Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Heckman, J.J., Stixrud, J. and Urzua, S. (2006), &ldquo;The effects of cognitive and noncognitive abilities on labor market outcomes and social behavior&rdquo;, Journal of Labor Economics, Vol. 24 (3), pp. 411-482

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L&rsquo;11 gennaio scorso la Camera dei Deputati ha approvato, con un&rsquo;ampissima maggioranza, una proposta di legge per l&#39;introduzione sperimentale e volontaria, nell&#39;ambito di uno o pi&ugrave; insegnamenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, delle competenze non cognitive (amicalit&agrave;, coscienziosit&agrave;, stabilit&agrave; emotiva e apertura mentale, nel metodo didattico).&nbsp;

In questa fase non risultano coinvolti i gradi scolastici inferiori (infanzia e primaria), ma tutto lascia supporre che &ndash; se la proposta si tradurr&agrave; in legge dopo il passaggio al Senato e se la sperimentazione avr&agrave; esiti positivi &ndash; nel futuro potrebbero essere coinvolti anche questi settori.&nbsp;

La proposta si ispira a una serie di studi riguardanti le cosiddette competenze trasversali, ossia quelle presentano un intreccio tra conoscenze, capacit&agrave; e qualit&agrave; personali e che caratterizzano ogni persona nello studio come nel lavoro. In particolare James Heckman (Premio Nobel per l&rsquo;Economia 2000) definisce &ldquo;competenze non cognitive&rdquo; quelle che fanno riferimento a caratteristiche individuali connesse agli aspetti psicosociali, emotivi e personali (denominate anche life skills). Anzi le sue Big Five (grinta, amicalit&agrave;, coscienziosit&agrave;, stabilit&agrave; emotiva, apertura all&rsquo;esperienza) sono pressoch&eacute; identiche a quelle votate dalla Camera. L&rsquo;assunto da cui parte Heckman &egrave; che l&rsquo;incremento del capitale umano non pu&ograve; essere ridotto al solo sviluppo cognitivo, ma riguarda anche le abilit&agrave; non cognitive (non cognitive abilities), come quelle appena citate.&nbsp;

Questi concetti sono stati ripresi anche dall&rsquo;UE nel 2006 con la Raccomandazione del Consiglio Europeo sulle competenze chiave per l&#39;apprendimento permanente, riviste poi nel 2018 e riassunte in otto competenze chiave:

1) competenza alfabetica funzionale;

2) competenza multilinguistica;

3)&nbsp;competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria;

4) competenza digitale;

5) competenza personale, sociale e capacit&agrave; di imparare ad imparare;

6) competenza in materia di cittadinanza;

7) competenza imprenditoriale;

8) competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. Le stesse Indicazioni Nazionali del 2012 sono state aggiornate nel 2018 con il loro inserimento.

L&rsquo;aspetto interessante da sottolineare &egrave; che il Parlamento affronti un tema squisitamente psicopedagogico, di solito trattato in documenti tecnici, pi&ugrave; che in testi di legge, anche se lo sviluppo di tali competenze viene collegato alla prevenzione della povert&agrave; educativa e della dispersione scolastica. Peraltro nel testo licenziato dalla Camera appare qualche confusione rispetto alle finalit&agrave; in quanto mentre all&rsquo;art. 1 vengono elencate quelle richiamate in apertura, all&rsquo;art. 3 si afferma che la sperimentazione triennale &ldquo;&egrave; finalizzata a sviluppare negli studenti abilit&agrave; e competenze quali la flessibilit&agrave;, la creativit&agrave;, l&#39;attitudine alla risoluzione dei problemi, la capacit&agrave; di giudizio, la capacit&agrave; di argomentazione e la capacit&agrave; di interazione.&rdquo;&nbsp;

Va per&ograve; evitata un&rsquo;artificiosa contrapposizione tra cognitivo e non cognitivo: in fondo si apprendono anche le life skills e d&rsquo;altro canto il processo di apprendimento si sviluppa all&rsquo;interno di una relazione significativa. Si tratta di due facce della stessa medaglia.

Competenze non cognitive, dalla politica alla scuola di tutti i giorni