Geografia/Italiano - Il fiume

La civiltà egizia

La mamma, su Skype

CONSAPEVOLEZZA E INDICAZIONI D’USO I tempi della DDI, insomma, vanno “vissuti”, più che “riempiti”. Occorre rifuggire quindi da proposte estemporanee, di mero intrattenimento ed è quindi necessario che le attività da proporre siano accuratamente programmate in modo collegiale e rapportate all’offerta educativa della scuola. Insomma, la DDI è un modo diverso di fare scuola, non una modalità differente di occupare il tempo libero. Le relazioni L’incontro (virtuale) con l’intero gruppo- sezione può risultare particolarmente problematico, sia sul piano organizzativo sia su quello della gestione, e per questo motivo è opportuno riservarlo a momenti particolari. È più proficuo organizzare incontri per gruppi di bambini (per età omogenea o eterogenea a seconda delle specifiche attività), distribuiti tra gli insegnanti di sezione per un rapporto più profondo e diretto con i singoli bambini. Il punto di partenza dovrebbe essere il vissuto dell’esperienza di isolamento da parte dei bambini: come lo vivono, che cosa fanno durante la giornata, che cosa vorrebbero fare e non possono fare, che cosa manca loro ecc. È bene che ogni volta che ci si incontra, si riprenda quanto detto o fatto nell’incontro precedente, per dare il senso della costruzione di una storia comune, che non si interrompe, anche se non ci si vede in presenza. Le proposte Varie sono le attività che possono essere presentate, che però non devono essere una sorta di “programma” da svolgere a tutti i costi, sono delle opportunità educative per favorire l’apprendimento e la loro crescita a partire dalle situazioni che i bambini vivono. Possono, per esempio, essere proposte: • caratterizzate in senso espressivo (la produzione di qualche disegno o qualche altro manufatto estetico legato alla loro esperienza); • di tipo linguistico (racconto di storie, oppure lettura di un libro); • di tipo ludico (fare dei giochi a casa o proporre dei giochi ai compagni); • di carattere motorio (sotto forma di giochi di movimento); • di tipo logico-matematico (esperienze di classificazione di oggetti di uso quotidiano, o di seriazione); • di tipo musicale (canzoni, ritmi); • di tipo scientifico (piccole esperienze fattibili a casa). I docenti possono anche postare in qualche piattaforma dei materiali multimediali fruibili dai piccoli (videoclip di canzoni, filmati con proposte di giochi o attività), che possono costituire oggetto di discussione e riflessione negli incontri successivi.

Realizziamo con i bambini attività espressive anche per esorcizzare eventuali paure.

CONTINUITÀ E CURA DEI LEGAMI Più complesso appare invece l’utilizzo della didattica a distanza nel contesto della scuola dell’infanzia, nel caso di chiusura totale della scuola. La complessità è dovuta a una serie di motivi facilmente intuibili: • la scarsa autonomia dei bambini nell’utilizzo dei dispositivi informatici (e dunque la necessaria presenza costante di un adulto in funzione di scaffolding); • l’impossibilità (e inutilità) di una didattica meramente trasmissiva (come spesso succede, purtroppo, nella DAD); • l’incertezza riguardo l’adeguatezza della dotazione informatica delle famiglie; • ultimo punto, ma non per importanza, l’efficacia e la funzionalità della rete. Questi aspetti problematici non vanno però visti come pretesti per non sperimentare forme di didattica, ma vanno tenuti presenti in quanto possono condizionare determinate scelte e sollecitare soluzioni diverse. L’obiettivo prioritario della DAD nella scuola dell’infanzia è quello di tenere aperti i rapporti e i contatti educativi con i bambini, anche se in forma virtuale. Proprio per questo motivo la Commissione Infanzia Sistema Integrato Zero-sei, in un <a data-cke-saved-href="https://www.miur.gov.it/documents/20182/2432359/Sistema+zero_sei+orientamenti+pedagogici.pdf/3b0ea542-a8bf-3965-61f0-453e85ae87d5?version=1.0&amp;t=1589880921017" target="_blank" href="https://www.miur.gov.it/documents/20182/2432359/Sistema+zero_sei+orientamenti+pedagogici.pdf/3b0ea542-a8bf-3965-61f0-453e85ae87d5?version=1.0&amp;t=1589880921017">documento dedicato a questo tema</a>, propone di usare l’espressione Legami Educativi a Distanza (LEAD), invece che DAD, per enfatizzare questa esigenza primaria. COLLABORAZIONE CON LE FAMIGLIE Risulta imprescindibile, in questo caso, una stretta collaborazione con le famiglie, molto più che negli altri gradi scolastici, perché sono loro, in ultima istanza, a garantire la possibilità di tenere vivi i contatti tra docenti e bambini. Si tratta, di concordare durate, tempi e mezzi dei LEAD, oltre che di verificare l’effettiva disponibilità di dispositivi informatici domestici. Si tratta, anche, di concordare con i genitori il ruolo che essi possono svolgere durante i collegamenti online. È una grande sfida, sul piano educativo, quella che si trovano a vivere, tanto i genitori quanto i docenti, sollecitati a ricalibrare reciprocamente il loro ruolo nel rapporto di collaborazione. L’importante è avere reciproca consapevolezza che questi momenti assolvono per i bambini innanzi tutto una funzione di accoglienza, rassicurazione, oltre che di esplorazione, ricerca e crescita.

Teniamo vivi con i bambini dei rapporti a distanza, senza proporre attività rigidamente strutturate

Le tecnologie possono svolgere una funzione di supporto e sviluppo della didattica

Questo è ancora più necessario alla scuola dell’infanzia, dove l’età dei bambini richiede di operare in una dimensione di flessibilità, costruendo e adattando il percorso didattico in itinere, in relazione ai feedback degli stessi bambini.La flessibilità, infatti, è strettamente correlata al processo di personalizzazione e chiede al gruppo docente di riflettere sulla corrispondenza tra risposte dei bambini e obiettivi, organizzazione di esperienze, spazi, tempi, incontro con i diversi linguaggi, possibilità di sviluppo e di costruzione di conoscenze, libertà di espressione e creatività…È un’azione che serve per rivedere criticamente il lavoro svolto, verificare se le decisioni assunte rivestono ancora attualità e significatività e per introdurre i dovuti interventi migliorativi.L’eccezionale situazione che si è creata in seguito al coronavirus e la conseguente necessità di ricorrere a forme di didattica a distanza richiede di affinare le capacità di reazione e di adattamento dei docenti, salvaguardando, per quanto possibile, le caratteristiche peculiari e di qualità della scuola dell’infanzia.A questo riguardo va fatta una distinzione tra:• didattica digitale integrata (DDI), utilizzata come strumento di arricchimento della normale attività educativa;• didattica a distanza (DAD), che sostituisce la tradizionale esperienza di scuola. DIDATTICA DIGITALE COME ARRICCHIMENTONel primo caso le nuove tecnologie assolvono una funzione di supporto e sviluppo della didattica, da utilizzare in chiave innovativa per ampliare ulteriormente le capacità espressive e cognitive dei bambini, peraltro già inseriti in un universo multimediale.Molte sono le attività che possono essere realizzate a tal proposito, sia di carattere procedurale (aprire e chiudere un programma, usare correttamente il mouse e i tasti che servono), sia di carattere più prettamente cognitivo ed espressivo (giochi di tipo logico, linguistico, topologico, matematico con i dispositivi a disposizione della scuola, come LIM, computer o tablet; prime forme di scrittura spontanea; ricerca di immagini; visione di piccoli documentari o altri prodotti multimediali).In sostanza, i mezzi tecnologici possono espandere le possibilità di apprendimento e di socializzazione delle soluzioni trovate, laddove non se ne faccia un uso solo individuale, ma esteso al gruppo. Riflessioni periodiche sul lavoroÈ comunque sempre opportuno che gli insegnanti periodicamente facciano il punto della situazione per riflettere criticamente sul lavoro svolto e sugli eventuali aggiustamenti da introdurre: agire in modo flessibile in fondo vuol dire questo. Alcune domande possono aiutare il gruppo docente a condurre queste riflessioni periodiche. • Le esperienze proposte sono inserite in modo coerente nel curricolo? • Le attività sono correlate alle capacità dei bambini? • L’utilizzo degli strumenti favorisce i processi di socializzazione dei bambini? • Quali conoscenze, abilità e competenze vengono sollecitate nell’itinerario di lavoro progettato e nelle attività proposte?

FAQ 10. Quale differenza c'è tra l'esonero e la dispensa parziale per le lingue straniere? (ed. PLUS)

FAQ 11. Quale differenza c'è tra PEI e PDP? Al bambino con DSA serve un PEI o un PDP? (ed. PLUS)

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Flessibilità e didattica digitale

Dove trovi questo contenuto