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L&#39;IMPORTANZA DEI MOVIMENTI

Che i movimenti siano significativi per i bambini piccoli e attirino la loro attenzione è dimostrato an-che da un altro esperimento condotto dallo psicologo David Lewkowicz, il quale ha notato come tra i sei e i dodici mesi i bambini mostrino un vivo interesse per i movimenti delle labbra delle persone che si rivolgono loro. I piccoli si concentrano sulla bocca nel tentativo di imitare l&rsquo;adulto e di captare i significati collegati ai suoni che questi pronuncia. Secondo Lewkowicz, l&rsquo;attenzione concentrata sulla cavità orale e i movimenti delle labbra è essenziale per l&rsquo;apprendimento del linguaggio. Più un bambino tra i sei e i dodici mesi si concentra sui movimenti delle labbra, migliori saranno le sue performance verbali all&rsquo;età di due anni.

UN EPISODIO SIGNIFICATIVO

Ecco un episodio significativo, tra i tanti, emerso nel corso della ricerca: &ldquo;Bench&eacute; sia troppo piccola per dire pi&ugrave; di qualche parola, Jennifer, una bambina di tredici mesi, ama molto i libri. Quando il suo pap&agrave; si siede sul divano la sera dopo cena, Jennifer trotterella fino a lui, gli mostra le mani unite con le palme in alto, poi le apre e le chiude. E subito il pap&agrave; l&rsquo;accontenta, dicendo: &lsquo;Oh, bene. Prendiamo un bel libro da leggere&rsquo;. Jennifer si allontana e poco dopo torna con il suo libro di animali preferito, si accoccola vicino al padre e inizia a girare le pagine. Poi si ferma a guardare con interesse una figura, si passa pi&ugrave; volte un ditino di traverso sul petto e alza gli occhi verso il padre, che dice: &ldquo;Brava Jennifer, &egrave; proprio una zebra&rdquo;. 
La scena continua con la bambina che riconosce gli animali e quello che fanno senza pronunciare delle parole: parole che ancora non conosce e che comunque non sarebbe in grado di pronunciare. Pur senza parlare la bambina ha comunicato al padre che cosa c&rsquo;&egrave; nel libro e lui ha capito. Lo ha fatto con i mezzi di cui dispone, ossia dei segni motori. Ci&ograve; che la ricerca ha dimostrato &egrave; che il bisogno e il desiderio di comunicare sorgono nei bambini molto prima che l&rsquo;apparato vocale consenta loro di pronunciare delle parole. Poich&eacute; il bisogno di comunicare insorge molto presto, tornano molto utili le abilit&agrave; motorie pi&ugrave; sviluppate di quelle linguistiche.

Secondo le ricercatrici l&rsquo;uso dei gesti per esprimersi quando ancora il linguaggio verbale non &egrave; disponibile &egrave; una strategia innata e spontanea, gi&agrave; presente nella fase del balbettio. I gesti a questa et&agrave; hanno un valore espressivo, come avviene anche tra gli adulti quando usano gesti, mimiche e movimenti per dare maggiore risalto alle frasi che stanno pronunciando.

I RISULTATI DI UNA RICERCA

In uno studio approfondito, 140 bambini furono osservati per tre anni a partire dall&rsquo;età di undici mesi nelle interazioni con i loro familiari (Linda Acredolo e Susan Goodwyn dell&rsquo;Università della California, 1996). Un terzo dei genitori furono incoraggiati a cercare di insegnare ai bambini un linguaggio a segni, mentre i genitori delle restanti famiglie non furono istruiti in tal senso.

Sottoponendo i bambini a una serie di test, le ricercatrici trovarono che quei bambini che erano stati incoraggiati a esprimersi con la gestualità avevano una comunicazione più ricca, verbale e non verbale, rispetto agli altri bambini.

CONCLUSIONI

Alla luce di questi risultati, l&rsquo;apprendimento del linguaggio appare dunque come un esercizio complesso e multiforme in cui non soltanto i suoni, ma anche i movimenti, del bambino e dei suoi interlo- cutori, hanno un ruolo attivante e strutturante. Evitiamo dunque di metterli davanti agli schermi nei primi tre anni di vita, quando vengono poste le basi della comunicazione e del linguaggio, verbale e non verbale. Concediamogli invece la nostra presenza e consentiamogli di esprimersi nei modi che, per età, sono a lui più congeniali.

Un neonato di due mesi produce dei leggeri vocalizzi in risposta al linguaggio degli altri. Verso i tre-quattro mesi lo si può udire ripetere lo stesso suono molte volte (la-la-la-la, go- go-go-go) in una sequenza che per l&rsquo;andamento ondulatorio che la caratterizza è stata definita &ldquo;lallazione&rdquo;.

Tra i cinque-sei e i dieci-dodici mesi i bambini balbettano, producono cioè delle coppie di sillabe (ma- ma, pa-pa, du-du) a cui con l&rsquo;intervento degli adulti incominciano ad associare i primi significati. Le frasi di due parole (mamma pappa, palla bimbo) compaiono invece tra i diciotto e i ventiquattro mesi: ne consegue che fino all&rsquo;età di un anno e mezzo-due anni, a volte anche oltre, i bambini non parlano. Non parlare però non significa che essi non siano in grado di comunicare. Non c&rsquo;è bisogno di parlare per comunicare e ciò vale per i bambini come per gli adulti. È noto da tempo che la gestualità è una forma importante di comunicazione tra il bambino e i suoi genitori e coloro che lo accudiscono.

La comunicazione che precede il linguaggio