"A che gioco giocavi"? Interviste in famiglia per sperimentare una didattica della vicinanza

La mamma, su Skype

Scuola-famiglia: quale alleanza?

Paula Eleta è sociologa e lavora come consulente e formatrice in ambito educativo. È autrice di numerosi articoli e libri sull’argomento.&nbsp; Ecco e <a data-cke-saved-href="https://racconte.wordpress.com/2020/11/20/noi-anche-digitli/" target="_blank" href="https://racconte.wordpress.com/2020/11/20/noi-anche-digitli/">la versione integrale&nbsp;dell’articolo</a>.

L’eccezionalità della pandemia ci ha messo di fronte alla necessità di promuovere con urgenza la cultura del digitale anche nei Servizi per la Prima Infanzia (0-6). Compito non facile poiché in tutti questi anni i device digitali si sono tenuti fondamentalmente “al margine” delle pratiche educative sia al Nido che alla Scuola dell’Infanzia, a causa della diffidenza nei loro confronti.Per citare solo alcune delle criticità legate al digitale: l’utilizzo che fanno molti genitori dei dispositivi touch per calmare e distrarre i propri figli; i rischi per la salute fisica dei bambini che questi dispositivi possono avere; le conseguenze negative sul loro sviluppo psichico. Un’altra preoccupazione riguarda la solitudine in cui vengono lasciati i bambini davanti agli schermi e il rischio di un loro isolamento.&nbsp;Intrecciare i momenti in presenza con gli scambi a distanza&nbsp;Per quanto riguarda l’utilizzo del digitale nella relazione con le famiglie, in questi anni, le esperienze sono state davvero limitate perché questo ambiente è ritenuto “freddo” e poco empatico, quindi si è privilegiato il contatto diretto (in presenza) con i genitori e/o con i referenti del bambino. Tuttavia, con la chiusura dei servizi 0-6, la modalità di comunicazione a distanza (da remoto) è stata l’unica risorsa possibile per mantenere la relazione con i bambini e con le famiglie durante il confinamento.La proposta è sperimentare in questo anno nuove modalità comunicativo-relazionali che consentano l'alternanza di momenti formali con momenti più informali e ludici, incorporando diversi linguaggi espressivi che diano voce e ascolto ai vissuti, alle esperienze, alle conoscenze e alle competenze dei diversi attori in gioco: i bambini, le famiglie, gli educatori e i coordinatori pedagogici.&nbsp;Incontri fugaci con i genitori, colloqui telefonici, incontri online con le famiglie. Incontri individuali, in piccoli gruppi, in un gruppo allargato, dove trovarsi e giocare insieme, parlare di temi comuni, condividere il progetto educativo, etc. Lavorare per capire come condividere una bacheca virtuale e/o il diario di bordo, l’album della giornata/settimana. Offrire alle famiglie spazi di partecipazione come, ad esempio, “la finestra del lunedì” dove i genitori possono contribuire con fotografie, racconti, video, disegni; oppure altri spazi di scambio e condivisione di video, fotografie, storie, filastrocche, ricette di cucina, proposte da fare con i bambini a casa, etc.&nbsp;Un esempio: l’incontro a tema&nbsp;Mi sembra importante dare un esempio concreto di come poter coinvolgere le famiglie nella vita del Nido/Scuola dell’Infanzia, creando nuovi spazi inclusivi di partecipazione, di collaborazione e di supporto tramite i mezzi digitali.&nbsp;Immaginiamo di proporre un incontro a tema (webinar). I temi possono essere diversi e suggeriti anche dagli stessi genitori (le paure, le regole, il cammino verso l'autonomia, il&nbsp;controllo sfinterico, il morso). A differenza degli incontri organizzati negli anni precedenti, dove spesso il numero di partecipanti era scarso, possiamo organizzare questo incontro in modo inconsueto, scegliendo un orario più congeniale alle famiglie (in più non dovrebbero esserci problemi organizzativi per lasciare i piccoli), identificando uno spazio virtuale accessibile a tutti (prendendo le misure necessarie anche tramite una rete di mutuo aiuto) e sperimentando nuove modalità di coinvolgimento delle famiglie.Fare un invito accattivante (usando ad esempio una filastrocca), coinvolgere sin dall’inizio i genitori creando, prima dell’incontro, uno spazio (ad esempio un Padlet) dove poter scambiare informazioni preziose sul tema in questione. Chiedere a tutti i genitori di fare una fotografia (o di rappresentare un’emozione con un disegno, una frase) di qualcosa che rappresenta la fatica maggiore sul tema proposto e poi condividerla nello spazio indicato. Preparare l’incontro partendo dalle loro fatiche e, durante il webinar, visionare insieme il materiale inviato dalle famiglie, dando la possibilità a ciascuno di spiegare e condividere il proprio contributo. Infine, creare un momento di restituzione e di valorizzazione dei vari interventi.&nbsp;È molto importante impostare l’attuale lavoro “nell’emergenza” come un percorso sperimentale, per cui i dirigenti, i coordinatori, i titolari, dovrebbero mettere in moto una serie di azioni in grado di supportare concretamente gli educatori/insegnanti e anche le famiglie in ambito informatico, formativo e organizzativo; nonché prevedere la documentazione, il monitoraggio, l’analisi e la valutazione delle esperienze attivate, per poi mettere a sistema&nbsp;le buone&nbsp;pratiche. In questo modo, tutti gli attori in gioco potranno dare il proprio contributo anche durante la pandemia e le esperienze attivate andranno ad arricchire le pratiche educative già consolidate e si potrà garantire la continuità educativa.&nbsp;

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

“Noi (anche) digit@li”: nuove forme di partecipazione e di condivisione nello 0-6

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