Star bene a scuola: l'empatia dell'insegnante

Come funziona il cervello emotivo dei bambini?

Che cosa comunica il nostro sguardo? - “Pillole” per star bene a scuola

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Come stanno gli educatori in questa difficile fase della ripresa?È un interrogativo da non trascurare.Ripartire negli asili nido è stata una grande sfida, non tanto per i bambini, che hanno mostrato subito il piacere di essere di nuovo insieme, quanto per gli adulti e per la loro responsabilità educativa. Meritano attenzione e sostegno.È iniziato un anno straordinario che ci pone di fronte ad una realtà inedita, che ha imposto di cambiare abitudini e comportamenti, che ha prodotto incertezza e ha fatto perdere nei servizi una quotidianità fatta di relazioni e di vicinanza.&nbsp;A fronte di tutto ciò è necessario riconoscere le difficoltà degli educatori, i quali devono poter dare voce alle proprie esigenze, condividere i dubbi ed i problemi che incontrano per sentirsi rassicurati. Fiducia, non paura&nbsp;Dobbiamo partire proprio dai disagi degli adulti per poter alimentare un progetto pedagogico che non manifesti paura, ma fiducia e positività. Alla base di una quotidianità serena nel nido ci sono la sicurezza professionale degli educatori nel sapere affrontare le situazioni create dalle regole sanitarie e la motivazione positiva rispetto alla nuova sfida. In questo momento in cui le norme di prevenzione prendono tempo e assorbono energie non possiamo trascurare il benessere psicologico degli adulti che si trovano a stare accanto ai bambini in modo diverso.L’importanza del confrontoNon ci sarà benessere dei bambini a prescindere dal benessere degli educatori, non ci sarà sicurezza emotiva nei bambini se non ci sarà sicurezza emotiva negli adulti intorno a loro. Questa seconda fase della pandemia non può essere vissuta dalle diverse équipe educative in solitudine, c'è bisogno di confronto e di accompagnamento.Le relazioni tra colleghe prendono oggi ancora più valore, perché il malessere può nascere proprio dalla rarefazione degli scambi e delle occasioni di incontro tra pensieri, idee, interrogativi personali.Perciò è necessario mantenere attive le iniziative di formazione in modo da far sentire gli educatori sostenuti e da renderli sicuri sul piano psicologico in questo nuovo percorso.&nbsp;Pensiamo, a esempio, al valore che dobbiamo dare allo stare all'aperto con i bambini. Anche se si tratta di un aspetto già preso in carico, richiede comunque una riflessione condivisa e sostenuta da percorsi formativi che diano suggerimenti e incoraggiamento a scelte pedagogiche consapevoli. Quindi tutto quanto riguarda il rifondare pensieri e progettualità è un punto importante su cui gli educatori devono convergere.Ed è decisiva a questo riguardo la presenza di coordinatori pedagogici, stabile punto di riferimento nel promuovere legami tra i servizi, nell'essere garanti della creazione di una comunità professionale. Il coordinatore è persona che sostiene e arricchisce, che alimenta le connessioni impedendo ai singoli servizi di un medesimo territorio di sentirsi isolati e agli educatori di affrontare da soli i momenti di disagio che il presente rende inevitabili.

Educatrici, educatori, come state?