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Bambini verso il lavoro: è utile un orientamento precoce?

L’orientamento verso le scelte formative e professionali è efficace se non limitato ad azioni solo informative e se realizzato fin dall’inizio del ciclo scolastico. Ecco alcuni obiettivi, criteri e strumenti per un orientamento nella scuola primaria. 

di Redazione GiuntiScuola28 maggio 20154 minuti di lettura
Bambini verso il lavoro: è utile un orientamento precoce? | Giunti Scuola

Tanti anni sono trascorsi dalla legge che nel 1997 ha decretato ufficialmente l’obbligatorietà in Italia delle azioni di orientamento nelle istituzioni formative , dalla scuola dell’infanzia all’università. Ma ancora oggi, quando si parla di orientamento, il riferimento immediato è all’azione di supporto informativo e di consulenza nel momento della decisione. Così viene inteso nelle scuole, dai docenti, dagli studenti, dalle famiglie, e così viene spesso realizzato nei servizi territoriali.

In realtà, già quarant’anni fa, nella Conferenza internazionale di Bratislava del 1970, si sottolineava come «orientare significa porre l’individuo nella condizione di prendere coscienza di sé, di progredire per l’adeguamento dei suoi studi e della sua professione rispetto alle mutevoli esigenze della vita con il duplice obiettivo di contribuire al progresso della società e raggiungere il pieno sviluppo della persona ».

Il progetto ministeriale Or.M.E. (Orientamento Materna ed Elementare), promosso alla fine degli anni ’90 ha stimolato la ricerca e la definizione di linee comuni per la costruzione di progetti didattici di orientamento educativo per la scuola dell’infanzia ed elementare, ma è rimasta unica e sporadica esperienza in questo campo, non avendo avuto l’incisività di promuovere una cultura diffusa dell’orientamento precoce .

Le linee guida emanate dal Ministero dell’Istruzione nel 2009 continuano a sottolineare, come fatto innovativo, che la « dimensione orientativa permea il processo educativo , sin dalla scuola dell’infanzia, in termini trasversali e deve coinvolgere e impegnare specificatamente tutte le discipline».

La prospettiva dell’ orientamento lungo tutto l’arco della vita è indispensabile per passare da azioni di tipo quasi esclusivamente informativo e limitate ai momenti di transizione e decisione a un approccio per cui l’orientamento investe il processo globale di crescita della persona , è presente nel processo educativo sin dalla scuola primaria ed è trasversale a tutte le discipline, permettendo di formare la persona “capace di scegliere” .

Questa prospettiva favorisce peraltro il potenziamento (empowerment) dei soggetti più deboli – svantaggiati culturalmente, immigrati, o con vere e proprie disabilità – in modo che anch’essi siano formati a valutare e superare le barriere che ne ostacolerebbero l’inserimento sia scolastico che, nel futuro, professionale.

Anticipare l’azione di orientamento significa connotarla in funzione preventiva : se le persone pensano al proprio futuro in tempi precoci rispetto a quando devono affrontare le difficoltà della transizione, aumentano le probabilità di successive scelte ben “orientate” che consentiranno un’attiva e soddisfacente integrazione sociale.

Spesso, invece, l e scelte formative non costituiscono una risposta alle proprie caratteristiche personali e non sono inserite in un organico progetto personale di crescita e autonomia, ma sono piuttosto casuali o indirizzate da elementi esterni che non tengono conto di interessi e capacità effettive.

Quanti adolescenti si trovano ingabbiati in percorsi scolastici o universitari che hanno scelto con superficialità e senza consapevolezza, che non gradiscono e non li soddisfano, e vanno incontro a fallimenti e abbandoni senza avere la capacità di “riconvertirsi” e cambiare strada per tempo?

Secondo il Piano Nazionale di Orientamento del 2009 «il primo compito e la più grande responsabilità della scuola sono connessi alla maturazione di competenze orientative sulle quali innescare successivamente, nelle diverse situazioni di transizione, che si presentano lungo tutto l’arco della vita, lo sviluppo di competenze orientative specifiche per il fronteggiamento di situazioni diverse (scelta scolastica, passaggio da un canale formativo a un altro, ricerca del lavoro, espulsione dal mercato, sviluppo di carriera ecc.)».

Tutto ciò impone un ripensamento della dinamica insegnamento-apprendimento (come insegnare, come far apprendere) e degli “oggetti” dell’insegnamento: saperi e/o competenze.

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