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Nuovi alfabeti interculturali
Nel tempo, il termine “intercultura” è stato messo un po’ tra parentesi e la prospettiva interculturale è rimasta sullo sfondo. Un gruppo di lavoro e un libro vogliono riproporre e vivificare le parole chiave per un autentico dialogo interculturale. Di Massimiliano Fiorucci, professore ordinario di Pedagogia sociale e interculturale, Università di Roma Tre.
Le parole sono importanti
Negli ultimi tempi
gli episodi di rifiuto e discriminazione e le parole contundenti
nei confronti degli altri si stanno moltiplicando. Cosa ci sta succedendo? A cosa è dovuto il corto circuito? Come è possibile che si siano persi per strada i valori di solidarietà e attenzione agli altri?
Vi è bisogno, dopo anni in cui si è parlato a cuor leggero di
intercultura
fino a svuotare di senso questa bella parola, di riflettere nuovamente sulle categorie di riferimento di tale prospettiva. Sulla base di questa necessità, si è formato il progetto del Gruppo di Lavoro della SIPED (Società Italiana di Pedagogia) di Pedagogia interculturale che vuole
interrogarsi sulle parole fondative dell’educazione interculturale
. Un progetto ambizioso e complesso che ha dato vita al volume “Gli alfabeti interculturali” in corso di pubblicazione presso l’editore ETS che vuole riproporre le parole chiave per un autentico dialogo interculturale.
In una memorabile scena del suo film Palombella rossa (1989), Nanni Moretti afferma che «Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!». Ecco, anche noi
crediamo che le parole siano importanti
soprattutto quando si affrontano tempi complessi e delicati quali quelli dell’immigrazione e dell’avvento di società multiculturali che rischiano di essere facilmente strumentalizzati per dividere o per costruire facili consensi. Il mondo pedagogico, tuttavia, da molti anni si è fatto interprete di questa esigenza elaborando visioni e proposte all’avanguardia e mai banali su questi temi.
Una comunità di ricerca
In Italia, sono della fine degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta del secolo scorso le prime ricerche e i primi studi pedagogici che avevano come proprio oggetto i fenomeni migratori e le relazioni interculturali. Oggi le questioni migratorie rappresentano uno dei principali elementi della contemporaneità ma spesso vengono affrontate con superficialità e facendo ricorso a semplificazioni inaccettabili che non spiegano, non tengono conto delle variabili in gioco, non aiutano a decodificare le complesse trame delle relazioni fra i fattori in gioco. Oggi, a distanza di circa trent’anni dai primi studi, i componenti del Gruppo di Pedagogia Interculturale della SIPED (Società Italiana di Pedagogia), si sono chiesti se le categorie allora utilizzate siano ancora valide.
Il Gruppo ha sentito la necessità di
costituirsi in comunità di ricerca
per vivere i valori della solidarietà e per confrontarsi a livello nazionale, tenendo conto della letteratura internazionale più significativa e mettendo in comune i reciproci studi. Si è deciso, dunque, di dar corpo al presente progetto,
mettendo a punto una sorta di “cassetta degli attrezzi”
concettuale per tutti coloro che a diverso titolo si confrontano con le diversità (
insegnanti, educatori, operatori sociali, mediatori
, ecc.). Questa è la genesi del libro che presto sarà disponibile anche online come e-book.
Dalla A di Accoglienza alla S di Stereotipi
Il confronto all’interno del gruppo Gruppo di Pedagogia interculturale della Società Italiana di Pedagogia (SIPED), le linee di ricerca emerse, la necessità di ripensare le categorie in uso e di dotare studenti, operatori e ricercatori di un corredo di saperi condiviso hanno fatto emergere l’opportunità di costruire un volume articolato all’interno del quale ogni voce è in sé compiuta ma, nello stesso tempo, rinvia alle altre. Le diverse voci sono tessere di un mosaico che ridisegna il campo dell’approccio interculturale in educazione sempre più necessario per affrontare con consapevolezza la complessità dei processi educativi mai banali e mai uguali a se stessi. Esse vanno dalla
A di accoglienza
e appartenenza, alla
D di dialogo
, diaspore, discriminazioni; dalla
M di mediazione
, metafore culturali, minoranze, minori stranieri non accompagnati, alla
R di razzismi, riconoscimento, rifugiati
.
Ogni lettore potrà costruire un proprio personale percorso di lettura a partire dalle proprie esigenze e dal proprio patrimonio culturale di partenza. Il volume può essere considerato, sia come un manuale come base per ulteriori studi e ricerche sul piano teorico, sia come un dizionario per aggiornare di volta in volta il proprio repertorio di competenze e di conoscenze, sia e soprattutto come strumento di riferimento concreto per operatori nel settore interculturale.