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Bambini con doppia eccezionalità
L’Alto Potenziale Cognitivo insieme a un disturbo del neurosviluppo: i casi di DSA, ADHD, Autismo e Disturbo non verbale

Spesso nelle nostre classi ci troviamo di fronte a bambini o bambine con una doppia eccezionalità (2E). Di che cosa si tratta? La doppia eccezionalità è caratterizzata dalla compresenza di un alto potenziale cognitivo e di un disturbo del neurosviluppo (DSA, ADHD, Autismo ecc.) e richiede un’attenzione particolare da parte della scuola per le molte fragilità dei bambini che presentano questo profilo.
Per aiutare insegnanti e operatori nel lavoro con questi bambini, Università di Padova e Lab.d.a (Centro per l’età evolutiva e gli apprendimenti) hanno predisposto delle Linee Guida. In queste pagine ci soffermiamo su alcune fisionomie di 2E descritte nelle Linee Guida, sottolineando che certe raccomandazioni possono valere per tutti i bambini con 2E, mentre altre vanno adattate allo specifico profilo presentato dal bambino.
L’utilità di avere una diagnosi di disturbo del neurosviluppo
La diagnosi di disturbo di neurosviluppo nei casi di individui con alto potenziale cognitivo richiede particolari perizia e cautele, perché si corre il rischio di sovraidentificazione o di sottoidentificazione.
- Sovraidentificazione, perché certe geniali stranezze dei bambini, risposte di noia e disattenzione, reazioni impulsive, insofferenze, iniziative asociali possono essere interpretate come manifestazioni psicopatologiche (per esempio disturbo di disattenzione e iperattività), anche quando riflettono in primo luogo il disagio per situazioni poco motivanti.
- Sottoidentificazione, perché una oggettiva difficoltà può essere camuffata con strategie e modalità del bambino che ricorrono alle sue competenze cognitive generali o possono essere attribuite semplicemente a fattori motivazionali (“È così intelligente che potrebbe benissimo raggiungere gli obiettivi proposti: se non li raggiunge è perché non vuole impegnarsi”).
C’è un movimento che mette in discussione l’utilità delle categorie diagnostiche in generale e che, nel caso particolare dei disturbi del neurosviluppo, obietta che le diagnosi sono forzature che non tengono conto della possibile compresenza di vari problemi e delle varie sfumature che interessano ogni bambino. Siamo sostanzialmente d’accordo con l’ispirazione generale di queste obiezioni, ma pensiamo che le categorie diagnostiche possano offrire un orientamento generale da cui partire (senza di esse, per esempio, non sarebbe possibile avere delle Linee Guida chiare e semplici). Pensiamo tuttavia che il termine “diagnosi” possa essere interpretato in due sensi: uno basico, che ci specifica se il bambino rientra in una determinata categoria diagnostica, uno approfondito che cerca di farci capire quali sono le effettive caratteristiche di quel singolo bambino. Le relazioni diagnostiche dovrebbero includere entrambe le informazioni.
Le Linee Guida riferite ai diversi tipi di disturbo del neurosviluppo
Ripercorriamo brevemente alcuni punti (vedi Box "Precauzioni e interventi specifici a seconda della tipologia del disturbo") delle Linee Guida con riferimento ai tipi di disturbo considerati, ben consapevoli che la sinteticità richiesta alle Linee Guida non considera la complessità dei casi reali, per esempio i frequenti casi di compresenze di più problemi (comorbidità), come DSA e ADHD, e richiede che la situazione di ogni bambino vada considerata in maniera individualizzata e più approfondita.
2E e DSA
Le Linee Guida, comunque, esaminano il caso generale dei DSA con 2E, ricordando la presenza di diagnosi tardiva e il pericolo che il bambino tenda a evitare di praticare l’attività in cui è debole. Le Linee Guida suggeriscono di sfruttare la metacognitività del bambino (consapevolezze e strategie), non penalizzando le debolezze specifiche e valorizzando l’uso intelligente di strumenti compensativi. Per esempio, per il caso della dislessia e della disortografia, le Linee Guida invitano a favorire l’utilizzo di strumenti multimediali (per esempio presentazione in ppt, video ecc.) che risultano maggiormente stimolanti e consentono sia di ridurre la quantità di materiale da leggere e scrivere, sia di integrare valorizzando altri canali (ascolto, espressione orali, immagini ecc.).
È anche importante stimolare la lettura, proponendo materiali che rispondono agli interessi avanzati che lo studente con 2E potrebbe avere o materiali ad alta densità di contenuto (molta informazione in poco materiale da leggere) e stimolare la capacità espressiva orale e scritta su temi di interesse del bambino.
Nel caso, invece, di presenza di difficoltà di calcolo, le Linee Guida suggeriscono di sfruttare le capacità logiche dello studente (è sorprendente scoprire che grandi geni anche in ambito scientifico non avevano grande successo in aritmetica), assicurarsi che lo studente comprenda i concetti matematici e non penalizzare eccessivamente la presenza di errori di calcolo, proporre situazione concrete ma sfidanti: per esempio l’uso del denaro, statistiche e calcolo approssimato, linguaggi di programmazione al computer e così via.
2E e problemi di attenzione
Nel caso di problema di attenzione, per aiutare il bambino con 2E ad autoregolare la propria attenzione, è opportuno scegliere attività che possano attirare l’interesse considerando alcune variabili riconducibili alla novità dell’argomento, alla possibilità che, date le competenze, il compito proposto risulti sfidante e capace di stimolare la creatività. Si sottolinea, inoltre, l’importanza di applicare le strategie comunemente suggerite per l’ADHD:
- organizzare lo spazio fisico sia nel contesto domiciliare che scolastico;
- suddividere se necessario le richieste in più compiti, che possano mettere in gioco le competenze del soggetto;
- pianificare la routine quotidiana esplicitando a inizio lezione quali attività saranno svolte e i tempi necessari per il loro svolgimento;
- alternare momenti di spiegazione frontale a momenti di coinvolgimento attivo degli studenti, prevedere brevi momenti di pausa).
Con l’ADHD è inoltre necessario valutare la prestazione per i risultati conseguiti, senza penalizzare cadute momentanee.
2E e spettro autistico
Nel caso di problematiche associate allo spettro autistico, va tenuto presente il rischio di “sovraidentificazione” legato alla enfatizzazione di un semplice lieve tratto autistico dovuta alla presenza di tratti di originalità, iperfocalizzazione, passione e autoisolamento. Questi aspetti non vanno confusi con stranezza, monotematismo, ossessiva fissazione e incapacità di stare con gli altri. Se effettivamente è presente un consistente tratto autistico primario, andranno comunque considerate positivamente le potenzialità implicite nella presenza di interessi e talenti monotematici, facendo però in modo che ci sia condivisione su di essi e possano essere coltivate aree di interesse che il bambino/bambina può condividere con i pari.
2E e problemi visuospaziali, linguistici o di coordinazione motoria
Nel caso di presenza di problemi visuospaziali (o al contrario linguistici) occorre valorizzare le competenze possedute, in un caso di tipo verbale, sia orali che scritte, nell’altro caso visuospaziali, ma evitare che le competenze deboli siano del tutto trascurate, invitando a sostenerle mediante strategie che nascono dall’ambito in cui il bambino si sente particolarmente competente.
Infine, se il bambino con alto potenziale cognitivo ha particolari problemi di coordinazione motoria, cerchiamo attività motorie più alla sua portata e magari tali da suscitargli un interesse intellettuale.
Precauzioni e interventi specifici a seconda della tipologia del disturbo
Da Linee Guida LABDA – Università di Padova per bambini/ ragazzi con una doppia eccezionalità (2E), 2022. Per le linee guida complete vai sul sito: www.labda-spinoff.it
45. Con i DSA tenere presente che la difficoltà potrebbe non essere evidente a lungo perché l’alunno sembra per certi versi brillante e capace di cavarsela, compensando, con le sue competenze cognitive, le difficoltà specifiche. Cogliere i segnali di stanchezza, demotivazione e incostanza.
46. Tenere in considerazione atteggiamenti di evitamento dell’alunno DSA dalla attività deficitaria, facendo esplorare tutte le possibilità di aiutarsi, insegnando tutte le possibilità offerte dagli strumenti compensativi, ed evitando che lo studente usi il fatto di avere un alto potenziale cognitivo per non impegnarsi come potrebbe.
47. Nel caso di dislessia, sfruttare gli interessi del bambino/ragazzo per aumentare la frequenza di lettura. Qualora le difficoltà di lettura coinvolgano la comprensione del testo favorire un approccio attivo al testo favorendo la consapevolezza metacognitiva circa gli scopi della lettura e l’uso di strategie funzionali per la comprensione del testo. Si suggerisce di considerare che alcune tipologie di testo, ad es. le poesie, possono essere utili poiché risultano da un lato stimolanti a livello di riflessione cognitiva (ad esempio uso del linguaggio metaforico, componente creativa presente, ecc.) e dell’altro poco gravose per la decodifica (testi e/o frasi sono più brevi).
48. Nel caso di presenza di difficoltà di calcolo, sfruttare le capacità logiche dello studente, incrementare l’uso di strategie, assicurarsi che lo studente comprenda i concetti matematici e non penalizzare eccessivamente la presenza di errori di calcolo. Favorire la comprensione dell’utilità della matematica per risolvere problemi della vita di tutti i giorni e proporre situazione concrete ma sfidanti: es. uso del denaro, statistiche e calcolo approssimato, linguaggi di programmazione al computer, ecc.
49. Nel caso di problema di scrittura stimolare l’uso di strategie metacognitive (es. riflessione sui rapporti semantico-etimologici delle parole, sui rapporti di derivazione, ecc.) da usare in fase di scrittura e promuovere la revisione del testo. Considerare l’importanza di adattare i criteri di valutazione (valorizzare il contenuto e non penalizzare per gli errori ortografici) al fine di evitare che le capacità espressive del soggetto siano limitate dalle difficoltà strumentali. Infine, valorizzare le occasioni di espressione orale per limitare l’affaticamento riconducibile sia alle difficoltà ortografiche che grafomotorie.
50. In riferimento sia alla lettura che alla scrittura, favorire l’utilizzo di strumenti multimediali (es. presentazione ppt, video, ecc.) che risultano maggiormente stimolanti e consentono sia di ridurre la quantità di materiale da leggere e scrivere sia di integrare valorizzando altri canali (ascolto, espressione orali, immagini ecc.).
51. In caso di ADHD tenere presente il rischio di diagnosi errata nei due sensi: di ADHD dovuto a comportamenti di noia, impulsività e disattenzione che però si presentano solo in certi contesti, di negazione dell’ADHD per la presenza di momenti di capacità di concentrazione e per una elevata prestazione ai test sulle funzioni esecutive.
52. Nel caso di problema di attenzione, per aiutare il soggetto ad autoregolare la propria attenzione, scegliere attività che possano attirare l’interesse considerando alcune variabili riconducibili alla novità dell’argomento, alla possibilità che, date le competenze, il compito proposto risulti sfidante e stimolante la creatività. Si sottolinea, inoltre, l’importanza di applicare le strategie comunemente suggerite per l’ADHD (organizzare lo spazio fisico sia nel contesto domiciliare che scolastico, suddividere se necessario le richieste in più compiti, che possano stimolare le competenze del soggetto, pianificare la routine quotidiana esplicitando ad inizio lezione quali attività saranno svolte e i tempi necessari per il loro svolgimento, alternare momenti di spiegazione frontale a momenti di coinvolgimento attivo degli studenti, prevedere brevi momenti di pausa). Con l’ADHD valutare la prestazione per i risultati conseguiti, senza penalizzare cadute momentanee.
53. Nel caso di problema di impulsività/iperattività proporre al soggetto l’esecuzione di attività, consone al contesto, che possano permettergli di muoversi laddove manifesta una maggiore irrequietezza fisica. Anche in questo caso, proporre attività che stimolino le competenze del soggetto e che gli permettano di interessarsi al compito. Indurre strategie per il controllo dell’impulsività e l’autocorrezione, ma tenere presente che impulsività può essere in parte dovuta alla percezione di essere capace di fare immediatamente e alla inevitabile noia dell’attesa.
54. Tenere presente il rischio di enfatizzazione di un semplice lieve tratto autistico dovuta alla presenza di tratti di originalità, iperfocalizzazione, passione e autoisolamento da non confondere con stranezza, monotematismo, ossessiva fissazione e incapacità di stare con gli altri.
55. Nel caso di presenza di tratto autistico considerare le potenzialità implicite nella presenza di interessi monotematici in studenti molto dotati, ma – per la crescita della personalità – sostenere anche lo sviluppo flessibile di più interessi, facendo in modo che, accanto a quelle altamente specifici, possano essere coltivate aree di interesse che il bambino/ragazzo può condividere con i pari. Ciò allo scopo di incoraggiare la condivisione reciproca, che sta alla base di un efficace sviluppo socio-relazionale.
56. Nel caso di presenza di problemi visuospaziali valorizzare le competenze di tipo verbale, sia orali che scritte. Favorire l’utilizzo di strategie di verbalizzazione nello svolgimento di compiti di natura visuospaziale (es. alcuni concetti matematici, disegno tecnico). Non penalizzare lo studente per le sue produzioni grafiche poco soddisfacenti (ad esempio nella scrittura, nella matematica, nel disegno tecnico), suggerendo però strategie per smussare certe lacune eccessive. Dare la possibilità di dimostrare la sua conoscenza attraverso compiti che richiedono un minore coinvolgimento di abilità visuospaziali. Stimolare al tempo stesso lo sviluppo di migliori abilità e strategie visuospaziali.
57. Nel caso di problemi di coordinazione motoria guidare i genitori nell’individuazione di attività sportive che siano in linea con gli interessi del soggetto ma, al contempo, siano più accessibili rispetto alle richieste sul piano motorio, individuale e nell’interazione con gli altri (es. gli sport di squadra possono risultare più complessi rispetto a sport di coppia). Inoltre, costruire competenze motorie, almeno di base. Curare – per lo sport – soprattutto quegli ambiti che altrimenti possono limitare l’autonomia (es. uso della bicicletta, nuoto) sviluppando una eventuale competenza sportiva in cui possa ottenere buoni risultati e mettere a profitto, con strategie e ragionamenti, il suo alto potenziale cognitivo.
Scopri gli approfondimenti su La doppia eccezionalità.
- Baum, S. M., Schader, R. M., Owen, S. V. (2021). To be gifted and learning disabled: Strength-based strategies for helping twice-exceptional students with LD, ADHD, ASD, and more. New York: Routledge.
- Cornoldi, C. (2019). Bambini eccezionali. Superdotati, talentosi, creativi o geni. Bologna, Il Mulino.
- Cornoldi C. (2022). Linee Guida LABDA – Università di Padova per i bambini/ ragazzi con una doppia eccezionalità (2E) caratterizzata da un alto potenziale cognitivo (intellettivo) (APC) (plusdotazione/superdotazione intellettiva) in compresenza con un disturbo del neurosviluppo. Giornata di studio LABDA, gennaio 2022.
- Zanetti, M.A., Tamburnotti, E. (2021). Mio figlio è geniale. Firenze: Giunti EDU.