Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Sono insegnante di scuola dell’infanzia e ho due figli, di 8 e 12 anni. Nonostante le difficoltà protrattesi nel tempo, legate all’emergenza sanitaria, nel lavoro le cose vanno abbastanza bene, grazie a un solido rapporto di fiducia con le colleghe, mentre a casa la situazione si è fatta difficile. Negli ultimi tempi sono diventata più irritabile e intransigente con i miei figli: quando rientro dal lavoro devo seguirli entrambi, con fatica, per i compiti a casa e inoltre litighiamo perché mentre prima facevano tanto sport ora praticamente non escono di casa e trascorrono il tempo libero a fare giochini con il computer e il tablet...

Sono insegnante di scuola dell’infanzia e ho due figli, di 8 e 12 anni. Nonostante le difficoltà protrattesi nel tempo, legate all’emergenza sanitaria, nel lavoro le cose vanno abbastanza bene, grazie a un solido rapporto di fiducia con le colleghe, mentre a casa la situazione si è fatta difficile. Negli ultimi tempi sono diventata più irritabile e intransigente con i miei figli: quando rientro dal lavoro devo seguirli entrambi, con fatica, per i compiti a casa e inoltre litighiamo perché mentre prima facevano tanto sport ora praticamente non escono di casa e trascorrono il tempo libero a fare giochini con il computer e il tablet... e questo mi preoccupa molto.Sono certa di essere in buona compagnia: colleghe e amici mi raccontano situazioni analoghe.È possibile avere qualche indicazione su come affrontare questa difficile situazione con i ragazzi? Che cosa possiamo fare noi genitori per riuscire a instaurare un clima familiare più sereno?Tiziana, Roma

Bombi A.S. (2021), Crescere. In viaggio dall’infanzia all’età adulta, il Mulino, Bologna. Di Norcia A., Di Giunta L. (2016), Essere genitori efficaci. Programmi di sostegno alle competenze genitoriali, il Mulino, Bologna.

Una pressione sociale “puerocentrica”

In secondo luogo, è vero che l’abitudine all’obbedienza avrebbe dovuto già esserci, così come una certa dose di responsabilità e collaborazione: ma non è certo troppo tardi per far capire ai suoi figli che ognuno deve fare la sua parte. Coinvolgendoli nelle attività domestiche perseguirà il duplice obiettivo di “tenerli impegnati” e di favorire la loro autonomia e responsabilizzazione. Queste richieste possono essere accettate se, da parte sua, metterà a disposizione un tempo condiviso (non so- lo quello dei compiti!), che sia premiante in termini di ciò che fate, si tratti di una passeggiata o di un gioco (Di Norcia, Di Giunta, 2016). Infine, un suggerimento pratico personalmente sperimentato con successo: per contenere il tempo dei videogiochi si regola un timer e, dal momento in cui suona, si “finisce la partita” e si spegne!

Sono insegnante di scuola dell’infanzia e ho due figli, di 8 e 12 anni. Nonostante le difficoltà protrattesi nel tempo, legate all’emergenza sanitaria, nel lavoro le cose vanno abbastanza bene, grazie a un solido rapporto di fiducia con le colleghe, mentre a casa la situazione si è fatta difficile. Negli ultimi tempi sono diventata più irritabile e intransigente con i miei figli: quando rientro dal lavoro devo seguirli entrambi, con fatica, per i compiti a casa e inoltre litighiamo perché mentre prima facevano tanto sport ora praticamente non escono di casa e trascorrono il tempo libero a fare giochini con il computer e il tablet... e questo mi preoccupa molto. Sono certa di essere in buona compagnia: colleghe e amici mi raccontano situazioni analoghe. È possibile avere qualche indicazione su come affrontare questa difficile situazione con i ragazzi? Che cosa possiamo fare noi genitori per riuscire a instaurare un clima familiare più sereno?Tiziana, Roma

Come una di noi ha cercato di mostrare proprio in uno scritto in via di pubblicazione al momento di redigere queste note (Bombi, 2021), tale situazione è il frutto di una pressione sociale “puerocentrica”, che risponde alla giusta preoccupazione di non maltrattare i bambini, dimenticando però che sono gli adulti coloro cui spetta il comando della nave, e che dovrebbero pretendere un po’ per volta dai propri figli una giusta dose di “adultità”: dalle buone maniere e dall’obbedienza in età prescolare, a un’autonomia personale nelle faccende scolastiche (i compiti a casa!) e a una partecipazione responsabile alla vita familiare nelle età successive. Dall’altro lato, il problema potrebbe nascere dalla difficoltà di ampliare il tempo dedicato alla genitorialità, tra l’altro – nel suo caso – dopo aver svolto mansioni educative che richiedono autoregolazione e pazienza per tutta la giornata lavorativa. I figli, prima occupati almeno in parte del loro tempo libero da attività extra-domestiche, sono ora in casa con lei, e lei assiste più di frequente alle loro interazioni fraterne, che probabilmente includono bisticci o sfociano in contrasti con lei quando cerca di limitare l’uso di videogiochi. Certamente la sua preoccupazione per i videogiochi è giusta, perché occupano sin troppo facilmente un tempo rimasto vuoto, ma a prezzo di un sovraccarico percettivo e di un’immobilità controproducenti. Tuttavia quel tempo può essere impiegato diversamente: una nostra recente ricerca, in via di pubblicazione, ha mostrato che la possibilità di trascorrere più tempo con i genitori riduce il rischio di difficoltà psicologiche causate dall’aumento del tempo davanti agli schermi durante il lockdown.

Ognuno deve fare la sua parte

Ecco qualche idea, cui attingere secondo le sue possibilità, alla luce di quelle circostanze della sua vita. In primis, provare a ripristinare una quota di attività fisica per i suoi ragazzi: alcune famiglie ci sono riuscite, inclusa quella di una di noi, con due ragazzi proprio della stessa età dei suoi. Al nuoto si è dovuto sostituire la mountain bike, alle partite di calcio solo esercizi individuali: ma&nbsp;il movimento è stato garantito. Ci sono app che permettono di giocare virtualmente a tennis con la televisione e corsi di yoga online: opportunità da esplorare, in mancanza di meglio.

Gentile lettrice, il problema che lei pone può essere visto da due prospettive: difficoltà dei ragazzi da un lato, difficoltà dei genitori dall’altro, entrambe forse già presenti in precedenza e portate alla luce dalla situazione attuale. La pandemia ha prolungato la convivenza familiare entro spazi che, soprattutto in città, sono spesso limitati; questo richiederebbe da parte di tutti un garbo e un rispetto reciproco a cui le nuove generazioni non sono abituate. I genitori hanno così... “assaporato” la scarsa capacità di autoregolazione di bambini e ragazzi poco responsabilizzati alla vita domestica.

Autonomia e responsabilizzazione dei figli

Dove trovi questo contenuto