Geografia/Italiano - Il fiume

La civiltà egizia

La mamma, su Skype

L’uso delle tecnologie nella didattica non è nuovo, benché negli ultimi tempi abbia subìto un’imponente accelerazione. Uno dei maggiori benefici attribuiti ai nuovi media è la
 
 multimedialità
 
 , un aspetto riguardante la didattica tout court, che si avvale in misura crescente di supporti multimediali.
 
 Ma che cosa si intende per multimedialità? Come e quando la multimedialità può supportare i processi di insegnamento e apprendimento?
 




 Più non è meglio


 Multimedialità è un’espressione che rimanda all’
 
 impiego sinergico di una varietà di codici espressivi
 
 , dal testo all’immagine statica, dall’audio all’immagine dinamica. Dagli anni ’80-’90 in

L’uso delle tecnologie nella didattica non è nuovo, benché negli ultimi tempi abbia subìto un’imponente accelerazione. Uno dei maggiori benefici attribuiti ai nuovi media è la multimedialità, un aspetto riguardante la didattica tout court, che si avvale in misura crescente di supporti multimediali. Ma che cosa si intende per multimedialità? Come e quando la multimedialità può supportare i processi di insegnamento e apprendimento? 
 
Più non è meglio 
Multimedialità è un’espressione che rimanda all’impiego sinergico di una varietà di codici espressivi, dal testo all’immagine statica, dall’audio all’immagine dinamica. Dagli anni ’80-’90 in poi, si sono diffuse nella scuola applicazioni come i CDRom, le presentazioni multimediali o le videoproduzioni. Ci sono molti esempi di contenuti multimediali realizzati dagli insegnanti, ma non sempre soddisfano i requisiti di una comunicazione didattica efficace.
A volte il piacere per l’effetto speciale sembra prevalere sull’importanza di facilitare i processi di apprendimento. Animazioni che si rincorrono, compresenza di una molteplicità di immagini, eccessiva varietà di colori o di caratteri con grassetti frequenti che finiscono per non evidenziare alcun concetto in particolare e così via. Con la sua teoria del carico cognitivo, John Sweller alla fine degli anni ’80 metteva in guardia rispetto al rischio di sovraccarico cognitivo dovuto a interfacce multimediali mal progettate, che accentuano piuttosto che bilanciare il carico cognitivo.
Si pensi ad una pagina web ricca di effetti speciali in cui la risorsa educativa per essere fruita comporta tempi lunghi di familiarizzazione a scapito del tempo dedicato all’apprendimento dei contenuti. 
 
Principi di multimedialità 
Come orientarsi? Una risposta la troviamo nei lavori di Richard Mayer, che ha messo a punto i cosiddetti principi dell’Apprendimento Multimediale: 
• si apprende meglio quando si combinano in maniera coerente fonti diverse, perché forniscono elementi più ricchi per la memorizzazione e il recupero; 
• si apprende meglio quando stimoli diversi sono vicini tra loro o vengono presentati simultaneamente sulla pagina o sullo schermo; 
• poiché la memoria di lavoro ha una capacità limitata, è necessario non caricare la presentazione con parole e figure irrilevanti o incoerenti; 
• è preferibile associare spiegazioni orali a illustrazioni piuttosto che testo a immagini; 
• è preferibile non utilizzare inutilmente formati diversi; 
• è preferibile usare uno stile non formale.
Ispirarsi a questi principi è un primo necessario passo per un insegnante autore multimediale impegnato nella produzione di contenuti didattici efficaci. 


La multimedialità in classe

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