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Sulla strada dell’inclusione
Educazione inclusiva sin dall'infanzia. Come e perché? Dalla partecipazione a un convegno, alcune riflessioni di Maurizia Butturini
Voci in dialogo
L'11 e il 12 settembre, ho partecipato alla terza Conferenza internazionale del Network Europeo NetQ6.
Il tema era bello e complesso: “Approcci pratici all'educazione prescolastica e della prima infanzia. Sfide e prospettive per alunni diversamente abili e svantaggiati", e una caratteristica importante dell'appuntamento è stata mettere a confronto voci diverse, per nazionalità e modi di affrontare il problema.
Durante la prima giornata i relatori provenienti da vari paesi del mondo (Italia, India, Regno Unito, Irlanda Del Nord, Polonia,Turchia) hanno presentato temi e risultati di ricerca di base e sviluppo sperimentale, casi di studio e buone pratiche, analisi critiche e commenti, statistiche, valutazioni e previsioni sulla formazione iniziale degli alunni svantaggiati e disabili. Sono stati attivati momenti di incontro e scambio informale, in modo da riconoscere qualità e caratteristiche comuni, incentivando relazioni e possibilità di contatti anche in futuro.
Sia attraverso le relazioni della prima giornata e soprattutto durante i workshop del giorno successivo, sono stati condivisi approcci didattici specifici e particolari strategie di mediazione e di insegnamento, toccando una vasta gamma di aspetti: relazionali, cognitivi e meta cognitivi, comportamentali, motivazionali, con l’uso di tecnologie informatiche… al fine di riflettere assieme sulle metodologie più efficaci per l’educazione dei bambini con svantaggi e disabili.
Ogni contributo ha sostenuto l’importanza di attivare, fin dalla primissima infanzia, un’educazione inclusiva, per garantire in modo diffuso e continuativo la partecipazione alla vita di scuola e la massima realizzazione dei potenziali di apprendimento e di realizzazione personale e sociale dei bambini.
Come si è sentito, ci sono notevoli differenze nelle esperienze e nelle risoluzioni attivate nei diversi paesi: in alcuni la scelta è di mantenere le scuole speciali; in altri c’è un sistema misto; in Italia abbiamo un’esperienza particolare di integrazione nelle scuole di ogni ordine e grado a partire dai Nidi e dalle scuole dell’infanzia.
Le scelte non sono collegate soltanto a principi pedagogici ma anche a situazioni sociali , storiche, politiche e contestuali dei diversi paesi. In ogni caso, c’è un forte impegno a realizzare percorsi significativi per i bambini; tuttavia, la percezione sociale e culturale, la prospettiva dell’idea di inclusione si differenzia.
Abilità sociali e dialogo con i genitori
Mi è parso che alcune idee e necessità fondamentali siano emerse, al di là delle diverse vie adottate e sperimentate.
Condivido alcuni spunti:
- Promuovere per tutti i bambini un’educazione che tenga insieme gli aspetti affettivi emotivi e quelli cognitivi. In particolare, la necessità di consolidare le abilità sociali, di relazione e di convivenza, per investire non solo sul presente e quindi sulla possibilità di mettersi in relazione e di imparare assieme, ma con la speranza che vi sia un futuro diverso nel quale le persone possano convivere in una società più accogliente e pacifica;
 - L’importanza di un’alleanza con i genitori e di stabilire programmi formativi con la collaborazione delle famiglie; la scuola e i centri per l’educazione possono mettere in campo molte strategie di contatto, di scambio e di supporto ai genitori, migliorando gli strumenti di relazione e comunicazione con i figli e offrendo la possibilità di collaborare ad iniziative e progetti, di esprimersi e di condividere la competenza che hanno sviluppato nella propria esperienza personale. È importante che la scuola consideri profondamente le aspirazioni delle famiglie, un punto di partenza per un cammino poi condiviso. I genitori sono un elemento di riscontro irrinunciabile per chi educa; infatti con le loro parole ci possono restituire i vissuti dei propri figli.
 
Insieme si può!
I percorsi presentati hanno posto in evidenza come sia necessario mettere in campo tutti i facilitatori necessari e rimuovere le barriere e gli ostacoli al coinvolgimento e all’apprendimento, considerando ogni disabilità o difficoltà non come svantaggio ma come differente capacità.
Dall’esperienza della scuola in ospedale, con il laboratorio di robotica creativa, ai percorsi per il potenziamento del linguaggio e della comunicazione con l’aiuto di animali, ai percorsi affettivo emotivi, per star bene, essere indipendenti e autonomi, a tutte le altre interessanti piste di lavoro su vari aspetti della crescita e dell’apprendimento, i fili conduttori che emergono sono riferiti all’importanza di lavorare in gruppo, in modo sinergico:
- adottare strategie che privilegiano “l’imparare facendo”;
 - finalizzare le proposte alla realizzazione della persona, modificando opportunamente le valenze attribuite usualmente ai traguardi di apprendimento;
 - privilegiare ognuno nel suo essere bambino, in quel momento, con la propria storia e le proprie possibilità.
 
Particolarmente pregnante l’esperienza di Padova con i bambini in ospedale, spesso malati terminali, laddove la percezione di sé e del proprio tempo mantiene vivo il desiderio di lasciare un segno di sé nel mondo e la comunicazione si specifica nella consapevolezza dei vissuti; il fare (che riempie il tempo e consente il fluire creativo), in questo caso, più che mai, è motore che aiuta ad essere nel momento attuale e nella propria storia.
Le buone pratiche non potranno mai essere riproposte in modo meccanico, ma ricontestualizzate in relazione alle specifiche realtà educative; possono essere vie da conoscere per alimentare la propria competenza e creatività professionale e arricchire la gamma possibile dei gesti educativi.
Sullo sfondo delle tante esperienze presentate, la prospettiva dell’integrazione che accoglie e include, che mette in gioco competenza e creatività, ricerca e dialogo tra coloro che vi credono e che accettano questa sfida, risulta essere il traguardo più importante e significativo per tutti coloro che operano in campo educativo.