Muoversi graficamente significa muoversi con il corpo e con la mente. Nello scarabocchio, come nella scrittura, vi si trova tutto il corpo e tutta la mente di chi li ha prodotti. A livello universale, a partire all&rsquo;incirca dai 18 mesi, tutti i bambini sperimentano la loro prima fase grafo-motoria, scoprono il movimento nello spazio e seguono, con tutto il corpo, il loro gesto, che si fa traccia materica e indissolubile.

In principio &egrave; sempre il &ldquo;movimento&rdquo;

Il movimento &egrave; il motore di tutto l&rsquo;atto scrittorio. Grazie al movimento corretto, il bambino scopre e d&agrave; voce gradualmente al suo ritmo interiore, che si esprime attraverso il comportamento grafico, unico e irripetibile. Ogni forma grafica ha origine da un movimento preciso, che deve essere appreso attraverso l&rsquo;esperienza corporea. In ogni grafema e tratto costitutivo di esso, c&rsquo;&egrave; tutta la persona, nella sua corporeit&agrave; ed essenza psicologica. Il movimento &egrave; il fondamento dei processi di apprendimento del gesto grafico.

Il bambino, nelle sue prime fasi di apprendimento della scrittura, imparer&agrave; a muoversi lasciando la sua traccia sul foglio, traccia che, se ben interiorizzata, avr&agrave; la possibilit&agrave; di seguire una sua buona, sana e personale evoluzione. La scrittura, infatti, essendo oggetto di educazione, si concretizza nell&rsquo;immediatezza del gesto, ma, per la sua evoluzione che matura fedelmente in simbiosi con lo scrivente (essere umano in continua crescita), &egrave; in continua trasformazione e non si fissa mai in una dimensione di definitiva compiutezza.

Un insieme di regole precise

La scrittura manuale, come sostiene Montesquieu &ldquo;&hellip;. presuppone il rispetto di un insieme di obblighi e di divieti&rdquo;. Come coniugare, allora, l&rsquo;apprendimento di un codice di regole rigoroso e rigido con il piacere dell&rsquo;esperienza che si fa costrittiva e limitante rispetto alla libert&agrave; di agire senza restrizioni?

L&rsquo;insegnamento-apprendimento della scrittura porta con s&eacute; questi inevitabili quesiti, cui dobbiamo cercare di trovare una risposta, non certo definitiva, ma il pi&ugrave; vicina possibile al bisogno del bambino. Questi, con il proprio essere ed esistere individuale, richiede il rispetto verso i suoi processi di apprendimento e, non ultimo, quello della scrittura, veicolo primario di espressione e comunicazione del pensiero e del proprio modo di sentire, vivere e rivelarsi&nbsp; a s&eacute; stesso e al mondo.

Come educare all&rsquo;auto-motivazione

Come educatori, dobbiamo promuovere nel bambino il piacere del fare, dell&rsquo;esplorare, dello scoprire, anche nei contesti in cui l&rsquo;oggetto di apprendimento &egrave; un codice regolato da uno &ldquo;scrigno &ldquo;di regole. Il bambino ha in s&eacute;, quando gli viene data la possibilit&agrave; di provare il piacere di &ldquo;muoversi graficamente&rdquo;, il potere di schiudere lo scrigno e svelarne il contenuto che diverr&agrave;, con il tempo, sempre pi&ugrave; auto-rappresentativo.

La scrittura &egrave; una conquista lenta, i cui processi di apprendimento devono essere rispettati. Il bambino pu&ograve; sperimentare e ripetere, &ldquo;giocando&rdquo;, tante volte i movimenti che sottostanno alla costruzione della forma delle varie lettere che, prese per tipologia cinestetica, si imprimeranno morbidamente nei suoi circuiti cerebrali, fino a disegnare, come dice Travaglini, l&rsquo;&rdquo;abito grafico&rdquo; che &egrave; la &ldquo;[&hellip;] zona intermedia tra dentro e fuori, tra il s&eacute; e il mondo&rdquo;. Inoltre, il gioco, che per Winncot significa agire, &ldquo;oltre a richiedere uno spazio, necessita pure di un tempo, giacch&eacute; giocare vuol dire non desiderare o pensare di farlo ma fare realmente, e il fare richiede tempo&rdquo;.

Dare tempo al tempo

Meglio trasmettere una conoscenza rispettando i tempi necessari per la sua realizzazione che forzare a un&rsquo;acquisizione rapida che rispetta solo ed esclusivamente i tempi dettati da programmi istituzionali e non sempre sensibili ai processi di apprendimento e le sue tante forme. L&rsquo;educatore dovrebbe, quindi, sintonizzarsi con il bambino, per favorirne il processo di auto-realizzazione, non forzandolo, ma accompagnandolo, attraverso attivit&agrave; ludiche (apparentemente lontane dal &ldquo;compito&rdquo;) a una sempre maggiore armonizzazione alla nuova realt&agrave;.

Accordarsi alla realt&agrave; per viverla armoniosamente significa assimilare nuove conoscenze (alfabeto), accomodare i propri schemi cognitivi a nuovi contenuti e adattare il proprio essere a questi ultimi, rispettando l&rsquo;educando nella sua pi&ugrave; profonda &ldquo;verit&agrave;&rdquo;.&nbsp; Questo processo procura piacere e benessere e produce una scrittura non calligraficamente &ldquo;bella&rdquo;, ma &ldquo;sana&rdquo;, come sano &egrave; il processo che vi sottost&agrave;.

In questo modo, l&rsquo;individuo potr&agrave; sviluppare un grafismo che risponde pienamente alle sue principali funzioni: espressiva, comunicativa e rappresentativa della sua personalit&agrave;.

Scrivere a mano: una conquista lenta e delicata