Valutare senza stress…

(Buon) monitoraggio… e poi?

Competere, ma con se stessi

Pensiamo ad una prova come ad una specie di filtro che ci permette di osservare, in modo sistematico e da un punto di vista diverso, una realt&agrave; che &egrave; multiforme. Questo filtro, per evitare di restituire una realt&agrave; distorta, deve essere valido e attendibile.

La validit&agrave; di una prova &egrave; facilmente verificabile ponendosi una semplice domanda: sto rilevando effettivamente ci&ograve; che avevo intenzione di rilevare? Sono riuscita, in altre parole, ad allineare l&rsquo;obiettivo, l&rsquo;attivit&agrave; e la modalit&agrave; didattica delle evidenze che ho scelto? Talvolta si commette l&rsquo;errore di aver allineato obiettivo e prova di valutazione ma non le attivit&agrave; didattiche; oppure risultano allineate prova di valutazione e attivit&agrave; didattiche che tuttavia non perseguono l&rsquo;obiettivo prefissato. Le prove proposte ai bambini se programmate in coerenza con gli obiettivi diventano validi strumenti di valutazione.

L&rsquo;attendibilit&agrave; di una prova &egrave; rilevabile con un&rsquo;altra domanda: se qualcun&rsquo;altro effettuasse la stessa misura con lo stesso strumento, otterrebbe gli stessi risultati? In questo caso dobbiamo pensare ad una prova che funzioni proprio come un tiratore scelto. Possiamo avere prove attendibili ma non valide poich&eacute; &ldquo;colpiamo&rdquo; solo un settore ma non il centro del bersaglio, cio&egrave; l&rsquo;obiettivo. Possiamo avere una prova che non &egrave; n&eacute; valida n&eacute; attendibile: in questo caso dovremo rivedere l&rsquo;intero impianto progettuale. Perch&eacute; una prova sia valida e attendibile il tiratore centrer&agrave; con ogni colpo il bersaglio, cio&egrave; l&rsquo;obiettivo.

La variet&agrave; di strumenti

Progettazione e obiettivi

Per arginare la soggettivit&agrave; degli apprendimenti faremo in modo che le prove siano informative, cio&egrave; selezioneremo le prove giuste per il tipo di evidenza da analizzare. Il fulcro &egrave; l&rsquo;obiettivo.

&Egrave; importante anche alla luce di quanto appena affermato, predisporre una variet&agrave; di strumenti, usare pi&ugrave; tipologie di prove, ma soprattutto questi strumenti devono essere legati a situazioni concrete, reali che i bambini conoscono e a cui partecipano non solo in modo esecutivo.

Quando usiamo attivit&agrave;, strumenti e prove diverse, dobbiamo sapere se sono situazioni note o non note, se le risorse vengono fornite o reperite e scelte dal bambino, se e come ha risposto alla consegna che a sua volta rispondeva ad un obiettivo: possiamo cio&egrave; vedere se e come, cio&egrave; in modo autonomo o meno il bambino ha raggiunto un obiettivo. Solo a questo punto, con un quadro completo, possiamo dare un livello in modo affidabile e valido in quanto verificato con strumenti diversi e in modo intersoggettivo.

&Egrave; sempre molto difficile avere una valutazione oggettiva ma dobbiamo fare in modo che la soggettivit&agrave; non prenda il sopravvento: se cos&igrave; fosse il filtro restituirebbe una realt&agrave; distorta mentre noi siamo alla ricerca di una fotografia il pi&ugrave; reale possibile.

La valutazione, ricordiamolo sempre, &egrave; un atto di mediazione che il docente fa per cercare di rilevare con strumenti indicatori quelli che sono i tratti latenti degli studenti, ed &egrave; ormai appurato che l&rsquo;apprendimento rimanga nella black box di ciascun studente proprio perch&eacute; non &egrave; osservabile direttamente.&nbsp;

Proprio perch&eacute; l&rsquo;oggettivit&agrave; &egrave; molto difficile da raggiungere, abbiamo necessit&agrave; di avere tanti dati su quell&rsquo;obiettivo di apprendimento e di conseguenza diventa indispensabile definire e pianificare le prove e le attivit&agrave; didattiche a noi stessi, ai colleghi, agli studenti e ai genitori e sollecitare prestazioni specifiche che siano il pi&ugrave; possibile allineate con quanto dichiarato, facendo proprio un proverbio cinese secondo il quale &ldquo;l&rsquo;apprendimento &egrave; un tesoro che seguir&agrave; il suo proprietario ovunque.&rdquo;&nbsp;

La prova come un filtro

Una buona prova di valutazione deve svolgere una funzione diagnostica, ossia deve consentire di capire quali sono i punti di forza e i punti di debolezza nella preparazione dell&#39;allievo e nell&#39;azione didattica dell&#39;insegnante, e ci&ograve; vale anche per le prove intermedie.

Ma come muoversi nell&rsquo;intermezzo fra la valutazione periodica e quella finale? Come leggere alla luce dei nuovi criteri prove che gi&agrave; usiamo e che continueremo ad usare? Semplicemente cominciando a guardarle con occhi diversi, cercando di capire come questi strumenti vadano ad incastonarsi nell&rsquo;OM 172.

Non c&rsquo;&egrave; niente di nuovo! Per valutare le prove di verifica intermedie in modo coerente con le Linee Guida, baster&agrave; riprogettare alcune attivit&agrave; partendo dagli obiettivi e continuare ad agire per prove ed errori. La riflessione richiesta al docente &egrave; su quale progettazione, legata agli obiettivi, strutturare attivit&agrave; e strumenti di valutazione coerenti con gli obiettivi dichiarati. In altre parole, come collegare coerentemente le prove di verifica ai criteri del documento di valutazione?

Siamo consapevoli che una prova &egrave; uno stimolo creato intenzionalmente per consentire la manifestazione di conoscenze, abilit&agrave; apprese e competenze sviluppate. Quindi, se una prova &egrave; uno stimolo creato intenzionalmente con lo scopo di valutare, per fare ci&ograve; &egrave; indispensabile collegare la progettazione agli obiettivi che intendono valutare.

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Valutare in modo consapevole