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Stati d’animo di fine anno
Come affrontare la chiusura di un anno così impegnativo? Come immaginare il ritorno con l'incertezza che ancora permane? Alcune riflessioni e un augurio

Sta finendo un altro anno di scuola, un tempo impegnativo, faticoso, che ci ha messi tutti alla prova. Per alcuni insegnanti ci sarà una prosecuzione, diversa dal fare scuola, nei centri estivi, sia pure per un tempo limitato e in una dimensione ludica. Qual è lo stato d’animo che accompagna questa chiusura? E come immaginare il ritorno a scuola, nell’incertezza che ancora permane?
Tornare sui propri passi per riflettere
L’ultimo periodo di scuola solitamente è più leggero perché abbiamo chiuso i percorsi e lasciamo più spazio al gioco e all’autonomia dei bambini. In realtà è un periodo estremamente impegnativo per la documentazione da concludere, i passaggi per la continuità, il completamento dei fascicoli personali, il lavoro di verifica e di riorganizzazione per i PEI, le relazioni conclusive, le incombenze burocratiche, le scelte formative da mettere in campo… le eventuali feste, svolte virtualmente e in presenza quando possibile e non ultima la sistemazione dei materiali didattici. Solo chi lavora a scuola è consapevole di questo carico di lavoro.
Difficile trovare il tempo per una riflessione sull’esperienza e per una interpretazione di senso, così necessarie per comprendere quanto siamo cambiati, come abbiamo fatto fronte alle difficoltà, come abbiamo utilizzato le risorse e se vi sono elementi utili per un miglioramento personale e professionale.
Eppure, questo è un passaggio importante per risollevarci e per prendere scelte sempre più consapevoli.
Mettere in cantiere qualche idea irrinunciabile per il futuro
Solo qualche punto di riferimento, una nota per non dimenticare aspetti importanti, senza anticipare una progettualità che deve fondarsi soprattutto sui bambini reali che torneranno e sui nuovi iscritti che dobbiamo ancora conoscere. Dall’esperienza di quest’anno, dal confronto che ho avuto con molte scuole, sono emerse delle fatiche ma anche delle idee. Teniamole buone per il prossimo anno:
- Al primo posto la relazione: è essenziale, l’abbiamo visto e sentito, che vi sia cura delle relazioni con i bambini, tra di noi e con le famiglie. Questa cura richiede ascolto, disponibilità ad accogliere, spirito solidale e collaborativo.
- Cambiamo modo di stare a scuola: nel dialogo collaborativo tra docenti ma anche con gli addetti alla sicurezza, ripensiamo i contesti interni ed esterni, facciamo veramente un lavoro di mediazione che liberi l’autonomia e l’iniziativa dei bambini, da riprendere poi in percorsi di elaborazione e rappresentazione, adottiamo tempi distesi, valorizziamo il quotidiano, le azioni inclusive;
- Cerchiamo di utilizzare bene quanto abbiamo imparato da questo periodo, l’uso dei media, il valore di esperienze fondative come la lettura, l’arte, il rapporto con l’ambiente;
- Prendiamoci cura di noi, come persone e professionisti dell’educare: solo la cultura e la formazione ci possono aiutare a migliorare lo sguardo e i gesti.
Ritrovarsi nella distanza che rigenera per avere nuove energie
E adesso, se possibile, prendiamoci una pausa che ci aiuti a mettere da parte tanti stati d’animo difficili che hanno accompagnato questo anno particolare. Non sappiamo ancora cosa ci riserva il futuro ma possiamo sperare in una minore rigidità e nella possibilità di ritrovare aspetti fondativi della nostra realtà educativa che dobbiamo garantire ai bambini e a noi stessi. Sulla rivista che presto vi arriverà c’è tutta la nostra passione per i bambini, per la loro esperienza che riteniamo essenziale, dalla nascita ai sei anni. Una prospettiva nuova, che vuole ampliare la riflessione e offrire idee e spunti per star bene tutti a scuola. E ci siete voi che avete inviato tanti elaborati dei bambini che ritroverete in copertina e nelle pagine.
Un augurio perché ci sia un tempo buono, di riposo e di gioia
“Togli, togli tutto
e smetti di occupare il tempo
che il tempo non è una terra da occupare
e tu non sei un esercito invasore.
Togli tutto,
lasciati un albero e la sua ombra
lasciati le foglie e il loro giocare
lasciati un paese di venti case
da esplorare per tutto un giorno,
lascia che l'oscurità ti cali addosso
senza fare niente per contrastarla.
E dopo aver tolto tutto,
con le tue mani bucate
raccogli tutti i granelli di sole
e tutte le monete di luna
che ti fanno ricco.”
Gianluigi Gherzi