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L'angolo del gioco | Gesti sonori
Organizziamo gli ambienti come “direttori d’orchestra”: predisponiamo spazi, materiali e oggetti considerando anche le loro potenzialità sonore.

Produzioni libere dei bambini
Per comporre una “canzone del cancello” occorre una ringhiera, un oggetto e adulti disponibili ad ascoltare i “suoni segreti” dell’infanzia. Rodari deve aver osservato a lungo i bambini prima di scrivere la storia La canzone del cancello: “Estrasse dalla cartella il righello e lo fece scorrere sulle sbarre di ferro […] emettendo note allegre e saltellanti. […] Non correva più; camminava a piccoli passi […] ne saltava qualcuna, tornava indietro a colpirne di nuovo una che aveva reso un suono particolare”.
Di gesti sonori come questi i bambini ne fanno molti durante una giornata: ritornano sulle loro “note”, le ripetono e fanno variazioni sul tema; battono, scuotono, grattano... oggetti di diverso tipo. L’esplorazione sonora si fa con tutto ciò che passa fra le mani, i piedi... A sostegno della ricerca nel conoscere il mondo intorno a noi, possiamo contemplare anche la dimensione sonora... quando meno te lo aspetti, i bambini suonano le cose nell’angolo della cucina, durante i travestimenti, in bagno...
Ascoltiamo, la “musica spontanea” prodotta e rilanciamo qualche idea.
I suoni possono essere lunghi (diiiin) e corti (tum). In genere, quelli brevi sono più diffusi, quindi individuiamo oggetti che potrebbero generare un suono che si propaga per qualche secondo. Poiché la lunghezza di un suono è data dalla vibrazione di un oggetto, possiamo predisporre “metallofoni”, come una coppa d’acciaio (plliinn) o anche una pattumiera di metallo con pedale (dlloooonnn)...
Come si fa
Le azioni sonore possono essere di diverso tipo, quindi predisponiamo del materiale a diposizione dei bambini:
- per battere, in tale direzione è interessante inserire fra i materiali a disposizione una varietà di battenti, perché uno stesso oggetto, se percosso con strumenti diversi, può produrre suoni differenziati;
- per lo scuotere, vicino ai contenitori, possiamo mettere catenelle (per un suono squillante) o pezzetti di stoffa (per un “suono silenzioso”).
Non dimentichiamo gli “amplificatori” per la voce (tubi di cartone di diversa ampiezza, secchi di latta...) e gli oggetti “grattanti” (tagliere, pettine di legno...).
Come si fa
Ci sono diversi modi per dialogare con i suoni di un bambino.
- Il primo è quello di ascoltarli e cogliere alcuni elementi musicali:
- la ripetizione (ripetere la stessa sequenza: tum tum cià – tum tum cià);
- il contrasto (alternare parti diverse fra loro: tum tum cià – trrrr trrr – tum tum cià);
- la variazione (tum tum cià - tum tum cià cià - tum tum tum cià cià cià). - Il secondo è fare da specchio a un bambino, cioè ripetere i suoni che produce. In questo modo si offre la possibilità di rinforzare la consapevolezza delle proprie esplorazioni sonore e di apprendere da sé stessi.
- Il terzo è giocare con i suoni insieme ai bambini, rilanciare varianti o contrasti e attendere un’eventuale risposta. In questo modo possiamo attivare un vero e proprio dialogo sonoro.
Osserviamo e prendiamo nota dei suoni che i bambini scoprono e approfondiscono ritornandoci più volte nell’arco di un certo periodo. Poi, utilizziamo alcuni di questi per “sonorizzare” una storia.
Come si fa
Ecco tre “trucchi” per offrire ai bambini un mondo sonoro che genera interesse durante una narrazione:
- la sonorizzazione può essere “descrittiva” (riproducendo il suono di ciò che diciamo, “c’era un treno...” e facciamo girare l’asciuga insalata), “narrativa” (mostrando ciò che narriamo, “apre la porta con le chiavi...” e scuotiamo un mazzo di chiavi), “evocativa” (toccando la sfera emotiva, “si arrabbia...” e appallottoliamo un foglio di giornale);
- i suoni, rispetto a ciò che narriamo, possono essere eseguiti dopo avere detto una cosa (confermando), durante (evidenziando) e prima (creando suspense);
- valorizziamo il silenzio, i suoni e le parole prendono slancio e maggiore significato se contornati da pause.