Articoli
Raccontare con lo storytelling digitale
La narrazione dà senso al passato, rende comprensibili eventi e ricordi e attribuisce loro nuovi significati.

Nel corso della nostra esistenza sperimentiamo noi stessi in modo diverso in situazioni diverse, ed è costantemente necessario costruire un’immagine di sé, un’identità, che unifichi i nostri tratti distintivi, stabili, e gli aspetti più mobili e mutevoli che le circostanze chiamano in causa. Crescere significa mettere in accordo queste diverse versioni di sé, attribuendo continuità alla propria immagine passata, presente e futura, pubblica e privata.
Per sapere “chi siamo” ci è indispensabile l’apporto degli altri, il modo in cui essi ci vedono e quel che di noi pensano, lodano, criticano, amano, rifiutano. In momenti di crisi come quelli attuali accade che l’identità, soprattutto quella dei più giovani, vada incontro a una intensa frammentazione. L’emergenza pandemica ha cancellato la libertà di movimento, sostituito gli spazi sociali con quelli domestici, bandito i contatti, gli abbracci, la vicinanza fisica, ora confinati nel gioco degli sguardi a distanza. La classe divenuta un pezzetto della casa, i compagni, le loro confidenze, i loro suggerimenti, le loro risate, trasformati in quadratini di video: non sappiamo bene chi siamo, e soprattutto chi siamo per gli altri, così importanti per noi. In questo periodo, in cui è quasi sparita la condivisione della vita “reale”, la scuola si trova di fronte all’esigenza indifferibile di ricostruire un orizzonte di esperienze condivise.
Le esperienze di narrazione
Un buon ausilio in questa direzione è offerto dalle esperienze di narrazione, i cui vantaggi sono da tempo noti (la narrazione dà senso al passato, rendendo comprensibili eventi e ricordi, nello stesso tempo attribuendovi nuovi significati, disegnando un mondo possibile), tanto che l’attività narrativa è divenuta sempre più parte integrante della pratica educativa e didattica. Tuttavia i convenzionali compiti narrativi scolastici, in cui viene chiesto individualmente agli alunni di raccontare episodi vissuti o di descrivere caratteristiche proprie o altrui, per scritto o oralmente, possono rivelarsi poco adatti a favorire l’espressione di sentimenti e vissuti emotivi personali: troppo “intimi”, forzando l’alunno a venire allo scoperto nella relazione diretta fra studente e adulto, e poco attraenti in un’epoca in cui la comunicazione viaggia invece nelle forme virtuali che l’universo mediatico, interattivo e multidisciplinare oggi offre.
Lo storytelling digitale
Lo storytelling digitale attiva coinvolgimento, motivazione, impegno e permette di costruire autonomamente il proprio sapere assumendo un ruolo partecipativo
Un valido complemento ai compiti tradizionali può essere costituito dal particolare tipo di modalità narrativa costituito dallo storytelling digitale. Con questa espressione ci si riferisce a un racconto realizzato con strumenti digitali (web apps, webware) e costituito da molteplici elementi di vario formato (video, audio, immagini, testi, mappe e così via), selezionati dal web e organizzati coerentemente intorno a una struttura narrativa.
È un tipo di narrazione che presenta numerosi vantaggi: recepisce l’interesse e l’attrattiva di cui gode la comunicazione attraverso i media virtuali, attivando coinvolgimento, motivazione, impegno, che sono ingredienti essenziali nell’esecuzione dei compiti; mette a disposizione un repertorio semantico (parole, immagini, musica) variato, capace di valorizzare le potenzialità comunicative dell’uno o dell’altro codice e le disposizioni individuali verso i differenti linguaggi espressivi; permette allo studente di costruire autonomamente il proprio sapere, assumendo un ruolo attivo e partecipativo. Le possibilità di raccontare una storia intrecciando il testo con immagini visive e una traccia sonora accresce nei narratori la competenza nell’uso degli strumenti tecnici – dalla scansione e dal foto-editing digitale al video-editing – a vantaggio di un senso più competente di sé e di un incremento dell’autostima.
L’efficacia di un’esperienza condivisa
L’efficacia dello storytelling digitale è accresciuta se questo viene proposto come un’esperienza condivisa: creare collaborativamente una storia richiede ai vari autori di esprimere la propria posizione con una maggiore consapevolezza dei pensieri e degli stati d’animo propri e altrui e una visione più chiara di come gli eventi nella vita hanno conseguenze e portano a cambiamenti nel modo di essere e di agire. Per queste sue caratteristiche, lo storytelling condiviso si è rivelato un utile strumento anche per affrontare il problema cruciale della conflittualità che può generarsi nella vita in classe, in forme estreme di prepotenza e di violenza verbale e fisica.
Promuovere un’attività di storytelling digitale parallelamente ai programmi didattici tradizionali, specie nella scuola secondaria, è occasione per ridefinire in modo positivo e creativo i reciproci ruoli degli studenti e dei docenti. L’adulto (purché a sua volta s’impegni ad aggiornare la propria formazione professionale!) può facilitare l’apprendimento degli strumenti tecnici complessi, guidando gli studenti a cogliere le potenziali connessioni tra gli elementi narrativi e a vedere la storia come una conoscenza che prima non c’era, un artefatto artistico che offre al pubblico una “traiettoria di vita immaginata”, una bussola che traccia nuove rotte.