Articoli
Insegniamo ai bambini a studiare con il metodo delle parole/chiave
Come favorire l’autonomia e la comprensione dei testi? Ecco un percorso sperimentato con buoni risultati e basato sulle keywords. Di Barbara Ciccola, Sandra Arpaia e Rosanna D’Amelio
Ci siamo proposte di sostenere i ragazzi nell’apprendere un metodo di studio efficace (anni 3°-5° primaria) e abbiamo osservato sia la fragilità di questi ultimi nel cogliere l’importanza del concetto di “parola chiave”, sia nell’ottenere nelle esercitazioni dei risultati di ricerca efficaci di “parole chiave”, ossia parole con una funzione orientativa nella comprensione di un testo. Abbiamo inizialmente provato a mettere in campo le classiche metodologie e “ricette” adottate nella didattica tradizionale, ma che avevano una scarsa ricaduta nelle autonomie dei ragazzi in fase di studio e ricerca.
Parole per spiegare, parole da ricercare
Sostare, scegliere, memorizzare, ricercare parole “importanti”; per bambini dai 8 agli 11 anni è una criticità, una richiesta alta, di indagine di “parole e significati”; una richiesta di parole fatta a parole che produce parole in contesti di studio scritti a parole. Insomma, un canale comunicativo in fondo chiuso in se stesso, a senso unico in cui, se non si è allenati o non si possiedono gli strumenti adatti si rischia di perdere l’orientamento ed il senso.
Ci siamo chieste: ma quando esigiamo “ sottolinea/cerca/individua la parola chiave ” qual è il vero significato che decodifica la mente di un bambino?
I risultati poco confortanti ci hanno indotto a pensare che l’uso di troppe parole, la decodificazione dei significati, la loro rielaborazione non strettamente mnemonica, sia uno degli inciampi che i ragazzi incontrano. Grazie a un questionario che abbiamo sottoposto alla classe, è risultato che la lezione frontale (spesso di pochi minuti: lettura, spiegazione, ri-significato, sottolineatura dei concetti chiave) è lo strumento che meno incide nella memorizzazione e comprensione di nozioni e, di conseguenza nel produrre un apprendimento efficace.
È nato così il bisogno nel nostro team l’esigenza di “ non dare per scontata la parola ” ma trovare una strada altra, un nesso emotivo/significativo, una nuova connessione con i ragazzi che li tenga ancorati anche al verbale nella loro crescita cognitiva.
Hashtag (#): che cos’è?
Progetto e condivido con il resto del team una lezione che abbia come focus iniziale l’esposizione dei bambini sul mondo dei social/youtuber nell’intento di trovare nuovi punti di connessione con i loro vissuti. Creo una pagina da fotocopiare e condividere con loro, da proiettare alla LIM che verrà messa nel raccoglitore individuale di scienze come uno strumento di riflessione e studio (vedi PDF allegato) e, dopo una conversazione agita al pc sull’uso dei social, approfondiamo attraverso di essa il concetto di #, parola che usano nel loro quotidiano, il suo significato etimologico, e ci soffermiamo sul concetto di ordine obiettivo che attraverso esso si persegue quando digito #. Realizziamo una lezione in cui cerchiamo di trovare connessioni molto evidenti fra l’uso degli # nei social e il concetto di parola chiave. Ri-nominiamo così la parola chiave cioè, ciò che “ dobbiamo cercare per studiare bene ” # e proviamo a mettere in pratica la ricerca di # nella comprensione di un breve testo di scienze cogliendo gli # importanti per il nostro studio, le parole che orientano e mettono ordine.
Una valigia per lo studio
Deducendo le similitudini tra # ed il concetto di parola chiave, abbiamo ragionato assieme su quali fossero in essa gli # di una pagina del sussidiario di scienze sulla struttura e funzione del fiore. Ne è nato un glossario co-costruito , integrato con disegni e mappa interattiva realizzata grazie alla collaborazione dell’insegnante di sostegno a piccoli gruppi, divenuto esercizio di pre-verifica. È stata co-progettata come da prassi una mappa grafica concettuale ed integrato il testo del libro con una scheda fatta per immagini e #. Sono stati visionati video con gli # ricercati, sezionato un fiore dal vero, per riconoscere gli stessi.
La classe ha chiesto a questo punto un approfondimento. Ho così creato una piccola dispensa studio. Ho suddiviso la dispensa in parti omogenee, e proposto uno studio seguendo il modello Jigsaw di Aronso con la specializzazione del compito e la condivisione dell’apprendimento per un apprendimento efficace e inclusivo di tutti. Organizzata l’attività, ogni gruppo si è diviso e specializzato in sottogruppi che hanno studiato e creato una mappa concettuale utilizzando gli # per ampliare le parole chiavi con spiegazioni e immagini. La restituzione di ciascun gruppo agli altri è stata registrata per ciascun bambino su apposita griglia valutata come prova orale individuale. La prova ha tenuto conto anche della collaborazione messa in atto con gli altri componenti del gruppo in quella sede e registrato buoni risultati anche bambini molto fragili. Ciascun gruppo ha creato una mappa di domande anche questa volta divisa per argomenti. Ho chiesto loro di realizzare la bibliografia necessaria per lo studio a casa, favorendo l’autonomia ed il punto di vista di ciascuno e valutando assieme poi quale fosse più completa. A gruppi hanno ripercorso tutto il materiale co-costruito, cartaceo e non, elaborato un elenco di strumenti necessari per costruire una “valigia per lo studio”. In essa hanno collocato tutto ciò che di significativo letto, studiato, progettato, realizzato, visionato e gli # con i loro significati. Gli elenchi sono stati confrontati, dibattuti, integrati per poi scegliere quello reputato maggiormente adatto allo studio individuale a casa.
L’autovalutazione individuale di gradimento del percorso è stato positivo e buona la valutazione degli apprendimenti dell’Unità didattica attraverso prove orali e scritte.
Trasformare le pratiche didattiche
Il lavoro in classe ha preso spunto da una criticità, ha utilizzato metodologie cooperative, ha spostato il punto di vista di noi insegnanti sperimentando nuove strade; ha tenuto conto dell’obiettivo prefissato e delle risorse presenti nella classe e degli strumenti comunicativi e cognitivi che utilizziamo (adulti e bambini). Questa percorso di attivazione e cambio di punto di vista ci ha permesso di sperimentare nuove metodologie e spunti di riflessione, creando momenti di crescente confronto in bilico tra teoria e pratica. Il lavoro intrapreso, sebbene con differenti ruoli e obiettivi, ci ha permesso come team di confrontarci, accrescere la nostra professionalità partendo da una problematicità della classe trasversale a tutti i curricula. Abbiamo avviato una riflessione che ha coinvolto il gruppo classe con l’obiettivo di co-costruire assieme pratiche efficienti, percorrere nuove strade partendo anche dalle criticità di modelli da noi studiati, adattati e verificati.
La pratica della costruzione condivisa di domande per lo studio, le metodologie di riflessione applicate sui concetti parole/chiave/# sono diventate pratica comune anche nel lavoro della collega di ambito umanistico. Ciò ha permesso ai bambini di avere una continuità di metodo di studio e di essere, loro stessi, attori e fautori di una didattica sperimentale, nonché praticare qualcosa di molto vicino al loro quotidiano e mezzo di conoscenza. Il percorso attuato sta permettendo ai bambini di uscire dalla confusione delle parole ed orientarsi tra i significati utili, sostare con maggiore consapevolezza davanti ad un testo scritto, realizzare scelte maggiormente riflessive e rielaborare contenuti, creando apprendimenti significativi che si trasformano o si intrecciano con personali competenze. I bambini, ad un anno di distanza dall’avvio di questo metodo, oggi affrontano con una certa autonomia un brano di studio sapendo direzionare maggiormente l’attenzione sugli aspetti importanti e orientando meglio scelte ed azioni. Anche chi più fragile, ha dimostrato di riuscire nella restituzione e condivisione di significati fruibili da tutti.
Questa esperienza è stata realizzata durante il percorso di ricerca-azione del Master universitario di I livello “Organizzazione e gestione delle Istituzioni Scolastiche in contesti Multiculturali” presso l'Università di Bologna, A.A.2017/18. La ricerca è stata svolta presso la classe IV C della Scuola Primaria Don Milani di Reggio Emilia, con l'obiettivo di favorire la riflessività del team docente su azioni e strategie efficaci per promuovere l'apprendimento attraverso modalità di studio utile al contesto di una classe multiculturale ed eterogenea.
Scarica il PDF del percorso
Conosci le riviste Giunti Scuola ? Apri questo collegamento e scopri le offerte dedicate a La Vita Scolastica , Scuola dell'Infanzia , Nidi d'Infanzia e Psicologia e Scuola , oltre alla nostra Webtv !