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Da nido a infanzia, da infanzia a primaria: continuità senza paura
“Dobbiamo accompagnare nella piena naturalezza della quotidianità le famiglie e i bambini”: intervista a Serena Gaiani, pedagogista clinico
23 aprile 20191 minuto di lettura
Che cosa temono i genitori nel passaggio dal nido all’infanzia e dall’infanzia alla primaria? Come accompagnare le famiglie e soprattutto bambini in questi passaggi? Lo abbiamo chiesto a Serena Gaiani, pedagogista clinico e autrice per le riviste Giunti Scuola dello “Sportello dei genitori” (ogni mese su Scuola dell'Infanzia ).
Le paure più ricorrenti dei genitori riguardano l’adeguatezza dei figli nell'affrontare questa nuova avventura che li aspetta. Il compito di educatori e insegnanti, ci spiega, è prima di tutto quello di accogliere queste paure e di traghettarle in un passaggio normale, naturale, “ma è un passaggio che va guidato soprattutto per quanto riguarda l'accoglienza”.
Serena Gaiani sottolinea l’importanza dei progetti di continuità che devono essere comunicati bene alle famiglie: “uno scambio informativo e anche una focalizzazione delle competenze maturate dai bambini, qualsiasi sia la loro età: bisogna essere trasparenti, offrire informazioni per far capire come si è organizzati dal punto di vista strumentale e delle modalità operative. Ciò che non si conosce spaventa e preoccupa, ciò che fa parte di un bagaglio informativo va ad attenuare l'ansia”.
E con i bambini? È preferibile non insistere troppo sull'anticipazione dello scenario successivo: “Faccio un esempio: quando diciamo ‘mi raccomando bambini perché l'anno prossimo…’, questo può diventare un alert ansiogeno per i bambini, anche se proponiamo un’attività entusiasmante. Dobbiamo attrezzare i bambini nelle competenze del passaggio nella piena naturalezza della quotidianità”.
Le paure più ricorrenti dei genitori riguardano l’adeguatezza dei figli nell'affrontare questa nuova avventura che li aspetta. Il compito di educatori e insegnanti, ci spiega, è prima di tutto quello di accogliere queste paure e di traghettarle in un passaggio normale, naturale, “ma è un passaggio che va guidato soprattutto per quanto riguarda l'accoglienza”.
Serena Gaiani sottolinea l’importanza dei progetti di continuità che devono essere comunicati bene alle famiglie: “uno scambio informativo e anche una focalizzazione delle competenze maturate dai bambini, qualsiasi sia la loro età: bisogna essere trasparenti, offrire informazioni per far capire come si è organizzati dal punto di vista strumentale e delle modalità operative. Ciò che non si conosce spaventa e preoccupa, ciò che fa parte di un bagaglio informativo va ad attenuare l'ansia”.
E con i bambini? È preferibile non insistere troppo sull'anticipazione dello scenario successivo: “Faccio un esempio: quando diciamo ‘mi raccomando bambini perché l'anno prossimo…’, questo può diventare un alert ansiogeno per i bambini, anche se proponiamo un’attività entusiasmante. Dobbiamo attrezzare i bambini nelle competenze del passaggio nella piena naturalezza della quotidianità”.
Scuola dell'infanzia