Valutazione e Italiano L2: “Più parole ascolto e più imparo”

La nuova valutazione.... in lingua

Valutare senza stress…

Esempio 1: colloqui autovalutativi

Esempio 3: esplicitare i ragionamenti

I colloqui autovalutativi proposti al termine del quadrimestre rappresentano un&rsquo;occasione fondamentale per l&rsquo;insegnante, da un lato per raccogliere spunti utili alla sua riprogettazione del percorso, dall&rsquo;altro per mettere in luce apprendimenti che, nella pratica quotidiana, a volte restano nascosti e che rischiano di portare il docente a fornire valutazioni approssimative, avulse dai processi di apprendimento messi in atto dai bambini, e incapaci di fornire feedback davvero utili all&rsquo;apprendimento.

Nello stralcio di colloquio sottostante emerge con chiarezza che, grazie ad un&rsquo;analisi metacognitiva, M. &egrave; in grado di mettere in luce i propri apprendimenti e di fornire all&rsquo;insegnante la possibilit&agrave; di addentrarsi nel suo modo di apprendere, favorendo anche il lavoro di riprogettazione. Inoltre emergono numerose evidenze rispetto alle competenze acquisite da M., anche rispetto alla dimensione dell&rsquo;autonomia e delle risorse messe in atto dal bambino, elementi fondamentali per la costruzione del feedback e per la strutturazione del giudizio descrittivo di fine quadrimestre.

Dall&rsquo;entrata in vigore della &ldquo;nuova valutazione&rdquo; alla scuola primaria non di rado gli insegnanti si chiedono come sia possibile attuare pratiche valutative coerenti con l&rsquo;Ordinanza Ministeriale 172 nel caso di bambini non italofoni: non sarebbe pi&ugrave; facile attribuire voti numerici anzich&eacute; giudizi o feedback a parole? Come &egrave; possibile far s&igrave; che tutti i bambini comprendano ci&ograve; che vogliamo comunicargli?

Questi ed altri interrogativi stanno accompagnando&nbsp; le azioni di molti docenti, ed &egrave; per questo che vale la pena provare a fare luce su alcuni processi che accompagnano le pratiche legate alla valutazione, con lo scopo di mostrare quanto in realt&agrave; la complessit&agrave; non stia soltanto nella la valutazione in s&eacute;, quanto in altri aspetti legati pi&ugrave; propriamente alla progettazione e alla visione che si ha del bambino e dell&rsquo;apprendimento.

Ora mostreremo, attraverso alcuni esempi raccolti in classe prima, quanto questi aspetti si esprimano nel migliore dei modi utilizzando quelli che inizialmente abbiamo identificato come possibili vincoli, ovvero i discorsi e le parole, anche nel caso degli alunni non italofoni.

Da questa documentazione emerge come&nbsp; la bambina, seppur con alcune difficolt&agrave; legate all&rsquo;elaborazione di un pensiero scritto, riesca ad esplicitare un ragionamento che l&rsquo;ha portata a scoprire la propriet&agrave; commutativa.

Come negli esempi riportati in precedenza, anche in questo caso l&rsquo;insegnante pu&ograve; trarre da questi materiali una preziosa occasione di dialogo individuale con i propri alunni, partendo dal &ldquo;qui e ora&rdquo; di ciascuno, e restituendo valore alla dimensione dialogica della valutazione, in modo da renderla il pi&ugrave; possibile un momento utile per chi la riceve.

Chiedere ai bambini di esplicitare i propri ragionamenti rafforza le competenze metacognitive e aiuta i bambini ad autoregolarsi permettendo di andare oltre la classica valutazione in cui l&rsquo;unico criterio &egrave; la dicotomia giusto/sbagliato (dove i bambini non italofoni sono spesso svantaggiati), ma&nbsp; mettendo in luce aspetti molto pi&ugrave; preziosi, con una valenza formativa che va ben oltre alla semplice acquisizione di conoscenze.

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Esempio 2: autovalutazione scritta

In questo esempio di autovalutazione scritta, effettuata come conclusione del percorso di alfabetizzazione, emergono la consapevolezza di D. rispetto ai processi messi in atto per imparare a scrivere (&ldquo;scrivendo scrivendo scrivendo&rdquo;) e le risorse utilizzate dal bambino per acquisire questa competenza (l&#39;utilizzo dell&rsquo;alfabetiere). Inoltre D. dichiara che all&rsquo;inizio della prima scriveva &ldquo;parole senza senso&rdquo;, riferendosi a quando scriveva senza una consapevolezza fonologica e, attraverso questa affermazione, mostra all&rsquo;insegnante quanto ora abbia chiaro questo concetto. Da queste semplici e brevi affermazioni, l&rsquo;insegnante riesce a ricavare molto materiale valutativo, relativo sia alle quattro dimensioni, che ai processi messi in atto dai bambini mentre ragionano.

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

La dimensione dialogica della valutazione descrittiva

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