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Didattica continua... | Il giovedì della scuola dell'infanzia

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Educazione civica:Impariamo a conoscere e ad amare i luoghi del nostro territorio

4. Luoghi e storie da conoscere e narrareAccanto all’aspetto spaziale e geografico vi è quello temporale e storico: il territorio osservato è il risultato di azioni e avvenimenti in continuo cambiamento. Ogni luogo con i suoi elementi racconta una storia, un incontro, un passaggio, uno scambio. Ogni edificio, come ogni strada, parla di cambiamento. Ogni persona racconta un modo di vivere, di giocare, di lavorare, di agire.<ul><li>L’ascolto delle testimonianze di chi prima di loro è stato bambino nello stesso luogo (il modo di passare la giornata, di giocare, di andare a scuola, di lavorare…) aiuta i bambini a costruire un’idea di tempo e a sentirsi parte di un progetto di vita comune.</li><li>L’osservazione di foto del luogo fatte in passato, come anche strutture e oggetti non più in uso, permette un confronto che porta all’individuazione di permanenze, alla formulazione di domande e alla ricerca di risposte.</li><li>Con il gioco del “c’era e del c’è”, del “c’è e del non c’è”, si mette a fuoco la mancanza di alcuni elementi e contemporaneamente la presenza di altri; tutto porta a riflessioni che aiutano il bambino a stringere alleanze con il territorio in cui vive, indipendentemente dalla propria origine.</li></ul>

Educazione civica: Scopriamo la comunità in cui viviamo e dove interagiamo attivamente

Una scuola in movimento


 Gli insegnanti coraggiosi sanno che, per essere all’altezza del ruolo che oggi la scuola richiede, è necessaria una didattica di senso, di ricerca, riflessiva dove il processo educativo del bambino non può prescindere dallo spazio fisico e culturale di appartenenza.
 
 Una didattica capace di accompagnare verso la scoperta dei tanti “perché” della vita, è necessariamente diffusa, dagli scenari aperti, alleata del territorio dove il bambino si muove, agisce, comunica, si proietta. Il territorio, non più visitato occasionalmente, divent

Una scuola in movimentoGli insegnanti coraggiosi sanno che, per essere all’altezza del ruolo che oggi la scuola richiede, è necessaria una didattica di senso, di ricerca, riflessiva dove il processo educativo del bambino non può prescindere dallo spazio fisico e culturale di appartenenza.Una didattica capace di accompagnare verso la scoperta dei tanti “perché” della vita, è necessariamente diffusa, dagli scenari aperti, alleata del territorio dove il bambino si muove, agisce, comunica, si proietta. Il territorio, non più visitato occasionalmente, diventa un “luogo educante”, dove i verbi attivi come esplorare, osservare, confrontare, immaginare, assumono nuovi significati. Un progetto sul territorio necessita di tempi dilatati, di responsabilità distribuite, di esperienze cercate e concordate, mentre le modalità sono molteplici e in continuo adattamento.Si tratta di pensare a una scuola in movimento capace di costruire apprendimento fuori dalle aule scolastiche, capace di abitare nuovi spazi per riflettere e agire, senza perdersi, mantenendo la sua coerenza didattica: una passeggiata tra le vie del quartiere, una visita a una bottega, l’esplorazione di un giardino, di un bosco, di una piazza.Si tratta di immaginare percorsi coinvolgenti e gratificanti, dove il bambino si riconosce attore e osservatore dei fatti che vi succedono. Si tratta di costruire e fortificare il legame con il territorio che generosamente fornisce alla didattica ampi e ricchi orizzonti.

Ricostruzione del quartiere a scuola.&nbsp;

Il percorso ciclabile con i vigili.&nbsp;

Educazione civica: Scopriamo la comunità in cui viviamo e dove interagiamo attivamente

"Leggere" il territorio per orientarsiPer aprirsi al globale è necessario prima imparare a “leggere” il locale: punto di partenza è lo spazio della quotidianità, la casa, la scuola, le vie percorse, il quartiere e le persone. In questo processo di conoscenza e scoperta, il corpo per il bambino è un imprescindibile strumento: forme, segni e colori, odori e profumi, suoni e rumori, oggetti e strutture vengono esplorati nei molteplici significati. In questo scambio tra il sé e il fuori di sé, un aspetto fondamentale da privilegiare è l’orientamento, inteso non solo come capacità di compiere spostamenti intenzionali all’interno di un territorio, ma anche come capacità di muoversi adeguatamente nel ventaglio culturale di simboli e di significati che al territorio danno senso, ruoli, funzioni, forma e valori. Occorre, perciò, fornire ai bambini gli strumenti necessari per interagire con il territorio, per renderli sempre più responsabili, autonomi e consapevoli della propria presenza e della propria partecipazione attiva. Per costruire una buona capacità di orientamento bisogna abituare lo sguardo dei bambini alla complessità del reale, alla ricerca del particolare, all’analisi dei dati e alla loro rielaborazione. Per acquisire nel tempo competenze sempre più affinate, spendibili, servono esperienze dirette (uscite ripetute, visite, laboratori, interviste…) dove di volta in volta i bambini adattano le proprie conoscenze alle nuove situazioni.

2. Confini da superare per esplorareLe stesse modalità possono essere adattate per un parco o un giardino pubblico, un boschetto, un prato fuori scuola, un’oasi e tutto ciò che il territorio offre come iniziative e tradizioni.Dopo le indagini conoscitive prepariamo l’uscita problematizzandola: che cosa pensiamo di vedere? Che cosa si potrà fare? Quali strumenti serviranno? Quali emozioni e pensieri? Risorse importanti sono anche le persone che vivono nel territorio, con le quali è fondamentale stringere patti di collaborazione e di tutoraggio rendendoli partecipi della responsabilità educativa. Nelle ripetute uscite i bambini affinano le osservazioni, le raccolte, le descrizioni, le idee di tempo e di spazio, fino a cogliere cambiamenti e permanenze nella complessità che a poco a poco s’impara a conoscere e padroneggiare nei sui diversi aspetti. Per rendere efficace e di senso il lavoro sul territorio è importante non perdere di vista i nostri obiettivi, che devono privilegiare la costruzione di atteggiamenti responsabili e critici e l’acquisizione di strumenti efficaci che aiutino i bambini a stare al mondo.

Esplorazione delle strade e dei luoghi intorno a noi.

Esplorazione con un tubo di cartone.

Una scuola in movimentoGli insegnanti coraggiosi sanno che, per essere all’altezza del ruolo che oggi la scuola richiede, è necessaria una didattica di senso, di ricerca, riflessiva dove il processo educativo del bambino non può prescindere dallo spazio fisico e culturale di appartenenza. Una didattica capace di accompagnare verso la scoperta dei tanti “perché” della vita, è necessariamente diffusa, dagli scenari aperti, alleata del territorio dove il bambino si muove, agisce, comunica, si proietta. Il territorio, non più visitato occasionalmente, diventa un “luogo educante”, dove i verbi attivi come esplorare, osservare, confrontare, immaginare, assumono nuovi significati. Un progetto sul territorio necessita di tempi dilatati, di responsabilità distribuite, di esperienze cercate e concordate, mentre le modalità sono molteplici e in continuo adattamento. Si tratta di pensare a una scuola in movimento capace di costruire apprendimento fuori dalle aule scolastiche, capace di abitare nuovi spazi per riflettere e agire, senza perdersi, mantenendo la sua coerenza didattica: una passeggiata tra le vie del quartiere, una visita a una bottega, l’esplorazione di un giardino, di un bosco, di una piazza. Si tratta di immaginare percorsi coinvolgenti e gratificanti, dove il bambino si riconosce attore e osservatore dei fatti che vi succedono. Si tratta di costruire e fortificare il legame con il territorio che generosamente fornisce alla didattica ampi e ricchi orizzonti.

Attività di scoperta delle storie dei luoghi.

1. Un giardino da abitareUn primo passo è “abitare” lo spazio del giardino della scuola con consapevolezza, per farlo è necessario innescare nei bambini processi di curiosità per riconoscere le caratteristiche, le potenzialità, le criticità, i valori dello spazio analizzato e agire. Altrettanto necessario è partire dai differenti punti di vista, dipanando i pensieri dei bambini e aiutandoli a distaccarsi dalla loro visione egocentrica. Una camminata lungo il confine, uno sguardo all’orizzonte girando su sé stessi, una ricerca di punti di riferimento, un’osservazione mirata con tubi di cartone, scatti fotografici, disegni dal vero, raccolte di materiali, sono alcune delle tante possibili attività che portano a discussioni e rielaborazioni in poster, plastici, mappe, schemi, collezioni e narrazioni. Accanto a queste esplorazioni concordate e mediate dall’adulto, devono sempre trovare spazio quelle personali e autonome dei bambini.

3. Strade da percorrere, luoghi da visitare Esplorare il territorio significa anche percorrere strade conosciute e non, attraversare la piazza, il quartiere, scoprire negozi e botteghe, visitare luoghi come il municipio, la posta e la biblioteca. Anche in questi casi è necessario costruire una rete educativa con i componenti del territorio. Una volta scelto il contesto da esplorare, si definiscono a voce le direzioni, si&nbsp;colgono a uno a uno gli elementi che attirano l’attenzione, si procede lentamente, fermandosi quando serve, per dare modo a tutti di ascoltare o intervenire; si scattano foto su suggerimento dei bambini, si cercano e si leggono gli indizi, si fanno domande e si danno risposte, si fanno schizzi, si parla e si ascolta. Edifici, negozi, alberi, segnaletica, strade, cancelli, persone… diventano elementi sui quali fondare e guidare tutta l’attività di analisi del luogo di vita. Nelle uscite ripetute emergono molteplici letture: <ul><li>alcune volte prevale l’interpretazione dei codici come i numeri civici, i cartelli stradali; </li><li>altre colpisce la variegata forma degli edifici o l’organizzazione di un negozio; </li><li>altre ancora la presenza di rumori o l’accadimento di fatti eccezionali, come lavori in corso, ristrutturazioni, cantieri. </li></ul>Con le foto si ricostruisce in mappe il percorso, usando materiali vari si creano plastici che riproducono in scala l’osservato, mentre la narrazione dei luoghi con gli incontri avvenuti permette di costruire consapevolezza e partecipazione.

Il territorio educante

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