Per un piano nazionale centrato sui giovani

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Ripensiamo l'accoglienza

In apertura del Festival della Migrazione, il&nbsp;4 novembre 2021, si svolgerà a Modena il&nbsp;Seminario nazionale Costruttori di ponti&nbsp;Di generazione in generazione, con la partecipazione del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il seminario è a cura di Vinicio Ongini, Ministero dell’Istruzione, e di Delfina Licata, Fondazione Migrantes. Uno sguardo e un confronto dedicato alla difficoltà di costruire ponti e di fare manutenzione, tra le generazioni in generale, italiane e non. Che materiali servono? Che pratiche ci sono? Che relazione c'è con il tema della cittadinanza? Per questa sesta edizione,&nbsp;nella mattina del 4 novembre (ore 9-13), ci saranno due tavole rotonde: la prima dedicata all'analisi del tema, interpretazioni, ipotesi, domande; la seconda tavola&nbsp;centrata soprattutto sulla presentazione di esperienze e testimonianze di scuole e associazioni.Scarica <a data-cke-saved-href="https://www.istitutocervi.it/wp-content/uploads/2021/10/COSTRUTTORI-DI-PONTI_definitivo.pdf" target="_blank" href="https://www.istitutocervi.it/wp-content/uploads/2021/10/COSTRUTTORI-DI-PONTI_definitivo.pdf">il programma completo</a>.&nbsp;

“Quali sono e come sono oggi i ponti – scrive Vinicio Ongini nell'introduzione al programma del seminario –&nbsp;&nbsp;tra anziani e giovani, tra genitori e figli, qualè il loro stato di salute? Che tipo di trasmissione, di passaggi, di consegne, di ereditàci sono tra le generazioni nella nostra società?Le nuove generazioni italiane che aiutanti hanno nelle traversate che devono superare? Noi cerchiamo le somiglianze che ci rassicurano nel passaggio di un’eredità e di una linea genealogica. E constatiamo con stupore quanto un figlio possa essere differente dai suoi genitori o dai suoi fratelli e sorelle. Il tema del seminario, ovvero l’idea di lavorare a costruire o ricostruire ponti, passaggi, legami sociali, spazi di interazione, riguarda tutti, ma in particolare, e in modo più acuto, riguarda le generazioni dell’immigrazione.Le nuove generazioni dell’immigrazione assomigliano a tutte le nuove generazioni ma sono più cosmopolite e più “naturalmente” interculturali perché abituate a muoversi tra mondi diversi. Sono ragazze e ragazzi italiani di fatto ma privi di cittadinanza formale. Conoscono più lingue dei coetanei italiani, ottengono risultati migliori nello studio della lingua inglese, come documentato dalle annuali rilevazioni dell’Istituto nazionale di valutazione (INVALSI). Sono proiettate verso la cultura del Paese in cui vivono. Ma questa loro condizione può&nbsp;causare distanza, incomprensioni, anche lacerazioni drammatiche con le proprie famiglie che talvolta mantengono forti legami con le regole e le tradizioni del Paese d’origine. Tradizioni che a volte sono in conflitto con le leggi del nostro Paese, quello in cui vivono.L’acquisizione della cittadinanza è un fattore di stabilità e di integrazione, è un legame sociale, un ponte. Anche il mantenimento e la valorizzazione a scuola, e fuori, della lingua d’origine può essere un legame che unisce le generazioni e che facilità l’integrazione culturale e sociale. Bisogna evitare l’isolamento di gruppi e famiglie, servono luoghi cerniera e tempi dedicati all’interazione sociale, alla costruzione di legami. Si possono, si devono fare prove, tentativi di comunità”.

Costruttori di ponti, testimonianze e buone pratiche tra generazioni italiane e non

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