu!, Editoriale Scienza

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