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Tante parole, tante lingue
In questa lezione focalizziamo l’attenzione sulla varietà linguistica di tipo diafasico e diatopico. Guidiamo all’osservazione delle parole e del contesto in cui sono prodotte, per promuovere un atteggiamento attivo di riflessione linguistica.
Obiettivi, attività, materiali
Obiettivi di apprendimento
- Ampliare il proprio lessico.
- Analizzare gli equivoci linguistici e utilizzarli creativamente.
- Analizzare e comprendere le varietà linguistiche.
Tempo
12 ore
Attività
- Polisemia e ambiguità semantica
- Varietà linguistiche
- LABORATORIO: La parola del giorno
Schede e strumenti
- SCHEDA Una parola, due significati
- SCHEDA Equivoci linguistici
- SCHEDA Chi parla? Che cosa dice?
- SCHEDA Dal linguaggio formale a quello informale
- MODELLO La parola del giorno
Attività 1
Polisemia e ambiguità semantica
Non è sempre facile capirsi. Alcune parole acquistano un significato diverso a seconda del contesto in cui vengono pronunciate o della mimica facciale di chi le pronuncia. Posso dire, per esempio, che la minestra è troppo salata e la mia smorfia farà capire che c’è troppo sale nel mio piatto o dire la stessa frase mostrando il menù: intendo dire che è troppo costosa. Questi equivoci, così fastidiosi nella vita reale, creano situazioni divertenti per le barzellette.
Consegniamo la SCHEDA Una parola, due significati.
Una volta compreso il fraintendimento delle situazioni illustrate, stimoliamo i bambini a scegliere una coppia di parole e a scrivere due frasi che le contengono o, se le competenze e l’interesse lo consentono, a comporre un breve testo con entrambe. Possiamo poi proporre la SCHEDA Equivoci linguistici: leggiamo la storia di Achille Campanile, con il dialogo assurdo tra Galileo e il Granduca, poi facciamo completare la scheda in gruppi eterogenei.
Linguaggi settoriali
Nel corso del tempo le lingue hanno viaggiato modificandosi. Alcuni studiosi di ogni tempo hanno cercato la “lingua perfetta”, una lingua comprensibile a tutti i parlanti del mondo. Nessuno c’è ancora riuscito. In alcuni settori può esistere una lingua franca, come succede per i termini inglesi nel campo dell’informatica, ma si è lontani da una lingua universale.
Ci sono poi linguaggi che non vogliono essere segreti ma che risultano facilmente comprensibili solo a chi si interessa a uno specifico settore. Per esempio, i genitori difficilmente comprendono a fondo quando i bambini raccontano dei loro giochi elettronici, e per un non appassionato di calcio alcuni commenti alla televisione risultano incomprensibili.
Scegliamo e leggiamo qualche pagina da Esercizi di stile di Raymond Queneau, dove si racconta con stili diversi una situazione banale (possiamo ascoltare l'audiolettura nel video Esercizi di stile). I bambini si divertono molto a mimare il presunto parlante e, nel farlo, distinguono i settori di riferimento.
Proponiamo la SCHEDA Chi parla? Che cosa dice?. Chiediamo ai bambini di capire a quale ambito appartiene quel linguaggio specifico e traduciamolo in lingua comune.
Attività 2
Varietà linguistiche
Al mondo si parlano migliaia di lingue e ancora più dialetti. E in Italia?
Chiediamolo ai bambini, poi stupiamoli mostrando una carta delle lingue diffuse in Italia (per es. Mappa delle Lingue e Gruppi dialettali italiani).
Alcuni dei nostri allievi parlano dialetto in casa o lo sentono da altri adulti. Chiediamo a chi parla un dialetto/lingua di dirci una stessa frase (per esempio: “Ciao, bambino, come ti chiami? Cosa stai facendo? A che ora vai a pranzo?”), registriamola, trascriviamola, confrontiamo i diversi parlati. Possiamo svolgere l’attività in piccoli gruppi a scuola, oppure con l’aiuto delle famiglie anche in orario extrascolastico.
È più facile creare “lingue segrete”, comprensibili a pochi, che “lingue universali”. I bambini inventano spesso alfabeti segreti per comunicare con gli amici. Proponiamo un lavoro di lungo respiro, con gruppi eterogenei (evitiamo i gruppi di amici) per inventare un linguaggio orale e/o scritto segreto.
Focalizziamo l’attenzione sul processo e domandiamo via via che il lavoro di gruppo procede: da quali parole siete partiti? I numeri? I pronomi personali? Come pensate di far capire quando un nome è singolare o plurale?
Distribuiamo la SCHEDA Dal linguaggio formale a quello informale, e chiediamo di far corrispondere le frasi formali a quelle informali, individuando anche quelle “troppo informali”, da usare al limite solo con amici in situazioni private.
Poi andiamo a caccia, a scuola o nel quartiere, di cartelli e avvisi che usano un linguaggio formale o settoriale o poco usuale. Fotografiamoli e insieme traduciamoli in linguaggio comune.
Che cosa serve
Fogli, matite, pennarelli, penne.
Come si fa
1. Definiamo uno spazio della classe l’“angolo delle parole”, dove tenere vocabolari, dizionari di sinonimi e contrari, dossier dedicati alle varie scoperte linguistiche, strumenti facilitativi insieme alle produzioni più significative dei bambini.
2. Sistemiamo una base su cui appendere la SCHEDA La parola del giorno, in cui registrare significato, sinonimi e contrari, categoria grammaticale...
3. Dividiamo la classe in cinque o sei gruppi eterogenei. Ogni gruppo avrà la responsabilità della parola di un giorno della settimana. Assegniamo le parole il venerdì, in modo che tutti possano prepararsi.
4. Ogni giorno, dedichiamo 10 minuti a leggere la parola e indagare su quanti la conoscono. Le parole vanno scelte tra quelle meno usuali, emerse per esempio dalla lettura dei libri di testo.
5. La scheda resta appesa per l’intera giornata, poi viene spostata in un dossier accessibile a tutti.
Esistono parole interessanti per la loro storia, come i nomi dei mesi o i nomi dei giorni della settimana raccontati nella rubrica Parole in corso de La Repubblica da Stefano Massini (Settembre e I giorni della settimana).
Prendendo spunto dalle voci presentate nella rubrica (Parole in corso) possiamo presentarle ai bambini, soprattutto se fanno parte del loro quotidiano, invitarli a trovare esempi contestualizzati, modi di dire e frasi fatte, e costruire con loro – in presenza o anche a distanza – dei brevi “video lessicali”.
L’alunna/o:
- comprende l’ambiguità di parole omofone e omografe?
- ha coscienza della varietà linguistica?
Conserviamo tutte le produzioni significative dei gruppi e dei singoli nei dossier individuali e in quello della classe che, al termine dell’anno scolastico, potrà diventare un libro fruibile da tutti. Su www.lulu.com abbiamo la possibilità di creare facilmente libri cartacei (acquistabili) ed ebook (scaricabili gratuitamente).