Il tuo carrello (0 prodotti)

Il tuo carrello è ancora vuoto

Libri, riviste e tanti materiali digitali: trova la risorsa per te.

Perché fare didattica con le tecnologie immersive

Dialogo con una intelligenza artificiale su didattica e tecnologie

di Mario Pireddu20 febbraio 20231 minuto di lettura
Perché fare didattica con le tecnologie immersive | Giunti Scuola

Ho chiesto a ChatGPT, il ChatBot di OpenAI (organizzazione dedicata alla ricerca e allo sviluppo delle cosiddette “intelligenze artificiali”), di provare a spiegarmi perché è utile fare didattica a scuola con le tecnologie immersive. La risposta – resa possibile dalla tecnologia e dall’addestramento su un enorme database – è stata sintetica, ma articolata.

ChatGPT ha ricordato come le tecnologie immersive possano essere efficaci per coinvolgere gli studenti e migliorare la loro esperienza di apprendimento, aggiungendo che realtà virtuale e realtà aumentata offrono la possibilità di immergersi in ambienti e situazioni che altrimenti sarebbero difficili o impossibili da vivere o sperimentare. Con le tecnologie immersive, infatti, alunni e alunne possono viaggiare nel tempo – visitare luoghi della storia, come l’antica Roma o partecipare a eventi storici – oppure possono avventurarsi nello spazio, e quindi esplorare il fondo degli oceani o la superficie di Marte.

 

Le esperienze immersive offrono un modo coinvolgente e interattivo per apprendere e comprendere meglio il contenuto di una lezione

I vantaggi per l'apprendimento

Le tecnologie immersive possono essere utilizzate per creare simulazioni e situazioni di apprendimento, che permettano agli studenti di sperimentare in prima persona concetti e processi complessi, come il funzionamento del sistema circolatorio.

Queste esperienze di apprendimento aiutano, anzitutto, gli studenti a sviluppare una maggiore comprensione e una maggiore capacità di applicare i concetti appresi nella vita reale.

Un altro aspetto su cui il ChatBot si è soffermato è proprio relativo alle competenze degli studenti. La didattica a scuola con le tecnologie immersive può contribuire, infatti, a sviluppare tali competenze, che si dimostrano particolarmente rilevanti in un mondo, sempre più connesso e gestito dalle tecnologie. Attraverso l’uso delle tecnologie immersive, dunque, gli studenti possono sviluppare non solo le loro competenze di problem solving, ma anche quelle legate alla creatività, affinché alunni e alunne siano sempre più consapevoli delle opportunità e dei rischi della tecnologia.

Anche la personalizzazione appare essere un aspetto importante per l’apprendimento con le tecnologie immersive, perché gli ambienti personalizzati, infatti, rispondono alle esigenze degli studenti e li aiutano a raggiungere i propri obiettivi di apprendimento in modo più efficace.

Ho chiesto, inoltre, a ChatGPT quali sono i vantaggi che Internet può offrire alla didattica, oltre alla multimedialità e all’interattività (per esempio risorse e strumenti didattici online come video, audio, giochi educativi e materiali interattivi). La risposta è molto interessante, perché emerge un riferimento alla dimensione della collaborazione e del lavoro di gruppo, utile agli studenti – e ai docenti – per comunicare e condividere idee e feedback in modo rapido e semplice.

In ultimo, l’innovazione nella didattica, per il ChatBot, è strategica perché permette di adattarsi ai cambiamenti del mondo contemporaneo, di rispondere alle esigenze e alle aspettative degli studenti e di mantenere alti standard di qualità nell’insegnamento, con l’obiettivo di avere ambienti di apprendimento stimolanti e motivanti, in grado di favorire la crescita personale e professionale di alunni e alunne.

 

La tecnologia al servizio della didattica

Che cosa ci restituisce questo breve resoconto della conversazione che ho avuto con ChatGPT?

In una sorta di metariflessione sulla tecnica attraverso la tecnica, ci ricorda innanzitutto che da sempre, come esseri umani, ci serviamo delle tecnologie per raggiungere i nostri scopi, e la didattica non fa eccezione. Che si tratti di tecnologie della parola, di supporti per la scrittura, di lavagne di ardesia, di schermi o di software, da sempre aumentiamo le nostre capacità di apprendimento attraverso gli ambienti mediali che modelliamo e abitiamo. In relazione alle simulazioni immersive attraverso Realtà Aumentata o Realtà Virtuale c’è chi parla di apprendimento aumentato, ma a ben vedere gli esseri umani aumentano, da sempre, le proprie capacità espressive e di intervento sul mondo, attraverso la tecnica.

Il dibattito su rischi e opportunità è già aperto da tempo e per chi si occupa di didattica si aprono numerosi interrogativi e spunti di riflessione per l’intervento educativo. In ogni caso la guida di riferimento resta la ricerca in ambito educativo che, negli ultimi anni, ha messo in evidenza il potenziale di alcune tecnologie immersive nella didattica e nell’arricchimento del mondo reale di contenuti formativi, anche in termini di maggiore inclusione.

L’intervento educativo, ricorda la ricerca, deve essere guidato dagli obiettivi didattici e non dalle tecnologie: l’utilizzo di queste ultime deve rispondere a modelli, metodologie e forme di insegnamento e apprendimento, basate su solide cornici concettuali.

Mediante adeguata progettazione didattica, infatti, immersione e coinvolgimento del sensorio possono andare di pari passo con la dimensione della metacognizione, con il recupero di unione e sinergia, tra pratico e teorico; aspetti non sempre presenti nei percorsi educativi più tradizionali.

 

Image | Giunti Scuola

Scopri di più sull'aula immersiva Miri

 

Scuola primaria

Dove trovi questo contenuto

Potrebbero interessarti