DSA: quando la diagnosi arriva in ritardo
Il nuovo campanello d’allarme da una ricerca condotta su diecimila alunni tra gli 8 e i 10 anni in nove regioni d’Italia: in due casi su tre, la dislessia non viene diagnosticata negli anni della scuola primaria, quando gli interventi sarebbero più efficaci. Di Emanuele Contu
Secondo un ampio studio, condotto nel 2012 dal gruppo di lavoro EpiDIt (Epidemiology of Dyslexia in Italy) e appena pubblicato sulla rivista scientifica statunitense PLOS ONE, l’incidenza del più diffuso disturbo specifico dell’apprendimento nei bambini tra gli 8 e i 10 anni in Italia sarebbe del 3,5%, con limitate differenze geografiche. Tuttavia, anche se in questa fascia d’età il disturbo può già essere diagnosticato con certezza, solo l’1,3% del campione studiato aveva una certificazione di dislessia.
DSA: ce ne accorgiamo troppo tardi?
I dati MIUR più recenti, riferiti all’anno scolastico 2016/17, stimano in poco meno di 54mila i casi di DSA individuati alla scuola primaria: hanno ricevuto una diagnosi di dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia l’1,95% delle bambine e dei bambini tra terza e quinta elementare. Il dato però esplode negli anni della secondaria di primo grado, quando l’incidenza delle diagnosi sale al 5,40%: segno che i casi di DSA non riconosciuti alla scuola primaria emergono negli anni della scuola secondaria, quando le difficoltà si fanno più evidenti.
La questione meridionale
Lo studio del gruppo EpiDIt e i dati MIUR convergono anche su un altro punto. Se in generale la scarsa tempestività nell’individuare i disturbi d’apprendimento riguarda tutto il territorio nazionale, il fenomeno assume proporzioni più rilevanti spostandosi da Nord a Sud: nelle regioni del Meridione, infatti, sono più numerose sia le diagnosi tardive, sia i casi in cui il disturbo non viene individuato. Secondo i dati MIUR, ad esempio, mentre in Liguria e Valle d’Aosta sono certificati quasi il 5% degli studenti, in Calabria e Campania la percentuale crolla rispettivamente allo 0,7% e allo 0,9%.
Le conseguenze di una diagnosi tardiva
Le stime epidemiologiche sui DSA presentano sempre oscillazioni significative, legate a metodi di ricerca e protocolli diagnostici non sempre omogenei. È però ricorrente il dato relativo al ritardo con cui nel nostro Paese individuiamo e accompagniamo al percorso diagnostico bambine e bambini con possibile disturbo specifico dell’apprendimento.
Il ritardo si traduce in una maggiore fatica nell’acquisizione di strategie che limiterebbero gli effetti del disturbo sugli apprendimenti: più avanti si individua il DSA, più grave il danno in termini di acquisizione di conoscenze, abilità e competenze, con ovvie e difficilmente recuperabili ricadute anche sulla percezione di auto-efficacia e sulla formazione della personalità.
Per saperne di più
Barbiero C., Montico M., Lonciari I., Monasta L., Penge R., et al. (2019) The lost children: The underdiagnosis of dyslexia in Italy. A cross-sectional national study. PLOS ONE 14(1): e0210448. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0210448
MIUR – Ufficio Statistica e Studi: dati nazionali alunni con DSA a.s.2016/2017 (http://istruzioneer.gov.it/2018/04/18/miur-ufficio-statistica-e-studi-dati-nazionali-alunni-con-dsa-a-s-2016-2017/)
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