Sulla punizione: un sondaggio

Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Gli educatori, dunque, dovrebbero essere custodi del tempo, pronti a rallentare di fronte alle manifestazioni di interesse e curiosità dei bambini: adulti disponibili a lasciare una strada, per intraprendere i percorsi inaspettati che loro suggeriscono. Se osserviamo da vicino i bambini durante il gioco individuale, ci rendiamo conto del loro atteggiamento attento, concentrato e pronto a cogliere la scoperta: è come se riposassero lo sguardo sulle cose, rendendosi disponibili a lasciarsi meravigliare, a farsi sorprendere.Anche gli adulti dovrebbero rimanere connessi con la loro capacità di meravigliarsi, di lasciare tempo ai pensieri, concentrarsi meno sull’agire e sul fare per dare spazio a un’azione educativa che contempla, invece di intervenire. Meravigliarsi è il primo passo verso il riconoscimento dei tempi di scoperta dei bambini.

Il confronto sui tempi e i bisogni dei bambini è un tema centrale nelle riflessioni degli adulti e può orientare le scelte educative.Partiamo dall’ascolto, che consente di porre attenzione all’individualità di ciascun bambino, di valorizzare l’unicità del singolo e di creare le condizioni per una vicinanza affettiva ed emotiva che favorisce supporto alla crescita.

Nel tempo lento si alimenta la riflessione sulla qualità della relazione tra adulto e bambino

Nel tempo lento si alimenta la riflessione sulla qualità della relazione tra adulto e bambino

Suggerimenti pronti all'uso

In questa dimensione dell’ascolto assume valore il tempo della lentezza, del concedersi tempo e del coltivare un comportamento che riconosca spazio ai ritmi individuali

In questa dimensione dell’ascolto assume valore il tempo della lentezza, del concedersi tempo e del coltivare un comportamento che riconosca spazio ai ritmi individuali di ciascun bambino.Siamo infatti portati a pensare ai bambini nella dimensione del gruppo, mentre in un tempo disteso l’educatore può dedicare attenzione a ciascuno.È, infatti, nell’assenza di fretta che si possono realizzare con più frequenza i segnali di cura da parte dell’adulto, si osservano con maggiore attenzione gli interessi e le curiosità del bambino, si riesce a valorizzare le sue capacità ed è possibile lasciare spazio alla sua unicità.

<ul><li>Imparare a dare tempo al tempo aiuta i bambini a prendere decisioni sul da farsi, ad agire secondo il loro pensiero, a orientare i percorsi di scoperta, a trovare le soluzioni ai problemi. Lasciare che sia un tempo lento a organizzare l’esperienza, presuppone che gli adulti siano pronti a lasciare spazio all’iniziativa dei bambini e ad assecondare la loro creatività. Osservando gli effetti di un tempo lento sui bambini, possiamo essere più efficaci nell’offrire contesti di gioco e attività in cui sia possibile favorire la libertà dell’apprendere secondo le proprie capacità e dare spazio a un’azione che si svolge nella naturalezza di un processo che non sente la necessità della rapidità dell’esecuzione. </li><li>Riconoscere il valore del tempo, nella relazione educativa e nella progettazione delle esperienze quotidiane. Nel concedere tutto il tempo necessario ai bambini, gli adulti diventano complici dei loro percorsi di esperienza. </li><li>Trovare tempi di ascolto durante la giornata educativa aiuta a fermare l’urgenza dello svolgersi delle routine. Nel tempo lento dedicato alla cura, il bambino sperimenta l’esperienza del sentirsi riconosciuto e accolto. Inoltre, durante i tempi di ascolto si favorisce nei bambini l’attività riflessiva e la loro capacità di autoregolazione e comprensione delle regole di convivenza. </li><li>Riconoscere il valore “tempo lento” dell’azione educativa permette di far emergere il potenziale specifico di ciascun bambino: il bambino sente il tempo fermarsi, si sente riconosciuto, esprime i suoi bisogni. Quando il bambino percepisce di avere a disposizione del tempo, si impegna nel dare voce alla narrazione di sé ed esprime le proprie emozioni.</li></ul>

Attesa e pazienza sono parole che attribuiscono valore al percorso di crescita dei bambini e che ci portano a rispettarne i tempi individuali. Quando i bambini hanno al loro fianco adulti rispettosi dei tempi individuali di crescita possono maturare una consapevolezza maggiore del rispetto anche dei tempi dell’altro.Infatti, realizzare l’azione educativa facendo continuo riferimento alla dimensione del tempo disteso concorre a favorire nei bambini la capacità di rispettare le regole sociali e i ritmi quotidiani appartenenti a una comunità che condivide tempi comuni.

Il confronto sui tempi e i bisogni dei bambini è un tema centrale nelle riflessioni degli adulti e può orientare le scelte educative.Partiamo dall’ascolto, che consente di porre attenzione all’individualità di ciascun bambino, di valorizzare l’unicità del singolo e di creare le condizioni per una vicinanza affettiva ed emotiva che favorisce supporto alla crescita.

RITMI INDIVIDUALI

TEMPI COMUNI

CUSTODI DEL TEMPO

In questa dimensione dell’ascolto assume valore il tempo della lentezza, del concedersi tempo e del coltivare un comportamento che riconosca spazio ai ritmi individuali di ciascun bambino.Siamo infatti portati a pensare ai bambini nella dimensione del gruppo, mentre in un tempo disteso l’educatore può dedicare attenzione a ciascuno.È, infatti, nell’assenza di fretta che si possono realizzare con più frequenza i segnali di cura da parte dell’adulto, si osservano con maggiore attenzione gli interessi e le curiosità del bambino, si riesce a valorizzare le sue capacità ed è possibile lasciare spazio alla sua unicità.

Il tempo dei bambini

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