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Raccontiamo le donne: storie e biografie. Senza dimenticare gli uomini
Marzo, tempo di parlare di donne, perché in questo mese cade la nostra giornata. I libri per ragazzi ne parlano da tempo. Attenzione a non dare per scontati i diritti raggiunti, attenzione ai nostri compagni di strada. E alle storie delle donne meno visibili, che sono nelle nostre vite o le attraversano. Di Della Passarelli.
Per fortuna di donne, delle loro storie, si parla sempre di più. L’impegno dell’editoria per ragazzi italiana c’è sempre stato: dalle protagoniste di libri amati – Pippi Calzelunghe , una per tutte, portata in Italia da Donatella Ziliotto per Salani – alle biografie (che oggi i giornalisti scoprono grazie ad operazioni di crowdfunding), frutto dell’investimento e della paziente disseminazione degli editori e degli autori. Ricordiamo le edizioni Dalla parte delle Bambine , in parte ripresa da Giunti , la collana Sirene di Einaudi, Einaudi Ragazzi, Nina e i diritti delle Donne e le Cattive Ragazze di Sinnos, Le donne scienziate di Editoriale scienza .
Donne e scienza
C’è molto materiale quindi da poter usare in classe, storie appassionanti e di qualità da leggere a casa, viaggiando o semplicemente sdraiati su un prato (stiamo andando incontro alla primavera, dopotutto...).
Mi soffermo però su due questioni che mi stanno a cuore e che credo valga la pena condividere con voi, prima di passare a due donne (e un libro) un po’ speciali che vi consiglio in lettura. La prima questione è proprio legata alle donne e alla scienza e alla denuncia che la libreria
Controvento di Telese Terme
ha fatto recentemente.
«Quando propongo in libreria
un libro di scienze per una bambina
la risposta è sempre: “
No è una femminuccia
, non vanno bene i libri di astronomia, scienze, geografia, animali, il mare ecc”. La mia reazione è sempre di grande dolore.
Quella bambina potrei essere io, mia figlia, mia nipote. Mi chiedo quanti "regali scientifici" io non abbia ricevuto perché sono una "femminuccia"»,
racconta la libraia Filomena
Grimaldi a
Vanity Fair
. Di questo si è parlato anche in una *interessante puntata di
Radio3 Scienza
e se ne parlerà durante la
Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna
,
martedì 4 aprile allo spazio Agorà di Giunti editore
, padiglione 25 A 39.
Anche questo è argomento di una “didattica interculturale”, perché ritengo che ormai il concetto di “intercultura” legato solo alle diverse tradizioni e origini culturali, debba essere superato.
Intercultura è tra generi, generazioni, back ground culturali ed economici
. Ed è di questo che i buoni libri devono raccontare.
Non dimentichiamoci degli uomini
E se da una parte ancora le bambine possono essere lasciate fuori da ambiti ancora legati nell’immaginario al genere maschile, dall’altra, nel nostro impegno nel raccontare le donne, credo non ci si debba dimenticare degli uomini, dei bambini e dei ragazzi, ancora forse meno liberi delle donne di esplorare ambiti legati al mondo femminile , senza essere considerati in maniera negativa, “diversi”. Cerchiamo allora libri dove il genere maschile vive e affronta il mondo del femminile. Anche a partire dalla biografie (pensiamo a Pierre Curie, al padre di Franca Viola, al marito di Alfonsina Strada, per citarne alcuni) per arrivare ad albi e a storie dove ci sono cavalieri coraggiosi che amano bagni caldi e il ballo come Il Cavaliere Saponetta , o ragazzini che possono decidere di diventare parrucchieri, pur essendo figli di famosi chirurghi, Nodi al Pettine , di Marie Aude Murail. Ed era questo il secondo punto che avevo a cuore. Su leggere senza stereotipi , lavora da tempo l’Associazione Scosse e troverete indicazioni di lettura interessanti sul loro sito, specie per i più piccoli.
Un libro "da grandi"
Voglio finire però parlandovi di un libro per adulti e per ragazzi grandi, che ha protagoniste due donne:
Melania Mazzucco
, che lo ha scritto e
Brigitte Zébé
, profuga congolese, la protagonista di
Io sono con te
, pubblicato recentemente da Einaudi.
Il momento che stiamo attraversando è complicato e drammatico. La storia che ci restituisce Mazzucco è quella di una donna, una infermiera, vedova e madre di quattro figli, che in Congo dirigeva due grandi cliniche, aveva assunto medici e infermieri e che ha perso tutto. Perché accoglieva e curava tutti, anche chi si opponeva al regime. Passare da una vita in cui sei abituata a cambiarti la sera per uscire a cena, ad una in cui dormi alla Stazione Termini, non è cosa che lascia indifferenti.
Grazie alla scrittura siamo di fronte sì ad una testimonianza, che però diventa complessa e densa di molteplici informazioni e considerazioni. Perché la letteratura può e deve avere un grande ruolo nella integrazione e nella comprensione. Può far
ragionare e smantellare stereotipi
. Mazzucco restituisce una storia, conosciuta grazie al rapporto instaurato che ha da tempo con il
Centro Astalli
, in particolare al lavoro rivolto alle scuole con il concorso
La scrittura non va in Esilio
.
Un libro da leggere, che può aiutare insegnanti e genitori, lettrici e lettori adulti, a riflettere e a porre anche ai più piccoli questioni così drammatiche e complesse, in maniera onesta e non banale.
E – accanto alle biografie delle donne famose, che hanno lasciato segni ed eredità – impariamo e insegniamo a raccontare
le altre donne, quelle invisibili
, che fanno parte delle nostre vite o – semplicemente – le attraversano.