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Conoscersi... per stare bene insieme

Antonio Di Pietro intervista Silvia Anichini, coordinatrice pedagogica del Comune di Prato e referente del progetto e della mostra “Conoscersi... per stare bene insieme”, che ha coinvolto bambini, famiglie, insegnanti per dipanare un filo di racconti tra cose di casa e cose di scuola.

di Antonio Di Pietro22 giugno 20164 minuti di lettura
 Conoscersi... per stare bene insieme | Giunti Scuola

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Dal 15 al 19 giugno si è svolta a Prato la mostra-evento del progetto “Conoscersi... per stare bene insieme”. Quali sono le caratteristiche di questo progetto?

“Conoscersi... per stare bene insieme” si svolge principalmente nelle scuole dell'infanzia (comunali, statali e paritarie) in tre aree di Prato dove massiccia è la presenza di famiglie con esperienza migratoria. Il coordinamento pedagogico del Comune di Prato ha costituto un'équipe di pedagogisti, psicologi, atelieristi e mediatrici linguistiche per sostenere il lavoro nelle scuole intorno a tematiche come l'inclusione, l'accoglienza del plurilinguismo e lo sviluppo delle competenze linguistiche. Tematiche che ci permettono di sperimentare strategie per rendere la scuola sempre più un luogo capace di offrire pari opportunità di socializzazione e di apprendimento. Il progetto è caratterizzato da incontri di formazione e di co-programmazione per insegnanti, di formazione in situazione durante le attività con i bambini, da incontri con i genitori e di attività per genitori e figli.

“Conoscersi... per stare bene insieme” è un progetto che ha già una storia: giunge infatti quest'anno alla sua quinta edizione. Com'è nato e come si è sviluppato?

Il progetto è stato inizialmente promosso per rispondere alla richiesta di avere un supporto qualificato in quelle scuole dove sempre più numerosa si andava affermando la frequenza di bambini non italofoni o con genitori stranieri. Nel tempo, il supporto a situazioni multiculturali e plurilingue è diventato anche un'occasione per rinnovare un certo modo di concepire il “fare scuola”, per mettere in pratica “nuovi modelli educativi”, per esercitare il “diritto di cittadinanza” a partire dai bambini e dalle bambine, coinvolgendo i genitori. Tutto ciò attraverso percorsi che si dipanano intorno al gioco, all'arte e all'autobiografia.

Quest'anno su cosa è stata focalizzata maggiormente l'attenzione?

Quest'anno, avvalendoci anche della consulenza di Graziella Favaro, abbiamo continuato ad approfondire la dimensione del plurilinguismo e delle competenze linguistiche fra casa e scuola facendo transitare dall’uno all’altro ambiente le esperienze. Le scuole hanno lavorato suddivise in tre reti tematiche: racconto autobiografico, racconto espressivo e racconto ludico, secondo la prevalenza del linguaggio con cui sono state proposte le attività. Le insegnanti con l’équipe tecnica hanno sviluppato osservazioni, riflessioni e pratiche inerenti lo sviluppo linguistico dei bambini che hanno riguardato le dimensioni delle parole e del lessico, delle storie e della narrazione, della storia personale e del plurilinguismo. Alla base del progetto “Conoscersi... per stare bene insieme” c'è l'intenzione di creare ed offrire spazi di partecipazione per condividere alcune sfide educative del nostro tempo.

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