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Insegnanti "a distanza", quattro buone pratiche da condividere
Ci siamo confrontati (insegnanti, genitori, esperti) in una diretta Facebook: ecco una sintesi di quello che riteniamo importante fare in questa emergenza sanitaria
Essere responsabili in questo momento
La parola “responsabilità” è stata richiamata più volte per indicare comprensione e disponibilità ad essere attenti e partecipi, con un atteggiamento di cura nei confronti della salute di tutti e del legame educativo con i nostri bambini; nel mantenere una relazione che dipende da ciò che pensiamo, dal nostro linguaggio, dai modi e dagli strumenti che utilizziamo per interagire e comunicare tra noi insegnanti e con i bambini, con le famiglie ma anche col più vasto mondo sociale.
Essere responsabili dell’educare richiede sempre, e in questo momento lo sentiamo ancor più, una maturità coscienziale, una profonda consapevolezza pedagogica, civile e umana che coinvolga il valore che diamo al legame con i nostri interlocutori e al nostro lavoro educativo.
Quattro punti essenziali da condividere
- 1. decidere come vogliamo interagire con i bambini e le famiglie: dopo i primi approcci e tentativi improvvisati, dobbiamo collegarci a distanza nel gruppo docente e fare il nostro mestiere che è quello di scegliere e organizzare quello che desideriamo condividere, come quando progettiamo ogni cosa a scuola. Curiamo la tonalità empatica delle comunicazioni , il modo di porci, autentico e solidale, la scelta di messaggi per far capire che siamo tutti nella stessa situazione, individuando le parole e le proposte giuste per far sentire bene e pensati i bambini. Cerchiamo di avere un feed back da bambini e genitori, proprio dal punto di vista relazionale e interumano.
- 2. Scegliere con cognizione le proposte: dobbiamo essere portatori di serenità e non di fatiche. Scegliamo delle proposte leggere, divertenti e significative , che possibilmente siano in continuità con le nostre esperienze a scuola e che facciano ritrovare ai bambini le tracce dei loro vissuti. Se sono i genitori a chiederci schede e attività per paura del tempo perso di scuola, ragioniamo con loro su cosa è bene per i bambini. Dosiamo con sapienza quanto proponiamo e selezioniamo: no schede solamente esecutive, no attività tipicamente scolastiche che è difficile e impegnativo realizzare in famiglia; no compiti troppo strutturati o complicati; no troppe cose da fare perché sul web se ne trovano già tantissime. Sì invece a proposte piacevoli, che facciano star bene, di tipo ludico, costruttivo, espressivo e creativo; a giochi, attività, letture, filastrocche, canti e esplorazioni, anche nella natura, per chi può. E infine cerchiamo di raggiungere proprio tutti, i bambini di altri paesi, i più fragili, quelli disabili e in difficoltà. (guardate a questo link i suggerimenti specifici)
- 3. Aver cura delle routine e aiutare i genitori a valorizzarle anche a casa: condividiamo l’importanza di scandire il tempo, di rassicurare a orientare i bambini nel sapere come passerà la loro giornata. Suggeriamo di far diventare buone abitudini , attraverso le routine, le regole che tutti dobbiamo seguire per la nostra sicurezza e per prevenire il contagio. Scambiamoci le esperienze di scuola e di casa, nuove idee e qualche variazione e sorpresa che possano rendere più ricca e curiosa la nostra giornata.
- 4. Condividere tra insegnanti e genitori l’ascolto delle emozioni e degli stati d’animo dei bambini ; percepire le loro preoccupazioni e i loro bisogni, al di là di quello che mostrano, essere sinceri con loro, trovando le parole giuste e chiare per raccontare quello che sta succedendo assicurando al contempo che tutto passerà e che ce la faremo, dando delle buone motivazioni. I bambini si fidano degli adulti quando sentono che sono amorevoli, sinceri, coerenti. Utilizziamo dei video ben fatti, una bella filastrocca, come quella di Piumini e delle storie che siano metafore della realtà e insegnino a vincere le paure, a trovare coraggio e resilienza.
Continueremo a ragionare insieme su questo nostro essere insegnanti a distanza, sulle soluzioni che stiamo trovando, sulle difficoltà che sentiamo, sui possibili errori e su come prenderci cura dei bambini che tanto ci mancano, a distanza.
Concludiamo con questa poesia che dedico a ogni bambino e bambina, a tutti quelli che sono nel cuore e nella mente di noi insegnanti.
A te che manchi da questa stanza
e il tuo mancare è già gran cosa
che ingravida il mio vuoto nell’attesa
e più soave è la tua mancanza
di qualunque presenza nella stanza
già il pensiero di te si fa sostanza
luminosa che ride.
Mariangela Gualtieri
da “Quando non morivo”, Einaudi, Torino, 2019