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Italiano L2, valutazione finale e problemi aperti
Non preoccupiamoci troppo di voti e pagelle: la cosa davvero importante è conoscere l’evolversi del percorso linguistico di ciascun bambino
I voti della pagella
Le indicazioni ministeriali non sono certo di grande aiuto, visto che si limitano per lo più ad astratte affermazioni di principio, non prive di contraddizioni. Si legge infatti nelle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri che “l’affermazione del principio pedagogico sulla valutazione degli alunni stranieri, come equivalente a quella degli alunni italiani, implica una contestuale attenzione alla cultura, alla storia e alle competenze in italiano di ciascun alunno”, e ciò mette palesemente in luce tutta l’incoerenza della mancanza di una voce specifica per la valutazione dell’italiano L2.
Per un neoarrivato è l’italiano l’apprendimento principe e i suoi esiti saranno comunque determinanti per gli apprendimenti futuri di tutti gli stranieri, anche quelli di seconda generazione.
Ci chiediamo poi come le indicazioni ministeriali siano da interpretare e tradurre in termini di concreta compilazione delle pagelle. Dobbiamo mettere dei voti solo laddove è possibile, considerando lo sviluppo della competenza linguistica, oppure riempire tutte le caselle con voti totalmente vuoti di significato, che rischiano di mandare messaggi sbagliati? E qual è lo scopo? Rendere tutti gli alunni uguali sul piano formale? Ma questo non pare essere un buon criterio “pedagogico” in quanto non è né corretto né giusto trattare allo stesso modo chi si trova in situazioni del tutto differenti.
Gli aspetti formativi della valutazione
Comunque non dimentichiamo che c’è un altro aspetto della valutazione, più importante di quello istituzionale, cioè il suo valore formativo ed educativo.
La valutazione è infatti un processo di natura psicologica in quanto gli eventi valutativi della scuola influiscono sulla percezione di sé, sulla fiducia nelle proprie forze e capacità, sul rapporto di stima degli adulti e dei coetanei.
In un’ottica formativa è dunque importante valutare, anche di frequente, i progressi che un alunno straniero consegue nell’apprendimento della L2.
Rendere consapevoli i bambini di ciò che hanno appreso, di ciò che stanno apprendendo e dei traguardi di apprendimento che dovranno successivamente raggiungere promuove la motivazione, la fiducia in se stessi e nell’insegnante.
Del resto una verifica frequente, anche fatta per piccoli compiti, è importante pure per gli insegnanti, tutti, per monitorare la situazione, rendersi conto di quali risultati produce il nostro lavoro, di quale dimensione possono essere i passi futuri, in che misura si possono intersecare gli apprendimenti disciplinari con quelli della L2.
Problemi aperti
Proponiamoci dunque di verificare quotidianamente lo sviluppo linguistico, per quanto fatto di segnali non evidenti, annotiamo le produzioni orali anche minime, osserviamo e registriamo i tentativi di interazione con i compagni. L’importante è che noi conosciamo e seguiamo, insieme a ciascun bambino, l’evolversi del suo percorso linguistico, e questo ci aiuterà anche nel momento della valutazione finale, permettendoci di dare senso a dei voti basandoli soprattutto sull’apprendimento della L2.
La valutazione finale rimane comunque un problema aperto che meriterebbe un’attenta riflessione e l’apertura di un dibattito, sia a livello istituzionale che politico e scientifico, se non vogliamo ancora una volta demandare la responsabilità di decidere alle singole scuole o anche ai singoli insegnanti, con risposte estemporanee e spesso divergenti, che non aiutano nella ricerca del modo migliore di dipanare i nodi, sia istituzionali che didattici.