Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Ogni anno il Ministero dell&rsquo;Istruzione, oggi MIM, rende noti <a href="https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-disponibili-i-primi-dati-sull-a-s-2023-2024-in-classe-circa-7-2-mln-di-studenti-1" target="_blank">i dati relativi alle scuole e agli alunni</a> iscritti consentendo di trarre utili informazioni per capire le tendenze in atto. 

Per quanto riguarda la scuola primaria quanto segue risulta ancor pi&ugrave; significativo se rapportato agli analoghi dati pubblicati lo scorso anno dal Ministero. 

Gli alunni iscritti diminuiscono di 41.778 unit&agrave;, passando da 2.260.929 a 2.219.151, mentre 61 scuole chiudono (da 14.736 diventano 14.645). Questo trend negativo lo si coglie meglio analizzando l&rsquo;andamento delle classi: rispetto alle classi prime dello scorso anno, quest&rsquo;anno vi sono 6.709 bambini in meno (da 430.408 a 423.699), ma i bambini in uscita (classi quinte) diminuiscono di 13.851 unit&agrave; rispetto allo scorso anno (da 477.866 a 464.015). Ovviamente questo trend si ripercuote sull&rsquo;insieme complessivo delle classi che diminuiscono di 1604 unit&agrave;, passando da 123.755 a 122.151. L&rsquo;unico dato in controtendenza &egrave; quello riguardante i bambini di nazionalit&agrave; non italiana che aumentano di 30.415 unit&agrave;, passando da 300.746 a 331.161.

Non dissimile &egrave; la situazione riguardante le scuole primarie paritarie che passano da 1.354 a 1.343 (con 11 scuole in meno) e una diminuzione complessiva di 1.548 alunni (da 159.505 a 157.957, dati riferiti al 2022-2023).

Questo andamento negativo della popolazione scolastica potrebbe essere l&rsquo;occasione per riqualificare il servizio scolastico lasciando inalterati gli organici e riconsiderando gli investimenti sull&rsquo;istruzione. In realt&agrave;, da quel che emerge dal rapporto <a href="https://www.savethechildren.it/press/scuola-al-un-nuovo-anno-che-risente-dell%E2%80%99impatto-della-crisi-demografica-rispetto-7-anni-fa" target="_blank">Il Mondo in una classe. Un&rsquo;indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane</a>, curato da Save the Children, a parte i fondi previsti dal PNRR, la percentuale di Pil investita per l&rsquo;istruzione in Italia &egrave; scesa al 4,1% contro una media UE del 4,8%. L&rsquo;altro dato da segnalare &egrave; che i bambini con cittadinanza non italiana che frequentano la scuola dell&rsquo;infanzia &egrave; del 77,9% (sale all&rsquo;83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani. Questa &egrave; una delle ragioni per cui gli studenti con cittadinanza non italiana in ritardo nell&rsquo;anno scolastico 2021/22 rappresentavano il 25,4% mentre quelli di origine italiana erano l&rsquo;8,1%, con un divario ancora pi&ugrave; ampio nella scuola secondaria di II grado (48,4% contro il 16,3%). Queste sperequazioni trovano conferma anche negli esiti degli apprendimenti, infatti, al termine del primo ciclo di istruzione la percentuale degli studenti che non raggiungono le competenze adeguate in italiano, matematica e inglese (dati Invalsi 2023) tra gli immigrati di prima generazione &egrave; doppia (26%) rispetto agli studenti italiani o stranieri di seconda generazione.

Alla luce di questi dati non suscita meraviglia il fatto che la dispersione scolastica in Italia sia superiore rispetto alla media europea (11,5% contro il 9,6% nel 2022) e che l&rsquo;8,7% di studenti si trovi in condizione di dispersione implicita (dati Invalsi 2023), rispetto al dato del 7,5% registrato nel 2019, prima della pandemia. 

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I numeri della scuola primaria