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Percorsi per una didattica plurilingue

Idee e strumenti per conoscere forme e modi del plurilinguismo

di Graziella Favaro17 novembre 20221 minuto di lettura
Percorsi per una didattica plurilingue | Giunti Scuola

Quali idiomi ascoltano e parlano bambini e bambine nel tempo extrascolastico? È una domanda che andrebbe posta all’inizio dell’anno, ma possiamo anche riprenderla in qualunque momento.

È la sollecitazione a conoscere, riconoscere e valorizzare le lingue della classe e a portare l’attenzione sui cambiamenti in corso nel nostro Paese e nelle nostre scuole. Fra i diritti linguistici dei bambini, il mantenimento della madrelingua è indicato al primo posto. Diritto linguistico, ma anche diritto alla propria storia, ai legami con le origini, al riconoscimento di un sapere e di un saper fare linguistico e comunicativo che rappresentano competenze e opportunità di ciascuno e per tutti. Nell’esplicitare questo diritto, Silvana Ferreri afferma: «Nelle aule scolastiche va creato e usato uno spazio per ospitare e far vivere le lingue materne (dai dialetti alle lingue ufficiali di altri Paesi), di tutti i bambini presenti nelle classi».

 

Le lingue dentro di me

Fra i moltissimi disegni di autobiografie linguistiche che ho raccolto in questi anni, ho scelto queste immagini (Figura 1 e Figura 2), perché propongono in maniera esemplare due diverse rappresentazioni che i bambini e i ragazzi hanno di sé e del bilinguismo che li abita.

La prima (Figura 1) racconta, con pochi tratti, la storia e il vissuto di Shanize, una bambina che si sente divisa fra due mondi e due lingue: l’hindi e l’italiano.

La parte di lei che parla, legge e scrive in italiano è una persona, mentre la parte che a casa parla hindi con i genitori e talvolta con i nonni lontani è un’altra persona. L’andirivieni linguistico in questa fase provoca sospensione, spaesamento, contraddizione.

Il disegno di Alban (Figura 2) rappresenta, invece, la sua “mente bilingue” come un tutt’uno; una casa e uno spazio in cui il bambino si può sentire sia italiano che albanese, dove il passaggio tra gli idiomi è fluido e quotidiano. “Sono albanese” e “sono italiano”: scrive, infatti, per descrivere l’immagine di sé.

Image | Giunti Scuola

La diversità linguistica è un valore

Il plurilinguismo caratterizza da tempo il panorama delle nostre classi. Ma a fronte di questa realtà evidente, il tema della diversità linguistica e della valorizzazione delle lingue materne è spesso lasciato all’iniziativa estemporanea e individuale dei docenti. Da tempo i documenti ministeriali invitano a prestare attenzione e a riconoscere le lingue degli allievi. Nel recente documento “Orientamenti interculturali” del Ministero, dedicato all’integrazione scolastica degli alunni e delle alunne provenienti da contesti migratori, si afferma che «accanto a una rappresentazione generale e generica del bilinguismo come opportunità e ricchezza – se riferito a lingue che godono di “prestigio sociale” – vi è spesso negazione o rimozione delle situazioni di plurilinguismo reale, riferito a parlanti le lingue madri delle famiglie immigrate».

Lo stesso documento invita a: «riconoscere le lingue parlate dai bambini e dalle bambine nei contesti extrascolastici e la raccolta delle loro biografie linguistiche; valorizzare ogni lingua e la diversità linguistica presente nelle comunità; attivare processi metalinguistici di comparazione e scambio tra le lingue».

 

 

QUATTRO PERCORSI IN PRATICA

Per conoscere le forme e i modi del plurilinguismo della classe e per esplorare la diversità linguistica, suggeriamo quattro percorsi e alcune attività.

 

1. Io e le mie lingue

Autobiografie linguistiche. Proponiamo la rappresentazione grafica di sé e delle lingue che ogni bambino o bambina ascolta, capisce, parla, legge. Possiamo sollecitare il racconto e il disegno, a partire dall’autobiografia linguistica con alcune domande, come: “Dove metto le lingue che conosco? Nel cuore, nella testa… ? Come sono le lingue che conosco? Quando le uso e con chi?”.

A casa parliamo in… “In quale lingua parlo a casa? Con la mamma? Con il papà…?” Attraverso queste sollecitazioni possiamo realizzare una mappa linguistica sulla comunicazione in famiglia con la raccolta e l’analisi dei dati.

 

2. Le lingue intorno a me

L’albero delle lingue della classe. “Quante lingue e dialetti sono presenti in classe?” Dopo aver fatto un sondaggio e raccolto le autobiografie linguistiche, possiamo rappresentare la diversità linguistica della classe, per esempio, attraverso la creazione dell’albero delle lingue parlate da alunni e alunne.

A caccia delle lingue. Usciamo nel quartiere o nel paese e fotografiamo: insegne, messaggi, cartelli in diverse lingue. Successivamente cataloghiamo le scritte per lingua, alfabeto e provenienza.

 

3. Conosciamo le lingue

Piccoli dizionari multilingui. Dopo aver scelto alcune parole di uso quotidiano, bambini e bambine realizzano alcuni glossari illustrati nelle lingue presenti in classe.

Laboratori di scrittura in altri alfabeti. Scopriamo scritture e alfabeti conosciuti dai compagni di classe e proviamo a scrivere qualche parola nelle altre lingue.

 

4. I prestiti linguistici

Le parole viaggiano. Da sempre, ci sono scambi densi e continui fra le lingue: ci sono parole italiane che vengono usate nel mondo per parlare di arte, moda, cucina, musica… e così anche l’italiano usa molte parole che vengono dall’arabo, dall’inglese o ancora dal francese. Scopriamo insieme i prestiti tra le lingue!

L’origine delle parole. Scegliamo alcune parole di uso comune (tè, caffè, croissant, arancia) e scopriamo la loro origine.

Per saperne di più
Scuola primaria