C’è una domanda che noi insegnanti ci facciamo spesso: come rendere la scuola un luogo dove stare bene, davvero? In questo numero proviamo a rispondere con i contributi di esperti e docenti, con suggerimenti per creare un ambiente di apprendimento sereno e motivante, per accogliere le emozioni, e con idee da applicare subito in classe come il gioco del “so fare” e l’agenda settimanale.


 Ma questo è anche il numero che ci prepara all’arrivo delle feste e dell’inverno.


 Al bando gli stancanti lavoretti ripetitivi, accogliamo il Natale come tempo di riflessione, dono, racconto. E proprio sui racconti e sulle storie proponiamo letture e labora

C’è una domanda che noi insegnanti ci facciamo spesso: come rendere la scuola un luogo dove stare bene, davvero? In questo numero proviamo a rispondere con i contributi di esperti e docenti, con suggerimenti per creare un ambiente di apprendimento sereno e motivante, per accogliere le emozioni, e con idee da applicare subito in classe come il gioco del “so fare” e l’agenda settimanale.
Ma questo è anche il numero che ci prepara all’arrivo delle feste e dell’inverno.
Al bando gli stancanti lavoretti ripetitivi, accogliamo il Natale come tempo di riflessione, dono, racconto. E proprio sui racconti e sulle storie proponiamo letture e laboratori per l’Area linguistica, oltre ad attività su giochi e sport invernali.
Nell’Area Stem torniamo ancora alle emozioni in Matematica, proponiamo “problemi sotto l’albero” e impariamo a guardare il cielo. Per l’Area antropologica potete ispirarvi con i percorsi sulle relazioni tra ambienti e popoli e i giochi di orientamento per Geografia. Trovate anche tante attività espressive per coinvolgere la classe con musica, giochi di movimento e atelier. Le lezioni di IRC propongono il presepe e in Educazione civica immaginiamo la nostra città ideale con proposte per tutti, grandi e piccoli.
E infine gli auguri, che vi facciamo di cuore prendendo in prestito le parole di Graziella Favaro da questo numero: “il tempo del Natale può diventare un’occasione di racconto e di scambio, di paziente costruzione di una pace piccola nella dimensione del quotidiano. E la scuola di tutti, aperta, plurale e interculturale è un luogo di pace per eccellenza”.


Possiamo stare bene

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