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Il sapore delle parole

L'introduzione a un percorso per condividere il cibo, stabilire un legame, inaugurare un incontro, scambiare sapori, gusti, memorie tra grandi e bambini. 

di Redazione GiuntiScuola14 ottobre 201510 minuti di lettura
Il sapore delle parole | Giunti Scuola

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Il cibo è legame

Ancor prima della parola, condividere il cibo vuol dire stabilire un legame, inaugurare un incontro, scambiare sapori, gusti, memorie. Il cibo e l’alimentazione sono temi fortemente interculturali e interdisciplinari perché in essi si mescolano le collocazioni geografiche e le tappe della storia dell’uomo, gli aspetti legati alla salute e i riferimenti culturali, i racconti autobiografici e le narrazioni collettive, le ritualità condivise e le esperienze personali di ciascuno.
Dimmi come mangi e ti dirò chi sei : così potrebbero dire i sociologi e gli psicologi. Per gli storici, l’alimentazione è il segno di un’epoca e la frase potrebbe quindi concludersi con “.... e ti dirò in quale periodo hai vissuto”. Per i geografi invece, il cibo e le abitudini alimentari contraddistinguono un territorio e definiscono un ambiente e dunque potrebbero affermare “... e ti dirò da dove vieni”.

L’alimentazione è davvero un elemento centrale e cruciale che definisce l’identità di un gruppo e di un contesto e che, nello stesso tempo, esprime in maniera potente e prodigiosa lo scambio incessante che è avvenuto nel tempo fra gli uomini e fra i Paesi. Succede così che cibi o bevande, che rappresentano dei simboli potenti e degli elementi riconosciuti e distintivi di un popolo o di un contesto, siano in realtà venuti da lontano e da lontano continuino ad arrivare. Pensiamo al tè, bevanda per antonomasia che ci fa venire in mente gli inglesi con il loro rito a metà della mattina e alle cinque del pomeriggio, oppure al caffè che richiama subito alla mente il sapore del “nostro” espresso o del cappuccino e che arrivano da molto molto lontano. O ancora, pensiamo alle patate, cibo diffusissimo sulle tavole tedesche, oppure al mais e alla polenta nostrana, arrivati fino a noi dall’America nel XVI secolo.

L’alimentazione rimanda naturalmente anche al tema della salute e della prevenzione , della necessità di non mangiare troppo, ma neppure troppo poco e di farlo in maniera equilibrata, al fine di introdurre tutti gli elementi di cui abbiamo bisogno per vivere sani. Parlare di questo tema vuol dire anche introdurre il tema delle disuguaglianze che ci sono ancora nel mondo e dei paradossi propri di un tempo in cui si spreca il cibo, da un lato e permangono privazioni e povertà, dall’altro.

Le ragioni di un percorso

Il cibo e l’alimentazione rappresentano dunque una riserva ricchissima di idee e possibilità didattiche e linguistiche. Tanto più oggi, dal momento che il tema si può collegare alle manifestazioni dell’EXPO 2015 che vede l’Italia come protagonista della sfida mondiale che ha come titolo “ nutrire il pianeta ”. Gli apprendenti stranieri che hanno frequentato i corsi di italiano L2 erano quotidianamente esposti a messaggi e notizie riguardanti la manifestazione internazionale. Perché allora non mettere al centro di un breve percorso formativo di educazione e informazione civica (di circa 10 ore) il tema dell’alimentazione? In particolare, nei corsi rivolti alle donne immigrate, questo si presenta davvero come un argomento interessante, coinvolgente, affettivamente prossimo. Ha quindi i tre requisiti che Krashen ritiene centrali affinché un input linguistico- comunicativo e informativo possa arrivare a destinazione e sia interiorizzato dagli apprendenti.

Il tema del cibo si presta a essere esplorato in vari modi e da diversi punti di vista . Le mappe cognitive sull’alimentazione composte insieme alle apprendenti durante i momenti iniziali di brainstorming hanno visto articolazioni che avevano a che fare con la dimensione di:

  • la salute: i cibi per stare bene, per curarsi, per prevenire...;
  • la genitorialità e la cura: i cibi per le neomamme e per i bambini, fra tradizione e modernità;
  • la festa: i cibi per celebrare, stare insieme, esprimere appartenenza e convivialità;
  • l’economia e la cultura: i cibi di un territorio e di un Paese.

Un tema dunque estremamente centrato per sviluppare percorsi informativi e formativi a carattere civico e connessi alla con-cittadinanza.

Nuove parole per dire quello che già si sa

Dal punto di vista strettamente linguistico e comunicativo, trattare il tema dell’alimentazione significa rispondere a tre criteri che sono cruciali in un percorso formativo per apprendenti adulti e immigrati. Essi sono:

  • la prossimità . Il tema rimanda a esperienze vissute direttamente e dunque la richiesta all’apprendente non è quella di apprendere nuovi concetti con nuove parole, ma di dare nuove parole a oggetti e situazioni che già si conoscono;
  • l’autobiografia . Nell’esplorazione delle diverse dimensioni legate all’alimentazione, le apprendenti possono rievocare ricorsi, memorie, emozioni e vissuti a carattere personale. In questo modo, la formazione diventa un’esperienza più vicina e che si può saldare con frammenti del “prima” e della proprio storia;
  • l’interculturalità . Parlare di cibo significa parlare del mondo, degli intrecci e degli scambi, dei commerci e delle interdipendenze. E’ un tema fortemente interculturale che consente a ciascuno di raccontare il suo pezzo di mondo per metterlo insieme a quello degli altri.

Dieci tappe più una

Dopo il momento inziale di lancio del tema e di brainstorming di apertura, gli insegnanti dei corsi hanno definito con le donne frequentanti il tema che esse volevano sviluppare, a partire da interessi ed esperienze personali e di gruppo.
Come in un puzzle, il percorso si compone quindi di dieci tappe più una, in ognuna delle quali viene approfondito un aspetto e un punto di vista.
Di seguito, l’elenco dei contenuti.

I titoli delle proposte

0. Qualcosa di importante a Milano: EXPO 2015
1. Il cibo è salute
2. Il cibo è cura di sé. Ricette della nonna e ricette per le neomamme
3. Il cibo è accudimento
4. Il cibo è crescita: ricette per i bambini
5. Il cibo è consolazione. Ricette per combattere malumore, stanchezza, nostalgia
6. Il cibo è condivisione. Ricette per stare insieme
7. Il cibo è festa. Ricette per le grandi occasioni
8. Il cibo è celebrazione. Ricette per i giorni importanti
9. Il cibo è attenzione. I cibi da evitare
10. Il cibo è gioco: un esempio di laboratorio goloso

Un percorso aperto

I percorsi sperimentati con le donne immigrate, e qui presentati, non sono delle vere e proprie unità didattiche strutturate e graduali. Rappresentano piuttosto degli esempi di percorso possibile e vogliono essere delle sollecitazioni a percorrere strade simili, a raccogliere racconti, a mettere in comune esperienze e vissuti.
Sono dunque tappe di un cammino aperto che ogni insegnate e gruppo di apprendenti potranno esplorare, integrare e riscrivere a partire dalle storie inedite e singolari di ciascuno. Buona lettura e buon lavoro.

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