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Pensieri… Parole… Emozioni

Nel bambino gli stati emotivi vengono percepiti e manifestati prima di tutto con il corpo, le sensazioni, le azioni fisiche, l’espressione gestuale e mimica.

di Stefania Masiero20 maggio 20221 minuto di lettura
Pensieri… Parole… Emozioni | Giunti Scuola

Verbalizzare le emozioni, riuscire a parlare di ciò che sta sentendo, permette al bambino di sviluppare la consapevolezza di sé, mentre prova a dare un nome a quello che gli accade.

Occorre sviluppare le parole, dare spazio a situazioni per poterlo fare, aiutare a riconoscere ed esplicitare le emozioni, a metterle in relazione con un pensiero, con l’evento vissuto.

Per questo sono utili strategie, strumenti e situazioni di ascolto e di gioco in cui ampliare il vocabolario emotivo, per parlare di sé, raccontarsi agli altri, per accorgersi di esperienze “interne” che si condividono e comunicare in maniera efficace.

 

Obiettivi|Contesto|Metodologia

  • Utilizziamo il contesto narrativo, disponiamoci in cerchio e proponiamo la lettura espressiva dell’albo illustrato I colori delle emozioni (di Anna Llenas, Gribaudo) in cui i bambini vengono “immersi” nelle diverse emozioni descritte, attraverso ciò che sente il personaggio, ben rappresentato anche dalle immagini in cui si vede il “mostro” cambiare colore, dimensione ed espressione.
  • Esploriamo le emozioni proposte dalla narrazione e dialoghiamo con i bambini per facilitare la comprensione del racconto e degli stati interni del protagonista (“Che cosa succede? Come mai è felice… triste... arrabbiato... calmo? Che cosa fa? Che cosa pensa?”).
  • Facilitiamo la verbalizzazione dei bambini, in particolare di chi ha difficoltà a esprimersi di fronte agli altri, utilizzando il gioco, usiamo delle sedie speciali che facilitano la comunicazione (Sedia per dire che…).
  • Proponiamo un’attività di routine in cui attraverso un gesto quotidiano si riflette e “si mostra” ciò che si sente (Barattoli delle emozioni).
  • Chiediamo di disegnare ciò che i bambini raccontano con le parole o che non sono riusciti a dire, diamo uno spazio individuale di ascolto attento, mentre ci parlano di ciò che hanno disegnato.


1. Una sedia per dire che…

  • Prepariamo due sedie sulle quali attaccare il disegno dei due mostri, giallo e azzurro, con la scritta gioia e tristezza, poi disponiamoci intorno a semicerchio.
  • Proponiamo ai bambini di sedersi, a turno, sull’una o sull’altra sedia per parlare di quando sono felici o tristi: lasciamo che siano loro a scegliere dove sedersi, aiutiamoli a spiegare agli amici che cosa li rende tristi o felici, a raccontare qualche episodio.
  • Invitiamo i bambini a disegnare i racconti: diamo un foglio diviso a metà, disegniamo in ciascuna parte il simbolo di una pallina colorata, gialla o azzurra:
    – “Sono felice quando il papà mi viene a prendere a scuola e poi mi porta al parco”;
    – “Ho pianto, perché mia sorella ha preso i miei giochi e non me li ridava più”.
  • Proponiamo nei giorni seguenti la stessa attività con la sedia rossa della rabbia e la sedia nera della paura.
Image | Giunti Scuola

 

2. Emozioni in barattolo

  • Prepariamo i barattoli delle emozioni, coloriamo il vaso e la scritta del colore corrispondente.
  • Prepariamo insieme ai bambini la pasta di sale con i colori delle emozioni, formiamo tante palline colorate e facciamole asciugare.
  • Chiediamo ai bambini di pensare a come si sentono, di dirci il motivo se lo desiderano, e di inserire la pallina nel barattolo corrispondente all’emozione scelta.
  • Lasciamo i barattoli a disposizione in un angolo accessibile, se possibile vicino all’entrata della classe, in modo che al momento dell’arrivo ciascuno possa scegliere quale emozione sente e mettere la pallina corrispondente nel barattolo.
  • Nel corso delle routine del mattino, chiediamo quale pallina è stata inserita e per quale motivo. Questo facilita il racconto di qualche fatto o evento successo prima di arrivare a scuola, o qualche progetto per il pomeriggio:
    – “Sono felice perché ho il vestito che mi piace…”;
    – “Ho messo la pallina gialla gioia… oggi vado al parco con i miei amici…”
  • A volte qualche bambino che non ha riposto o scelto la pallina, decide di inserirla in questo momento, qualcun altro decide di cambiarla…
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