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Esami universitari

&Egrave; il 15 settembre 2050.

25 anni fa, il 15 settembre 2025, era il mio primo giorno di scuola. Ed eccomi qui, al mio primo giorno di scuola, 25 anni dopo. Sono le otto, li studenti entrano alla rinfusa e vanno in uno spazio trasparente (box lo chiamano loro) dove una collega gentile mi accoglie e mi spiega che questo &egrave; il momento iniziale della giornata. Ci sono tutti i bimbi della classe Argonauti (si, proprio cos&igrave;, giovani esploratori), sembrano avere la stessa et&agrave;. La collega mi spiega che entreranno in maniera sparsa perch&eacute; rispettiamo i tempi di tutti, bimbi ma anche famiglie. Inizia a chiedere come stanno, se si ricordano una cosa bella che hanno fatto ieri, qual &egrave; il loro obiettivo di oggi, se vi &egrave; qualche bisticcio da risolvere e, partendo da una parola, apre un tema che, mi ricordo, anni fa chiamavano &ldquo;curricolo delle competenze socio relazionali&rdquo;.

La parola oggi &egrave; &ldquo;compassione&rdquo;. Mi sembra difficile per bimbi cos&igrave; piccoli, ma la collega ne spiega l&rsquo;etimologia e si apre il dibattito. Ognuno ha un micro pc (n&eacute; tablet n&eacute; cellulare) su cui annota tutto. Tutti possono vedere tutto e alle spalle della docente su una parete compaiono tutti i pensieri scritti dagli studenti in tempo reale. Poi si dividono. La campanella non c&rsquo;&egrave;, tutti sanno quando spostarsi e con ordine. Una parte si unisce ad un gruppo di altri studenti di et&agrave; diverse in un laboratorio aperto a recuperare una lezione di matematica con l&rsquo;uso di un&rsquo;app e materiali poveri; un&rsquo;altra con la prof di lingue prepara la presentazione per quando andranno in Erasmus (si, cos&igrave; piccoli, pensavo si fosse divisa l&rsquo;Europa&hellip;) in Spagna. Ogni spazio &egrave; specializzato e c&rsquo;&egrave; un docente. Qui tutti conoscono tutti, anche gli studenti pi&ugrave; grandi. Anzi, sono loro che sembrano fare da tutor ai pi&ugrave; piccoli. Uno (dicono che sia il teppista della scuola) sta aiutando in uno spazio grande un bimbo in difficolt&agrave; a riconoscere i colori e le forme mentre gli altri proiettano su una parete grande dentro cornici vere opere d&rsquo;arte da loro realizzati sulla scoperta di Marte. Lo fanno mentre nell&rsquo;aula concerto (nessuno si lamenta del suono) provano musiche di un cantante di 20 anni fa, Jovanotti.

Un altro gruppo &egrave; in un&rsquo;aula dove a muro c&rsquo;&egrave; un telo con dei pianeti retroilluminati. C&rsquo;&egrave; un docente di scienze ed uno di inglese che con loro su un quaderno descrivono scrivendo i pianeti. Poi il testo con un&rsquo;app diventa digitale e quando inquadrano il pianeta parte sullo schermo il testo e si sente la voce in inglese.

&quot;Ah questo lo riconosco &ndash; dico &ndash; &egrave; il CLIL!!!&rdquo;. I colleghi mi guardano e ridono, poi mi dicono che quello &egrave; il percorso Galileo, il curricolo di scienza attiva che ha superato Agenda 2030 (uno dei due in un orecchio mi sussurra sornione &ldquo;diamo un nome ai curricoli, prima imparavano solo i gol a memoria e non gli restava nulla&rdquo;). Tutte queste descrizioni finiscono in un server che con l&rsquo;intelligenza artificiale permette di assemblare qualsiasi tipo di dato e capisco che per i dati sono partiti da l&igrave;. Ogni micro pc ha un assistente virtuale che, con l&rsquo;aiuto del docente, aiuta a fare le domande giuste per scrivere testi corretti.

Passano le ore e noto che gli insegnanti hanno un taccuino su cui segnano delle frasi in seconda persona. Mi spiegano che quello &egrave; il taccuino delle valutazioni narrative. Alcuni scrivono a mano, ma poi tutto sar&agrave; assemblato digitalmente come materiale utile per raccontare che tutti sanno fare qualcosa e partire da l&igrave;. Entro in uno spazio che sembra una biblioteca ma &egrave; aperto, pi&ugrave; spazioso, con dei cuscini e dei tappetoni. Qui studenti scrivono poesie sulla parola di prima, che poi condivideranno per analizzarle da tutti i punti di vista.

Uno studente sorride e mi dice &ldquo;come se fossero questi libri che la docente mi legge ad alta voce! Ne abbiamo e leggiamo tanti!&rdquo;. Non sembrano avere libri di testo, ma leggono eccome!

Aspetto il momento dei compiti, ma mi spiegano gli studenti stessi che, stando a scuola fino alle 16.00 del pomeriggio, fanno esperienze lente e lunghe. D&rsquo;estate gli assegnano una cosa che chiamano sfida: scrivere testi, visitare mostre, studiare un ecosistema in vacanza.

DRIIIINNN

Oddio e non avevano eliminato la campanella? Invece sono al gabbiotto dei bidelli della mia scuola, mi ero assorto nei miei pensieri di scuola, sono il preside, guardo il calendario ed &egrave; il 15 settembre 2025. Una vocina da dietro: preside, come facciamo? La fotocopiatrice non va, inizio con una verifica!

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